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Incalza-gate: Il premier alza la voce contro i magistrati. E non è Berlusconi

 |  redazione sconfini

Difficile immaginare la sottile durezza della legge del contrappasso che sta in questi giorni esplodendo in mano a Renzi.

Quando si fingeva un rottamatore per ammaliare qualche pecora uscita dal recinto berlusconiano, furoreggiavano i suoi tweet del calibro "Daspo ai corrotti", "Mai più corruzione" e in precedenza chiedeva le dimissioni dei ministri Alfano (che poi è rimasto al posto anche con lui!) e Cancellieri per la deportazione/sequestro di Alma Shalabayeva, moglie di un dissidente kazako, e della figlioletta.renziruotafortuna

Oggi si ritrova a litigare con l'Associazione Nazionale Magistrati per una vicenda meno drammatica dal punto di vista umano ma enormemente più grande dal punto di vista delle implicazioni economiche, penali e politiche: quella del ministro Lupi, di suo figlio neolaureato con incarichi prestigiosi procacciati da Ercole Incalza (ora agli arresti) lautamente pagati pur senza esperienza specifica, Rolex in regalo e abiti sartoriali. Il solito misero affresco della solita misera italietta, stavolta legata a Comunione e Liberazione.

Risultato? 4 arresti e 51 indagati nell'ultimo giro di ruota della corruzione.

Per chi conosce la provenienza politica dell'ex berlusconiano Lupi, che insegue la successione di Formigoni, queste possono essere quisquilie che non fanno notizia, tuttavia la reazione di Renzi pare quella di un Berlusconi qualsiasi.

Per uno che voleva rottamare tutti, che chiedeva dimissioni a destra e a manca e che invocava tolleranza zero contro i corrotti di certo non ci si aspettava una polemica contro i magistrati (feriti dall'approvazione della legge sulla responsabilità civile dei giudici).

"Dallo Stato schiaffi ai pm, carezze ai corrotti" tuonano i magistrati "Frase triste e ingiusta" si lamenta Renzi.

L'unico che ci aveva visto giusto in questi ultimi lustri con Incalza? Il solito Di Pietro, che l'aveva rimosso nel 2006.

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