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Fine dei vitalizi: dinosauri in rivolta. Occhetto: "mantengo due figli disoccupati con quei soldi"

 |  Redazione Sconfini

Come abbondantemente promesso in campagna elettorale uno dei primi risultati che dovrebbero portare a casa i 5 Stelle è il taglio dei vitalizi. Non un'eliminazione totale ma un ridimensionamento in grado di far risparmiare 40 milioni di euro l'anno alle Casse dello Stato.

Gli ex parlamentari bagnati dalla fortuna di aver goduto dei generosissimi vitalizi fin qui erogati non faranno mai la fame ma vedranno decurtarsi l'abbondante assegno mensile di circa il 30-50% a seconda dei casi. Solo i pochi che hanno fatto più di 4 legislature, forse, ci rimetteranno più della metà del vitalizio.

Ora mettono l'elmetto e vanno in trincea decine di politici e politicanti che finora hanno vissuto da nababbi senza alcun merito, per di più alle spalle della gente che fatica a sbarcare il lunario. Tra i primi a imbracciare le armi è Achille Occhetto (oggi 82 anni!) che dal 2006 (ovvero da 12 anni) percepisce un vitalizio di 5.860,00 netti al mese cui vanno sommati i 3791 euro della moglie. Quasi 10mila euro al mese da 12 anni.

Ebbene, in un'imbarazzante intervista su Libero, povero Occhetto delira impaurito. Teorizza addirittura la povertà per sé e per la sua famiglia ignaro del fatto che ci sono famiglie in Italia che tirano avanti con un quinto delle loro entrate.

Ma non basta. Occhetto tenta di buttarla sul morale "vi assumete voi la responsabilità del fatto che finirei in povertà", poi sull'onestà "Il vitalizio permette ai parlamentari di fare politica senza rubare" e infine sulla pietà "Mantengo due figli disoccupati". Peraltro due figli ultracinquantenni che probabilmente le loro occasioni di lavorare le avranno pure avute.

Un discorso decisamente insensato e offensivo nei confronti di un popolo che ha sofferto, soffre e continuerà a soffrire per legge Fornero, riforme pensionistiche che prevedono il calcolo retributivo dei contributi, non continuità retributiva per gli under 45 e mille altre norme che hanno impoverito il proletariato (tanto per usare un termine che ideologicamente sarebbe in teoria affine a Occhetto).

Qual è il significato profondo di questo arroccamento e verso dove stiamo andando? Questa è la domanda più importante da porsi al di là del delirio dell'anziano politico. La fine dei vitalizi così generosi segna uno spartiacque decisivo nei confronti di un vecchio modo novecentesco di affrontare la politica, di uno Stato che deve a prescindere riempire le tasche dei suoi dirigenti. E' insomma la fine di una visione sessantottina, che ha fatto le fortune di pochissimi e che tantissimi ora devono ripagare. E' la fine del '900. Ciò che si para davanti è diverso. Se la filosofia politica del Movimento 5 Stelle sarà perseguita anche nei prossimi anni si andrà incontro a una significativa redistribuzione della ricchezza nel senso "poco a tutti" piuttosto che "tantissimo a pochi".

Al di là dell'evidente elemento di giustizia sociale è legittimo chiedersi se un futuro fatto di sussenzialismo a oltranza per una cospicua parte della popolazione possa essere utile all'intera comunità.

Su fatto di debellare il parassitismo dei tanti Occhetto sparsi per la Penisola invece è plebiscito.


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