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Alexandru Acea

Le malattie della valvola aortica

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La valvola aortica mette in comunicazione il cuore con la più importante arteria del corpo: l’aorta, da cui partono le altre grandi arterie che distribuiscono il flusso del sangue ai vari organi dal cranio alle gambe. Questa valvola si apre quando, durante la contrazione del ventricolo sinistro, il sangue deve defluire dal cuore e passare in aorta, mentre deve restare perfettamente chiusa quando il cuore si rilascia (in diastole) per evitare che il sangue dall’aorta refluisca nel ventricolo sinistro. Essa è costituita da tre cuspidi simili ad un nido di rondine. La valvola aortica anormale può andare incontro ad un processo di stenosi (restringimento) o di insufficienza; in molti casi coesistono la stenosi e l’insufficienza.

> La stenosi aortica
In questo caso la valvola è ristretta provocando un ostacolo al deflusso del sangue dal ventricolo sinistro all’aorta. Questa patologia può essere congenita o acquisita. Nelle forme congenite spesso la valvola invece di tre cuspidi ne ha solo due. Attualmente le forme reumatiche sono rare mentre è frequente la stenosi valvolare aortica di origine degenerativa. Questa patologia valvolare si sviluppa lentamente e si rende evidente nell’età media della vita. Anzi rappresenta la malattia valvolare più frequente nelle persone anziane. Alcuni autori considerano la stenosi valvolare aortica l’espressione della localizzazione dell’aterosclerosi a livello valvolare aortico.
La stenosi aortica è una malattia progressiva perché la deposizione di calcio sui lembi valvolari provoca una progressiva riduzione del lume della valvola. L’ostacolo alla fuoriuscita del sangue dal ventricolo sinistro in aorta causa un affaticamento ed un sovraccarico di lavoro da parte del ventricolo sinistro che va incontro all’ipertrofia. Col tempo però questa ipertrofia acquista caratteristiche patologiche che causano un deterioramento del ventricolo responsabile della comparsa dei sintomi. Infatti la sintomatologia della stenosi aortica compare tardivamente, spesso in età molto avanzata (oltre i 60-70 anni): affanno, aritmie, angina pectoris, svenimento sotto sforzo, scompenso cardiaco sono i sintomi più frequenti dei portatori di stenosi valvolare aortica.
La diagnosi di stenosi aortica è facile, una buona auscultazione cardiaca permette di evidenziare il difetto. Tuttavia per classificare la gravità del vizio sono necessari la radiografia del torace, l’elettrocardiogramma, ma soprattutto l’ecocardiografia con la quale si determinano il gradiente di pressione esistente fra ventricolo e arteria aortica, le dimensioni dell’orificio valvolare aortico e lo stato funzionale del ventricolo sinistro. Dal momento che spesso queste persone hanno una concomitante malattia coronarica, è necessaria anche la coronarografia poiché, in previsione di un intervento chirurgico di correzione, sarà indispensabile anche agire su eventuali stenosi coronariche.
I pazienti con stenosi aortica valvolare severa hanno scarso giovamento dalle cure mediche; per essi è indispensabile la chirurgica correttiva del vizio che prevede la sostituzione della valvola malata con una protesi valvolare artificiale (meccanica o biologica). Attualmente sono disponibili nuove possibilità di sostituzione valvolare aortica introducendo le protesi nell’aorta attraverso l’arteria femorale o la parete toracica, senza necessità del classico intervento cardiochirurgico.
> L’Insufficienza aortica
La valvola aortica può diventare insufficiente per patologie coinvolgenti i lembi della valvola o la radice dell’arteria aortica. Quando la valvola aortica non si chiude perfettamente alla fine della sistole una parte del sangue rigurgita dall’arteria aorta nel ventricolo sinistro; ciò provoca una progressiva dilatazione della cavità ventricolare sinistra. Questa va corretta possibilmente con la terapia medica prima che si sviluppi una severa disfunzione (cattivo funzionamento) del ventricolo sinistro.
Di solito la sintomatologia si sviluppa lentamente ed è caratterizzata da affanno ingravescente e/o palpitazione cardiaca, rara la comparsa di angina pectoris. Obiettivamente si rileva una pressione massima (sistolica) elevata (in rapporto alla gravità del vizio cardiaco) con pressione minima (diastolica) bassa, ampia pulsazione dei polsi arteriosi e il tipico soffio da incontinenza della valvola aortica. La radiografia del torace e l’elettrocardiogramma rilevano un ingrandimento dell’ombra cardiaca e talora anche dell’aorta. L’ecocardiogramma è utile per valutare la gravità del rigurgito aortico, l’anatomia della valvola aortica e della radice dell’arteria aortica e perciò consente di studiare il meccanismo del vizio cardiaco.
I pazienti con insufficienza aortica possono utilizzare nelle fasi iniziali (asintomatiche) i vasodilatatori (calcioantagonisti e/o ACE-inibitori); tuttavia, quando si manifestano i sintomi o se l’ecocardiografia dimostra un importante deterioramento della funzione del ventricolo sinistro o un ingrandimento marcato del ventricolo sinistro, è necessario l’intervento chirurgico che prevede la sostituzione della valvola aortica malata e a volte l’applicazione di una protesi sull’aorta ascendente.
> LE conclusioni
I pazienti portatori di vizi valvolari cardiaci, una volta accertata la diagnosi, devono essere attentamente e periodicamente seguiti dal cardiologo e devono sottoporsi alla cura antibiotica prima di un intervento chirurgico, per evitare l’infezione delle valvole che può causare l’endocardite infettiva. Devono inoltre, attentamente, valutare la comparsa e l’aggravamento dei sintomi, in particolare l’affanno notturno indice di un eccessivo affaticamento dei ventricoli. L’intervento chirurgico è spesso necessario, ma migliora nettamente la qualità e la durata della vita dei pazienti.

dott. Sabino Scardi
 
Didascalie delle figure

Fig. 1. è visibile la valvola aortica fra ventricolo sinistro e arteria aortica.
Fig. 2. A sinistra la valvola aortica normale, a destra una valvola stenotica con deposizione di calcio sui lembi valvolari.
Fig. 3-4. Nuovi dispositivi utilizzati per correggere la stenosi aortica senza il classico intervento cardiochirurgico.


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