Berlusconi: se mi condannano non mi dimetto
«Ho ancora fiducia nell'esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti. Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto». A pronunciare queste parole è Silvio Berlusconi, che sente stringersi attorno al collo il cappio della giustizia dopo la bocciatura del lodo Alfano, il quale mette le mani avanti e prepara l'opinione pubblica alle possibili (probabili?) condanne che potrebbero giungere dai vari processi (a partire dal processo Mills) che si sono riaperti anche a carico del Cavaliere.
E quali sarebbero le conseguenze di un'eventuale condanna? Nessuna, per l'appunto. La mossa è chiara: "cari giudici processatemi e condannatemi pure, tanto per me non cambierà mai nulla. Non mi dimetto e non farò passi indietro, qualsiasi cosa accada".
Ai suoi sudditi/elettori il messaggio è chiaro: "la vostra volontà di vedermi a capo del governo non sarà tradita dalla magistratura comunista, che qualsiasi sentenza emetterà sarà una sentenza politica che non sarà veritiera".
La notizia comunque non giunge inaspettata per chi conosce il senso di giustizia di Berlusconi, sebbene sarebbe l'unico caso al mondo di primo ministro condannato penalmente ma che comunque rimane in sella al suo Governo.