Vigili sotto il sole: il bagnino di salvataggio
Conquistare la spiaggia? Un gioco da ragazzi. Diventare amico e confessore dei bagnanti? Nessun problema. Un bagnino “doc” sa come fare.
Negli stabilimenti balneari, pubblici o privati che siano, è lui la figura di riferimento nei mesi estivi ed è sempre lui, volente o nolente, a dover garantire per primo la sicurezza balneare. Francesco Dicorato ha 25 anni e fa l’assistente bagnanti ogni estate da otto anni a questa parte. Ha lavorato a Sistiana, ai Topolini di Barcola, alla Lanterna, all’Ausonia e a Muggia. Insomma, il litorale triestino lo conosce come le sue tasche. Accetta volentieri di farsi intervistare perché quello di assistente bagnanti è un mestiere che ormai lo appassiona e del quale è in grado di parlare con disinvoltura e cognizione di causa. “Ho iniziato – racconta Francesco – a fare il bagnino esortato da amici che già lo facevano. È un lavoro stagionale regolare e ogni estate non mancano le opportunità di venir occupato in qualche stabilimento balneare. C’è grande richiesta anche a stagione inoltrata. È un mestiere comodo specialmente per uno studente che d’estate vuole mettersi via un po’ di soldi magari per pagarsi le tasse universitarie”. Come si diventa un assistente bagnanti? “Innanzitutto ci si deve presentare presso la sede provinciale della Federazione italiana nuoto, Sezione Salvamento. Va sostenuta una prova d’ingresso che consiste nel nuotare in tre stili diversi: rana, stile libero e a dorso. Ti fanno fare dei galleggiamenti in sospensione in acqua, è il principio base del salvataggio in mare. Evitare di annegare per primo… di modo da poter salvare il pericolante. Poi ti fanno fare delle piccole apnee chiedendoti di recuperare piccoli oggetti sul fondo. Il corso si suddivide in due parti: una teorica con la Capitaneria di Porto che ti istruisce su ordinanze, distanza delle boe, distanza che delimita la balneazione, sulle dotazioni personali; una seconda parte con il medico nel corso della quale impari nozioni di anatomia legata all’annegamento, la rianimazione cardiopolmonare, integrata poi dagli istruttori durante la pratica, ed il massaggio cardiaco su manichino. Il corso dura un mese e si sviluppa su 3-4 giorni a settimana per un costo di 300 euro. I corsi vengono fatti a rotazione tutto l’anno alla Piscina Bianchi”. Quanto viene pagato un assistente bagnanti? “Noi bagnini siamo pagati a ora, da un minimo di 6 ad un massimo di 8 euro. Alla domenica, essendo festivo, ti pagano qualche euro in più ma non molto. Comunque alla fine dell’estate nella migliore delle ipotesi riesci a guadagnare attorno ai 3.500-4.000 euro, se lavori ogni giorno per otto ore al giorno. Per ordinanza si incomincia il 1° giugno e si finisce il 1° settembre. I contratti stipulati con le cooperative, come nel mio caso, sono solitamente contratti regolari, hai la tredicesima e il trattamento di fine rapporto”. Com’è scandita la giornata di un assistente bagnanti? “Alle 9 del mattino inizia il servizio di sorveglianza. Abbiamo una divisa apposita da indossare per tutta la sua durata che termina alle 19 quando finisce l’orario di balneazione. Ci sono bagnini che lavorano mezza giornata, altri 8 ore. Dobbiamo per prima cosa controllare lo stabilimento, verificare che ci siano i salvagenti che vanno collocati ad una distanza di 25 metri uno dall’altro, portare la barca sull’ormeggio della propria postazione. Abbiamo l’ombrellone, la sedia, il salvagente, il megafono e le pinne ma le normative cambiano in continuo: in futuro avremo anche il defibrillatore semiautomatico. Come bagnino, sei obbligato a restare nella tua zona di 80 metri di fronte al mare. Ogni 80 metri ci deve essere un assistente in più. Facciamo continua sorveglianza col binocolo ma parliamo anche con la gente e possiamo tenere accanto una radiolina purché a basso volume per non disturbare i bagnanti. Certo è che nelle ore più calde dobbiamo farci tante docce perché resistere è dura, quando la situazione è calma, ci concediamo anche un tuffo in mare. Beviamo molto ma se vogliamo allontanarci un secondo dalla postazione per un caffè o andare al bagno dobbiamo issare per regola la bandiera rossa”. Qual è la postazione che consente di tutelare meglio il bagnante, quella a terra o in mare? “Per esperienza professionale preferisco stare a terra per sentire meglio ciò che mi accade intorno. In entrambi i casi, siamo tenuti a soccorrere il bagnante, prestargli i primi soccorsi in attesa che intervenga sul posto il 118. Mal che vada sei obbligato a rianimare il bagnante per un massimo di due ore se non arriva l’ambulanza”. Quali sono le criticità di questa occupazione? “È un lavoro che può annoiare così come darti una carica di adrenalina incredibile. Importante è socializzare con la gente in spiaggia anche per ingannare i tempi morti ma sempre con un occhio verso il mare. È noioso a volte stare seduti sotto il sole mentre gli altri si tuffano, giocano o prendono la tintarella. C’è chi ti dice “beato lei che la vien pagado per andar al bagno”. Sì ma non è la stessa cosa. Se non sei presente in postazione sei passibile penalmente e civilmente per negligenza, imprudenza e imperizia. Puoi incorrere anche in 2mila euro di multa”. Quali sono le qualità di un bravo bagnino? “Innanzitutto mantenersi sempre in forma e in allenamento. E poi l’attenzione, l’agilità, la prontezza e il saper mantenere la calma. All’inizio mi è capitato di bloccarmi ma poi quando hai l’adrenalina in corpo sai cosa devi fare”. Quali sono gli incidenti più frequenti? “Il bagnante che cade in acqua e sbatte contro uno scoglio, le cadute dalla brandina, la donna anziana che cade e si rompe il femore, gli svenimenti. Due estati fa mi è capitato di soccorrere assieme ad altri quattro miei colleghi un’anziana che colpita da un malore, è morta in mare. Un’esperienza cruda che però mi è servita a crescere professionalmente”. Ci sono donne bagnino? “Sono poche, forse perché non è così allettante per una donna stare ore e ore al caldo sotto il sole ad abbronzarsi in stile “muratore”…”. La Capitaneria di Porto vi controlla? “Sì la Capitaneria ci può controllare tre volte in una sola giornata, come una volta sola in un mese. Dipende, l’intensità dei controlli varia molto ma le motovedette in mare ci sono sempre. Se non sei in regola sai che la multa arriva. C’è poco da fare i furbi”. Elisabetta Batic