Tana libera tutti per Silvio. In Parlamento ci sono già tre ddl (a firma Pd)
Il dato più confortante dell'ennesimo atto collaborazionista al regime berlusconiano da parte dell'indecente Napolitano è che la gente comincia, seppur in proporzioni ancora troppo modeste, a non credergli.
Maggiore è invece il numero di (ex) elettori del Pd che non mangia più la foglia nei confronti dei toni rassicuranti dei suoi esponenti quando si parla di fornire l'ennesimo salvacondotto al criminale Berlusconi. Sono notizie positive, diluite però in un barile di ipocrita opacità istituzionale e di violazioni delle più elementari norme di buon senso prima ancora che democratiche. L'ipotesti, ribadita da Napolitano, di legiferare al più presto per un'amnistia abbinata all'indulto è più che sospetta. Nei tempi (Berlusconi a un passo dai servizi sociali o dai domiciliari per la condanna a 4 anni per frode fiscale ridotta a meno di un anno dall'altro vergognoso indulto 2006) e nei modi (l'articolata proposta grillina avrebbe potuto in pochi mesi alleviare di molto il dramma delle carceri sovraffollate senza sguinzagliare per le strade migliaia di pericolosi individui).
Che l'amnistia e l'indulto servano a salvare Berlusconi (figuriamoci cosa gliene frega alla Casta dei detenuti comuni) è un dato di fatto già scritto nero su bianco. In Parlamento ci sono due ddl al Senato e uno alla Camera che prevedono proprio il salvataggio del noto evasore e frodatore fiscale.
Al Senato è stato presentato un ddl sull'indulto dai democratici Manconi, Corsini e Tronti nonché da Luigi Compagna (ex Pdl) che già pochi anni fa tentò di far passare un emendamento salva-Silvio nella legge Severino. Quello del 15 marzo scorso prevede amnistia per tutti i reati commessi entro il 14 marzo 2013 per i quali è stabilita una pena non superiore nel massimo a 4 anni. C'è anche la postilla fatta su misura per Berlusconi: "E' concesso indulto, per intero, per le pene accessorie contemporanee, conseguenti a condanne per le quali è applicato anche solo in parte l'indulto".
Alla Camera c'è un altro ddl a firma Gozi (sempre ovviamente PD) che prevede che le pene accessorie temporanee siano indultabili.
In caso passino questi ddl sull'indulto quindi per Berlusconi sarebbe un trionfo: addio pena principale e addio pure a quella accessoria (interdizione dai pubblici uffici). Sarebbe come se il processo Mediatrade non ci fosse mai stato!
Altro che "non vale per i reati finanziari" oppure "non vale per Berlusconi". Questi favoreggiatori di criminali hanno già posto le basi per salvarlo.
Sapevatelo!
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Fonte: Antonella Mascali, Il Fatto Quotidiano 9/10/2013