Mettiamola così: se non sei renziano sei fuori dal PD. Alla faccia del "Democratico" presente nel nome del partito più votato in Italia.
L'ennesima dimostrazione dell'interpretazione a dir poco muscolare di Matteo Renzi, primo nella storia a destreggiarsi nel ruolo di segretario di un partito così importante e premier, è rintracciabile nel modo con cui 9 o 10 rappresentanti del partito saranno sostituiti in Commissione Affari Costituzionali. La loro colpa? Non essere d'accordo con l'Italicum.
Complessivamente sono stati presentati a Montecitorio 135 emendamenti all'Italicum che a breve approderà alla Camera. Di questi sono 11 le proposte di modifica firmate da parlamentari del Pd. 10 esponenti della minoranza dem - per bocca di Andrea Giorgis, dell'opposizione interna al partito, hanno "dichiarato di non voler votare né gli articoli né il mandato al relatore" della riforma elettorale. "Verremo sostituiti d'imperio perché nessuno ha chiesto di essere sostituito. Siamo nove sicuri: io, Alfredo D'Attorre, Marilena Fabbri, Roberta Agostini, Enzo Lattuca, Gianni Cuperlo, Pier Luigi Bersani, Barbara Pollastrini, Rosy Bindi. E forse Giuseppe Lauricella. Ci sono già state le telefonate".
Tutti sostituiti ovviamente da signorsì del novello ducetto toscano, i quali, pur di non essere fatti fuori acconsentono a votare una legge elettorale chiaramente incostituzionale.
Più che Partito Democratico pare Casa Pound, ma pare che il prodotto piaccia anche così con quel tocco un po' fascio che all'italiano adora da quasi 100 anni.
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