Gli italiani di 100 anni fa. Immigrati della peggior specie?
La "geniale" proposta del consigliere comunale milanese leghista, Matteo Salvini, che chiede posti riservati appannaggio dei milanesi doc sui metrò e sui mezzi pubblici meneghini (a discapito di brianzoli, "terroni", extracomunicari ma anche di turisti) e il deprimente caso dei respingimenti dei barconi di immigrati disperati in cerca di fortuna in Italia e che sta costando carissimo al nostro Paese, bersagliato da un coro di critiche da parte di tutto il mondo e dall'Onu, fa tornare le lancette indietro nel tempo di quasi 100 anni.
A quando cioè gli immigrati erano i nostri nonni, bisnonni e prozii che andavano in cerca di fortuna negli Stati Uniti d'America.
Interessantissimo per comprendere il fenomeno, questo testo, tratto da una relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, datato Ottobre 1912.
Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali".
"Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni
che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".
Nel 1912, da rilevare, gli USA erano già più avanti dei governanti italioti del 2009! Già erano in grado di fare una "scelta" a monte tra immigrati potenzialmente utili alla società e i potenziali delinquenti. Noi, nel dubbio, cacciamo tutti. Indistintamente.
Considerate come vanno le cose in Italia, è pensabile che presto gli italiani (i più intelligenti sono già scappati) siano presto costretti a riprendere ad emigrare da un Paese svuotato dal punto di vista delle risorse, dell'industria, dell'occupazione e della legalità. Auguriamo di cuore a Matteo Salvini e a coloro che la pensano come lui di essere trattati con un po' di umanità in più quando, Dio non voglia, saranno costretti a scappare dal maleodorante Stivale italiota.