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Amici di Spatuzza mai

 |  Redazione Sconfini

amicidispatuzzaI tempi si fanno sempre più duri per la stampa allineata al regime e Il Giornale di Vittorio Feltri ne è una perfetta cartina di tornasole. Nonostante in tv e su gran parte dei giornali un'ininterrotta serie di presunti autorevoli osservatori e commentatori vada in giro a sminuire le parole di Spatuzza, i servizi dei tg mostrino con sospetto tempismo le preziosissime catture di pericolosi criminali e latitanti e la grande manifestazione di piazza del No B Day sia stata praticamente boicottata, oscurata e insultata dai media asserviti, molti segnali indicano che l'Italia ha "passato il Rubicone". E' stato superato il punto di non ritorno e sono ufficialmente iniziate le grandi manovre tra tre diversi gruppi o fazioni. Da un lato il fronte reazionario filoberlusconiano, quello momentaneamente ancora più potente (controllo dei media, ampie disponibilità economiche, posizionamento di pedine, veline e leccapiedi istituzionali impareggiabile) e con maggior seguito tra il silente, impreparato e disinformato elettorato; sul secondo fronte la Casta politica di matrice finian-casiniana che solo nell'ultimo periodo (dopo aver lussuriosamente goduto della generosità dell'Imperatore) si sta timidamente smarcando dagli eccessi del berlusconismo e che, pur avendo un peso istituzionale molto limitato e un seguito elettorale ridotto, sta ingrossando le sue file; sul terzo fronte il popolo informato che è molto più trasversale di quanto si possa immaginare perché oltre ai grillini e ai dipietristi coinvolge la sinistra e i comunisti, ampie fasce di democratici, la gran parte dei movimenti civici, gli "agnostici" della politica e alcuni integerrimi uomini di destra (quella sana) che potremmo ricondurre agli ideali di destra sociale di Paolo Borsellino.

Mentre il secondo fronte temporeggia e attende che il fiume restituisca il cadavere del nemico, è il terzo fronte che si è armato ed è partito alla caccia del nemico. Inevitabile quindi che per il momento il primo fronte, quello reazionario, si concentri su questa moltitudine chiassosa (sempre inferiore in numero ai reazionari, ma più consapevole e operativa).

Feltri, si diceva, con il suo manganellare mediaticamente dalle colonne del Giornale della famiglia Berlusconi e con il suo sparare letame con il ventilatore acceso al massimo è la cartina di tornasole del modus operandi del fronte reazionario.

Quando timidamente un direttore di giornale moderato (Dino Boffo, dell'Avvenire) consigliò in un editoriale al presidente del Consiglio un po' più di "rigore morale" Feltri lo attaccò, ben sostenuto ed accompagnato da tutta la stampa piegata (a 90°) ai voleri del padrone, obbligandolo alle dimissioni, con un'informativa bufala risalente al 2002, un messaggio raggiunse un evidente obiettivo: "Attenti a come parlate, perché avete tutti scheletri nell'armadio e io ho il potere assieme ai miei sodali di rovinarvi".

A nessuno (tranne che al web, che aveva già smascherato in agosto l'imbroglio) importò il fatto che quella informativa era un semplice foglio scritto forse proprio da un collaboratore del Giornale (non sarebbe la prima volta dopo che si è scoperto che un giornalista del Giornale si mandava da solo minacce delle BR). Nei giorni scorsi, Feltri si è scusato sperando che il can can sulla deposizione di Spatuzza e l'incipiente No B Day facessero sgonfiare la sua confessione: «Boffo ha saputo aspettare, nonostante tutto quello che è stato detto e scritto, tenendo un atteggiamento sobrio e dignitoso che non può che suscitare ammirazione» ha scritto sul suo Giornale Dal fascicolo sottolinea Feltri «non risulta implicato in vicende omosessuali, tanto meno si parla di omosessuale attenzionato. Questa è la verità. Oggi Boffo sarebbe ancora al vertice di Avvenire». «Personalmente - spiega Feltri - non mi sarei occupato di Dino Boffo, giornalista prestigioso e apprezzato, se non mi fosse stata consegnata da un informatore attendibile, direi insospettabile, la fotocopia del casellario giudiziario che recava la condanna del direttore a una contravvenzione per molestie telefoniche. Insieme, un secondo documento (una nota) che riassumeva le motivazioni della condanna. La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali».

Ma il manganellatore dei deboli e il profeta della bufala provocatoria non si è fermato qui. Commentando con il solito fare obiettivo tipico dei servi del padrone la manifestazione del 5 dicembre in cui si chiedevano le dimissioni di Berlusconi Feltri si è lanciato in un insulto ancora più sprezzante definendo "AMICI DI SPATUZZA" i manifestanti. Una contraddizione in termini per il fronte dei cittadini amanti della giustizia e della legalità che per il momento ha spinto oltre 1.000 persone (per il momento) a creare un gruppo su Facebook per chiedere di querelare il diretto del Giornale.

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