Grillo: il cambio della legge elettorale è un golpe
Forse Beppe Grillo esagera. Forse esaspera gli animi. Forse scende nel populismo. Forse ulula alla luna. Forse però ha ragione.
"E ora, di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la UE tace" ha tuonato il leader dei 5 Stelle sul suo blog.
I commentatori benpensanti degli house organ democratici come questo signore qui sicuramente non lo possono neanche ipotizzare il colpo di Stato ai danni del popolo sovrano. Tuttavia, se è vero che per fare una prova servono tre indizi, è anche vero che qui di indizi ce ne sono abbastanza da cominciare ad enumerarli secondo schemi precisi altrimenti si rischia di perdere il filo.
1) Apre le danze sua maestà Mario Monti, quello che vuole rifare il presidente del consiglio (o il Presidente della Repubblica) senza sottoporsi al giudizio degli elettori che dal Laos minaccia: "Credo che un intervento del governo sulla legge elettorale sul tema della legge elettorale tecnicamente sia immaginabile; ma politicamente sarebbe di molto preferibile che quest'opera fosse compiuta dalle forze politiche".
2) Che centri Grillo? Ma no, che andate a pensare. Comunque la minaccia subito viene recepita dai diretti interessati. Casini (Udc): "Intervento del Governo non servirà, accordo vicino".
3) Arriva poche ore dopo l'approvazione dell'emendamento Rutelli (Api): "Una soglia significativamente alta è la condizione base per evitare avventure. Guardiamo a quanto successo in Sicilia: il primo partito è stato quello di Grillo. Occorre una soglia elevata per assicurare la governabilità, altrimenti il rischio che il premio vada a Grillo è un rischio molto alto".
Forse un po' inizia a centrare anche Grillo verrebbe da pensare. Se pure Er Cicoria butta la maschera in questo modo così spudorato.
4) Il giorno dopo Carlo Vizzini (Pdl) ammette che tra i parlamentari c'è qualcuno che dice: "Attenzione al premio, perché se poi lo prende Grillo..." Sobillatori?
5) Ieri l'intervento dirimente di Elio Lannutti (Idv): "ho sentito con le mie orecchie, ero presente... e ci sono senatori che hanno detto una volta: Noi pensavamo di aumentare dal 4% al 5% la soglia per accedere al Parlamento, quando abbiamo iniziato questa legge per, diciamo, fare uno sbarramento anti Grillo. Attualmente invece poiché l'area di voto di Grillo è intorno al 30% ci dobbiamo attrezzare per evitare quanto più possibile che Grillo possa andare al Governo". Altro che colpo di Stato. Manco in Bielorussia!
6) Oggi la ciliegina sulla torta la mette l'indefesso Schifani (presidente del Senato!): "Ce la sto mettendo tutta e ce la facciamo, altrimenti Grillo dal 30 va all'80%".
Insomma, è ufficiale: la legge elettorale la fanno per far pareggiare la partitocrazia che si ritroverà riunita per rilanciare la tecnocrazia strappabudella ispirata da Goldman Sachs e soprattutto per arginare il Movimento 5 Stelle. Basterà questo sforzo?
In ogni caso, se non è un golpe questo...