Quanto ci è costato un anno di governo Berlusconi-Tremonti? 520 euro in più a testa.
La voragine del debito pubblico si sta allargando in un modo così esagerato da non trovare più alcun raffronto con altri periodi storici. Tra una notizia sull'emergenza caldo (novità assoluta in Italia per il mese di agosto) e una conferenza stampa patinata di qualche esponente del governo, intervallata da interessantissime interviste a vacanzieri in spiaggia e i recenti sviluppi sull'ultima diatriba tra Corona e Ventura, i telegiornali di regime si sono "dimenticati" di dare il giusto risalto ad una notizia da nulla, che timidamente il Sole 24 Ore ha osato menzionare in una brevissima nota priva di qualsivoglia commento: Nel mese di luglio 2009 si è registrato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 4 miliardi, rispetto a un saldo positivo di 1.67 miliardi realizzato nel mese di luglio del 2008. Lo comunica il Tesoro, aggiungendo che nei primi sette mesi del 2009 si è registrato complessivamente un fabbisogno di circa 53,6 miliardi, superiore di circa 31,3 miliardi a quello dell'analogo periodo 2008 pari a 22,3 miliardi.
Capito bene? No? In soldoni significa che l'illuminato governo Berlusconi-Tremonti ha consumato nel solo mese di luglio 5,67 miliardi di euro in più dell'anno scorso e nei primi sette mesi dell'anno nientepopodimeno che 31,3 miliardi di euro in più rispetto all'esecutivo Prodi nei primi 7 mesi del 2008.
31.300.000.000 di euro (circa 522 euro per ogni italiano, neonati e ultracentenari compresi)! Una cifra spaventosa che altro non fa che aumentare un debito pubblico ampiamente fuori controllo e che oramai Tremonti stesso dispera dal riuscire a risanare. Un macigno che questi professionisti dello spreco hanno messo sulle spalle di numerose generazioni a venire. Si potrebbe pensare: i soldi sono stati utilizzati per costruire ponti, scuole, strade, edilizia pubblica, ricerca, università, sanità e sono utili a rilanciare l'economica in difficoltà. Niente di più falso: i soldi in più sono usciti per esempio per aumentare di ben 4 miliardi i già sontuosi stipendi pubblici in modo particolare dei quadri e dei dirigenti, altri 5 miliardi sono stati sciupati per i "consumi intermedi", ovvero quelli necessari a (non) far funzionare la Pubblica Amministrazione (fornitori, aziende appaltatrici, consulenti esterni), altri 9 miliardi in più per le pensioni (ma qui il Governo non ha colpe, semplicemente perché sono aumentati i pensionati), altri 4 miliardi di euro per "altre prestazioni sociali" e "altre spese correnti" e così via...
Un disastro, figlio dell'incapacità di risparmiare, della miopia nel tagliare, del clientelismo e della corruzione che - come ha spiegato la Corte dei Conti, nella sua relazione del giugno scorso - pesa in modo non più sostenibile dall'economia italiana e che preannuncia disastri ancora maggiori. Fino a quando Tremonti potrà permettersi di indebitare il Paese? Il ministro dell'Economia ha ereditato da Padoa Schioppa un rapporto deficit/Pil di circa il 103,5%, in poco più di un anno ci stiamo avvicinando al 115%.
Berlusconi vince anche perché spende più di quanto incassa (i soldi non sono suoi), per mantenere oggi il consenso. In futuro, quando il mondo non darà più credito all'Italia facendola precipitare in bancarotta, forse, lui non ci sarà più. E gli italiani resteranno con il cerino in mano.