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Il colpo di frusta

 |  Redazione Sconfini

 

La sigla TDRC non vi dice niente? E se parlassimo di Trauma Distorsivo del Rachide Cervicale? Ancora niente? Colpo di frusta?

Ecco ci siamo. Il cosiddetto colpo di frusta colpisce migliaia di persone ogni anno ed è causato nella quasi totalità dei casi da eventi improvvisi più o meno traumatici assolutamente non preventivabili, e pertanto inevitabili e non controllabili nei loro effetti immediati.

 

> Cause

Il classico e più diffuso motivo di colpo di frusta è il tamponamento automobilistico. Tuttavia, nonostante alcuni luoghi comuni abbastanza diffusi, bisogna sottolineare che il tamponamento non è l'unica causa di TDRC (ormai possiamo anche parlare in questi termini). Cadute accidentali e scivoloni, soprattutto tra le mura domestiche, rappresentano infatti un parte percentualmente non trascurabile dei colpi di frusta.

Ma in cosa consiste e come si subisce un trauma di questo tipo?

Esso è dovuto ad un rapidissimo ed innaturale movimento della cervicale, e più precisamente della muscolatura posteriore che avvolge questa zona del corpo umano, e si concretizza in uno stress causato da un'improvvisa estensione del capo verso la schiena e successivamente una brusca flessione in avanti, verso il petto.

Varie sono le cause che possono portare a peggiorare il colpo di frusta: tra esse, vale la pena di menzionare la componente rotatoria, cioè il fatto di tenere il volto girato di lato al momento dell'impatto. In questi casi il dolore e i problemi cui si andrà incontro nelle successive settimane possono essere sensibilmente enfatizzati.

 

> Sintomatologia

Pochi istanti dopo il momento del trauma, si avverte un diffuso dolore a livello cervicale e del trapezio (il muscolo che "collega" il collo alla spalla, dalla forma per l'appunto trapezoidale), e in alcuni casi addirittura immobilità. Nei giorni successivi si possono avvertire nausee, cefalee e vertigini. Il sempaltlice colpo di frusta non causa comunque problemi di natura neurologica: fenomeni paralizzanti non rientrano quindi tra gli effetti del trauma distorsivo del rachide cervicale.

 

> Primi passi per la risoluzione del problema

La procedura più usuale per la risoluzione del dolore prevede una visita al pronto soccorso, seguita da una radiografia. Trattandosi però di un trauma, come detto in precedenza, di natura muscolare, esso non può essere con certezza determinato (come ad esempio nel caso delle fratture ossee) da una radiografia, la quale d'altra parte può essere molto utile per svelare un eventuale quadro di rettilineazione dovuto al fatto che la muscolatura è molto contratta e pertanto porta quasi a far scomparire la lordosi, cioè la curva fisiologica della cervicale. La scomparsa di questa curva può essere infatti indice di colpo di frusta, ma per avere la certezza che sia proprio così non si può fare a meno del parere dell'ortopedico, il quale, con l'ausilio di una valutazione funzionale, può misurare il deficit di movimento e le cause che lo hanno comportato.

 

> Il collare ortopedico

Se si tratta di colpo di frusta, la procedura ormai consolidata prevedere la prescrizione del collare ortopedico. Questo presidio medico ha una funzione tanto semplice quanto fondamentale: aiutare il paziente a sopportare il dolore e facilitare il recupero. Il collare, infatti, serve principalmente a scaricare il peso della testa consentendo un più rapido rilassamento dei muscoli dolenti.

È assolutamente sconsigliato tenere il collare ortopedico 24 ore al giorno dal momento che il suo opportuno utilizzo resta confinato agli orari diurni: quando si dorme, infatti, indossare il collare è inutile e anche controproducente poiché si potrebbe andare incontro al rischio di atrofia muscolare. Inoltre, la funzione del collare viene meno quando il corpo non è in posizione eretta.

In alcuni casi la nausea, le cefalee o le vertigini non scompaiono in poche ore o pochi giorni, e di conseguenza a questo rimedio ortopedico bisogna sommare anche una terapia farmacologica. Il tempo in cui viene prescritto il collare solitamente si aggira attorno ai 15/20 giorni.

 

> La fisioterapia

Terminato il periodo d'uso del collare, l'ortopedico raramente si esime dal prescrivere un trattamento fisioterapico, che può essere effettuato secondo due metodi principali.

Se l'entità della contrattura dovuta al TDRC è intensa e particolarmente dolorosa, si effettua l'elettroterapia, che consiste in correnti analgesiche definite in gergo tecnico, a seconda delle tecniche utilizzate, diadinamiche, interferenziali o T.E.N.S. (Trans Electric Nervous Stimolation). Il minimo comune denominatore è quello delle spugnette umide d'acqua, all'interno delle quali sono presenti degli elettrodi. Il passaggio di corrente elettrica attraverso questi elettrodi stimola la muscolatura affinché possa decontrarsi. Il paziente avverte solamente un lieve formicolio. Queste varie tecniche, che in ogni caso si completano in cicli di alcune sedute, hanno anche il compito di facilitare il compito del fisioterapista, che al termine dei cicli potrà lavorare su una muscolatura meno rigida e quindi meno dolente.

Anziché scegliere l'elettroterapia, nei casi in cui il dolore cervicale, magari forte, è centrato su uno o due punti ben precisi, si può optare per il laser (in questo caso assolutamente indolore), che garantisce una soluzione mirata e molto efficace del problema in quanto agisce con precisione molto maggiore.

Il secondo metodo fisioterapico, che molto spesso è il secondo passo dopo l'elettroterapia, è legato ad una situazione più lieve a livello di contrattura e alle tradizionali tecniche di pompage e massoterapia. Il pompage, (utilizzato in molti punti del corpo, soprattutto gli arti) nella sua specifica applicazione alla cervicale, consiste nell'allungamento: un vero e proprio stretching passivo della muscolatura cervicale. È molto usato perché permette non solo la decontrazione, dal momento che sollecita tutta la muscolatura del reparto, ma anche di valutare la struttura muscolare del paziente. La massoterapia (massaggi) è localizzata con precisione dove il paziente riferisce di avere il dolore, ed è il modo più diretto per intervenire nel rilassare la muscolatura e fornire sollievo. In qualche caso la massoterapia viene praticata anche più in basso, al centro della schiena, dal momento che il tamponamento violento può coinvolgere anche la parte superiore della schiena, quella che meno viene trattenuta al sedile dalla cintura di sicurezza.

 

Giuseppe Morea

 

 

 


In collaborazione con Help!

 

 


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