La grande truffa della laurea. Tutti ai lavori manuali

Fin da quando erano scolari delle elementari, il "sistema" aveva fatto credere a tutti che "solo chi studiava poteva avere successo nella vita, avere soddisfazioni economiche, trovare un bel lavoro". Purtroppo chi lo diceva, genitori e insegnanti, era in buona fede e non sapeva che in realtà stava dando il peggiore dei consigli possibili, avviando i loro amati figli e studenti verso una vita di stenti e precariato.
Chi proprio non aveva voglia e testa per studiare iniziava presto a lavorare o quanto meno a imparare un lavoro, guadagnando dai 6 ai 12 anni di vantaggio (in termini di contributi pensionistici e di guadagni economici) rispetto a chi proseguiva gli studi e pian piano andava a trasformarsi in quello che la società chiedeva: un istruito e spendaccione tassello facilmente sostituibile e ricattabile del sistema. Poi è stato presentato il conto a questa generazione. Salatissimo.
Impossibile, salvo raccomandazioni o squallidi compromessi, trovare un lavoro adeguato alla propria preparazione e in linea con le aspettative economiche proprie e della propria famiglia. Qualcuno, specialmente i laureati in ingegneria e materie economiche, ha trovato lavoro attraverso la banca dati di Almalaurea ma la stragrande maggioranza dei laureati si è dovuta accontentare delle briciole, mentre i compagni di scuola somari "costretti" a fare i meccanici, gli idraulici, i piastrellisti e gli elettricisti si compravano la Porsche o un Suv in contanti, un appartamento e potevano permettersi vacanze due o tre volte all'anno.
Ora, con la crisi, neppure i pochi fortunati di Almalaurea, il consorzio di 52 atenei italiani che raccoglie i curriculum dei laureati (1,2 milioni), trovano più lavoro. Leggete i numeri di questa vera catastrofe di talenti:
- negli ultimi 7 anni la percentuali dei laureati (vecchio ordinamento) che trovavano lavoro è scesa del 6,4%
- A gennaio e febbraio 2009 le richieste dei responsabili risorse umane sono scese del 23% rispetto al già modesto dato del 2008.
- I laureati del gruppo statistico-economico hanno avuto un calo di "richieste" del 35%
- I laureati in ingegneria del 24%
- Il tasso di disoccupazione nell'ultimo anno è poi aumentato di tre punti percentuali. Ed è immaginabile che nel prossimo anno i valori saranno ancora più critici.
I dati sono quelli di Almalaurea che verranno presentati a Bari il 12 marzo insieme all'undicesimo Rapporto 2009 sulla condizione occupazionale dei laureati che ha coinvolto 300 mila laureati di 47 università italiane di cui 140 mila laureati post-riforma. "Ciò che deve essere scongiurato - dice Andrea Cammelli, direttore del consorzio - è che una preziosa e qualificata risorsa rischi di essere schiacciata fra un sistema produttivo che non assume e un mondo della ricerca priva di mezzi".