Mills mentì ai giudici per salvare Berlusconi. 4 domande al premier hanno una risposta
Non ci sono grandi sorprese nelle 400 pagine di motivazioni depositate dai giudici di Milano, e pubblicate oggi, in merito alla condanna a 4 anni e 6 mesi inflitta all'avvocato inglese David Mills. "Mills - che è stato condannato per corruzione in atti giudiziari ndr - agì da falso testimone per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati".
Mills "ha agito certamente da falso testimone da un lato per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse, o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute sino a quella data, dall'altro ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico".
Il legale inlgese, nel luglio del 2004, aveva raccontato ai pm di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Berlusconi: le tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian.
Poi, nel gennaio 2009, la ritrattazione e il tentativo di discolpare il presidente del Consiglio. Una svolta che permise al premier di evitare il rinvio a giudizio per corruzione chiesto dia giudici nel 2006.
Per giustificare la retromarcia Mills disse di aver temuto guai con il fisco inglese ("temevo che scoprisse dei miei versamenti non dichiarati").
Ora quattro delle tante domande che il popolo italiano dovrebbe fare a Berlusconi hanno delle risposte:
1. Il gruppo Fininvest ha fatto operazioni societarie e finanziarie illecite?
Risposta: Sì
2. Berlusconi ha pagato tangenti alla Guardia di Finanza?
Risposta: Sì
3. Berlusconi ha corrotto un avvocato per dire il falso (corruzione in atti giudiziari) versandogli 600mila euro?
Risposta: Sì
4. Perché Berlusconi non è in galera?
Risposta: perché si è fatto una legge su misura (il lodo Alfano) che gli permette, volendo, anche di uccidere persone senza incorrere nel rischio di doverne rispondere ai giudici fino a che ricopre una delle più alte cariche dello Stato. Ovvero per sempre, visto che oltre la metà degli italiani non conoscerà mai questa storia e la risposta a queste domande.