Fastidiosa, molesta, insistente: la zanzara
Quando arriva l’estate, i pensieri di tutti sono rivolti a immagini prevalentemente positive come mare, sole, vacanze, libertà, amici, cene all’aperto, passeggiate. Però, c’è un però, che ha un’identità ben precisa, quella
della zanzara. Ecco il “regalo” meno gradito della bella stagione, con il suo fastidioso ronzare notturno e le sue ancora meno amate punture. Cosa sono, come si riproducono e vivono, perché pungono, come si possono sconfiggere e chi è più soggetto alle sue “iniezioni”? A queste e molte altre domande risponderemo in questo speciale dedicato ai nostri indesiderati compagni di vacanza.
> Classificazione, storia e morfologia
Con il termine generico zanzare si indicano moltissimi insetti che appartengono all’ordine dei Ditteri, sottordine Nematoceri, famiglia dei Culicidi. Questa famiglia è straordinariamente numerosa e comprende ben 35 generi e addirittura 2.700 specie. Resti fossili dimostrano l’esistenza di specie affini a quelle moderne già nell’Eocene, ovvero più di 50 milioni di anni fa. La zanzara, o meglio, le 2.700 specie di zanzara sono quindi organismi infinitamente più “anziani” degli uomini, che hanno iniziato a popolare la Terra milioni di anni dopo. Le zanzare hanno corpo allungato, zampe esili e due ali strette e trasparenti. La testa è munita di lunghe antenne che sono piumose nel maschio e verticillate nella femmina. La lunghezza complessiva di questi insetti non supera mai i 15 millimetri e il peso non supera mai i 2,7 milligrammi. In volo raggiungono la velocità massima di 2,5 km/h e sono pertanto relativamente lente. Per questo motivo una volta individuate, non è troppo difficile colpirle. La maggior parte delle specie ha abitudini notturne, ma non mancano specie prettamente diurne.
> Riproduzione e sviluppo
I maschi sfarfallano generalmente 24 ore prima delle femmine, per dar loro modo di maturare gli organi genitali. In seguito si riuniscono in grossi gruppi in volo per attirare le femmine che si uniscono allo sciame e scelgono il partner. Dopo l’accoppiamento, che avviene in volo, i due si separano. Nella maggior parte delle specie (per quelle europee in tutte), per nutrire le uova fecondate la femmina segue la caratteristica dieta a base di sangue che la differenzia dal maschio, che si nutre di essenze vegetali. Una volta maturate le uova, la femmina è pronta per la deposizione che, a seconda delle specie, può avvenire direttamente in acqua, o su foglie di piante acquatiche o su supporto solido, ma comunque umido.
> Le larve
Nelle specie che depongono uova in acqua, la zanzara si posa sul pelo dell’acqua (che quindi deve essere ferma) per deporre circa fino a 500 uova che possono essere unite in piccoli gruppi compatti galleggianti o singole e dotate di un organo galleggiante. Nelle specie che depongono fuori dall’acqua, le uova devono comunque venire sommerse per poter completare l’embriogenesi ed infine schiudersi. Dalle uova nasce una larva di forma allungata, senza zampe e coperta di setole che vivrà esclusivamente sott’acqua, spostandosi verso la superficie per respirare grazie a un sifone o una placca respiratoria posti nella parte terminale (addome) del corpo. Le larve si nutrono di zooplancton che convogliano verso la bocca grazie ai movimenti circolari delle spazzole boccali. In un paio di settimane, lo sviluppo sarà completo. In un anno, infatti, le zanzare comuni generano fino a 6 generazioni!
> Punture e malattie
La puntura della zanzara, per quanto fastidiosa, non è pericolosa di per sé quanto per le malattie che può trasmettere. Le zanzare sono responsabili della trasmissione di malattie molto pericolose, seppur rarissime in Europa, tra le quali la malaria, la febbre gialla, la dengue, la filariasi e alcune encefaliti. Tra le più recenti, la West Nile fever, introdotta nel 1999, ha causato diverse vittime negli Stati Uniti.
> Lotta alle zanzare
Per le malattie che possono trasmettere ma anche per il notevole fastidio che creano, le zanzare sono assiduamente combattute al fine, se non di sterminarle, quanto meno di limitarne la popolazione. La soluzione migliore in assoluto, e anche quella più perseguita, prevede la cosiddetta lotta basata sull’eliminazione dei focolai di proliferazione. Si tenta cioè di eliminare le zanzare, prima che possano spiccare il volo, eliminando gli ecosistemi utili alla loro deposizione o intervenendo chimicamente sulle acque stagnanti. La lotta cosiddetta adulticida (cioè dopo che le larve si sono librate in volo diventando zanzare) risulta infatti dispendiosissima, tossica anche per l’uomo e molto poco efficace.
> Metodi alternativi e novità
È dalla natura che può arrivare il peggior nemico delle zanzare. Quando sono ancora in stato larvale possono essere attaccate da altri insetti o da pesci come la gambusia, mentre da adulte ecco scendere in campo uccelli insettivori, pipistrelli, anfibi e soprattutto le libellule.
Un recentissimo esempio di lotta alla zanzara, sperimentato a partire dal giugno 2006 a Rimini e a Treviso, ha dato il via al “Mosquito Stopper”, un dispositivo che impedisce alle zanzare adulte di usare il sistema fognario per deporre le proprie larve sottraendo così agli insetti luoghi adatti alla proliferazione. Il dispositivo consiste in una zanzariera basculante, da applicare alle comuni caditoie del sistema fognario, che permette il deflusso dell’acqua e dei detriti. Esso è dotato di un sistema di sblocco che permette il rigurgito della rete fognaria non modificando quindi il normale funzionamento della rete stessa. Rispetto ai trattamenti periodici, questa soluzione ha il vantaggio di essere applicata una tantum.
Il Comune di Fiesole, in quegli stessi mesi ha avviato una sperimentazione per controllare il numero di adulti, favorendo l’insediamento di pipistrelli tramite l’uso di bat-box, cioè di batterie di rifugi adatti ai pipistrelli appese alle grondaie dei cittadini che aderiscono.
La Provincia di Novara ha sperimentato nel 2005 una soluzione specifica per le risaie: mentre l’uso consueto prevede il prosciugamento completo della risaia in alcune fasi della coltura, realizzando una vera e propria trappola per girini e pesci, si è lasciato nella sperimentazione un solco allagato per permettere alle specie predatrici della zanzara di rifugiarsi in un ambiente ospitale. Le risaie sperimentali a Novara a luglio e agosto 2005 hanno ospitato un numero di larve di zanzare inferiore del 44%, mentre i solchi lasciati allagati del 77%, dimostrando che il solco allagato non funge da serbatoio per le larve di zanzara.
> Il parere dell’esperto
Nel corso del tempo i rimedi più diffusi per evitare di essere punti dalle zanzare non hanno subito drastici mutamenti, ma l’uomo, grazie all’aiuto della scienza e della natura, riesce ad escogitare continuamente nuove contromosse e ad affinare le tradizionali tecniche anti-zanzara. Ci aiuta nel fare una panoramica dei principali metodi utilizzati nella nostra area geografica, la dottoressa Majda Cossutta, dermatologa.
“Esistono molti strumenti per difendersi dalle zanzare – premette la Cossutta – ma non è detto che tutti possano avere la stessa efficacia, né che possano essere utilizzati su tutte le persone”. Il primo esempio di cui potremmo parlare riguarda i prodotti chimici del tipo Autan. “Quasi tutta la categoria di prodotti chimici e sintetici, di cui il nome Autan rappresenta il marchio più diffuso in tutto il mondo, non dovrebbe essere per esempio usata su bambini molto piccoli, che hanno la pelle molto delicata – precisa la dermatologa – e perché potrebbero raccogliere un po’ del prodotto sulle dita o sotto le unghie prima di mettersi in bocca le mani. Non sono molto diffusi, ma in alcuni soggetti possono verificarsi episodi dermotossici”. Per questo motivo le principali marche di repellenti chimici hanno creato dei sotto prodotti family che vanno bene anche per bambini. Nonostante la loro quasi indiscussa efficacia, tuttavia, restano alcune perplessità sul loro livello di tossicità.
Ecco allora che ci viene in aiuto la natura, che da sola è già in grado molto spesso di fornirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Anche per respingere le zanzare. “Esistono creme o diffusori – conferma la specialista – composti da estratti vegetali come il geranio odoroso (pianta utilizzata da secoli per allontanare gli insetti, ndr), la menta o il basilico. Il loro odore è mal sopportato dalle zanzare che tendono a girarci alla larga”. Questa barriera naturale può essere ricreata anche all’interno delle singole camere grazie all’uso dei diffusori. Nel caso di uso di diffusori chimici è bene arieggiare la stanza con cadenza regolare.
Tra le “armi” che non si spalmano o spruzzano sulla pelle, ci sono anche le candele “profumate” alla citronella e i classici zampironi a spirale. La controindicazione, tutta umana, è che anche qualche persona non ne sopporta l’odore, con il rischio di allontanare non solo le zanzare.
Luci spente e finestre chiuse! Pare il rimedio meno invasivo del mondo, ma in realtà da qualche anno non basta più. “Dal 1990 quando a Genova è stata fatta la prima segnalazione – avverte la dottoressa Cossutta – è giunta anche in Italia la zanzara tigre, che deve il suo nome all’aspetto a strisce”. È un insetto diffuso in tutta l’Asia Sud-orientale, dotato di una straordinaria capacità di adattamento ad ambienti completamente diversi da quelli originari. La sua comparsa fuori dai luoghi d’origine è avvenuta prima negli Stati Uniti, in Messico e Brasile, poi in Europa (Albania e Italia). Le prime colonie si formarono attraverso l’importazione di pneumatici usati all’interno dei quali vi erano deposte delle uova. Dal 1994 l’infestazione è presente anche in Emilia-Romagna, dove la zanzara tigre ha ormai colonizzato tutte le città capoluogo, vasti territori di pianura e basse colline. Con gli anni le colonie si sono moltiplicate arrivando anche in Friuli Venezia Giulia.
“Il punto è che questa specie di zanzara punge anche di giorno – sottolinea la dermatologa – rendendo così vana l’abitudine a chiudere le finestre e a tenere le luci spente nelle ore notturne”. “Di per sé questa zanzara – conclude – non provoca malattie gravi, ma solo punture un po’ più fastidiose del solito”. Per chi è a casa, quindi, la soluzione ottimale è rappresentata dalle zanzariere, che sommate ai gerani possono dare gli stessi risultati dei prodotti chimici, più indicati quando si resta all’aperto.
Giuseppe Morea