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Cucina con retromarcia

 |  Redazione Sconfini

Sottoforma di domanda retorica, non un'esplicita ammissione di malafede, ma arriva puntuale la retromarcia del Giornale di Vittorio Feltri sull'inchiesta giornalistica più pasticciata che i cronisti possono ricordarsi a memoria d'uomo: quella sulla cucina di Fini destinata all'appartamento di Montecarlo.

Favoloso il modo in cui i manganellatori di regime stiano cercando di rimediare ad una prossima, ennesima e clamorosa sconfitta in tribunale.

Scrive Massimo De Manzoni: "All’ultimo momento Fini e signora hanno cam­biato idea, dirottando la cucina in altra magione, come lascia capire la nota passata all’Ansa? Si so­no forse accorti che era troppo grande per l’appar­tamento di Boulevard Princesse Charlotte...".

Ma certo, tanto i "boccaloni delle libertà" abboccano a tutti gli ami che Feltri getta in acqua. A chi non è mai capitato di andare in un mobilificio a Roma per farsi disegnare una cucina su misura per una casa di Montecarlo salvo poi accorgersi all'ultimo momento, mentre i mobili sono in viaggio, che le misure erano sbagliate per far dirottare la spedizione in "altra magione" (a Roma) dove guarda caso la cucina di 4 metri entra perfettamente.

Intanto il povero Paolo Berlusconi, teoricamente editore del Giornale in vece del fratello Silvio, quello famoso per finire in galera al posto del più illustre congiunto, prepara l'assegno da versare per ripianare la causa che Fini ha già promesso di intentare contro la testata di famiglia.

Dopo aver sborsato in due diverse cause quasi un milione di euro a Di Pietro (diffamandolo con falsi testimoni e prove giornalistiche farlocche), il Berluschino ha già l'assegno pronto per Boffo e ora si accinge ad un nuovo assegno in bianco per ripagare Fini dal manganellamento mediatico di cui si è reso protagonista il Pulitzer bergamasco.

Chissà dove troverà tutto questo denaro...

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