Rendimento dei Bot al minimo storico: 1,84%. Le possibili ripercussioni
Il rendimento dei Titoli di Stati, i Bot (Buoni Ordinari del Tesoro), ha toccato il minimo storico a quota 1,84%. La notizia nasconde alcuni rischi per l'Italia che sarebbe meglio affrontare quanto prima, perché non si può non associare a questo dato, quello relativo ad un nuovo triste record: quello del debito pubblico. Secondo il supplemento al Bollettino Statistico di Bankitalia quest'ultimo si è attestato a 1.670,6 miliardi, superando ogni precedente livello.
In questo, la situazione sembra completamente fuori controllo e questa condizione non fa altro che abbassare il rating del paese a livello internazionale. I TG e i giornali non lo dicono, ma a livello internazionale l'Italia è considerata la prima possibile vittima della crisi economica e del rischio default tra i paesi europei assieme a Grecia e Irlanda.
Un dubbio di non semplice risoluzione riguarda il perché di rendimenti così bassi: a metà dicembre sono andate deserte due aste di Btp per specialisti del settore, mentre ora, se gli interessi sui Bot sono così bassi è perché la domanda è stata molto elevata. Meglio (quasi) niente che perdere tutto in Borsa sembra essere la causa della corsa ai Bot. Perché allora gli specialisti non hanno comprato i titoli di stato e i risparmiatori sì?
Con i bassissimi rendimenti dei Bot l'Italia, che non può rischiare di promettere interessi alti, per catturare quanti più clienti possibili, perché rischierebbe di non poterne pagare gli interessi (e nemmeno la cifra iniziale) in tempo, si agevola della situazione. I Bot, infatti, usati assieme ad altri strumenti, servono quasi esclusivamente per pagare gli interessi sul debito e le scandenze dei precedenti Bot e Cct. Se il loro costo (interessi) è basso, allora, il debito - purtroppo però come abbiamo visto, è fuori controllo - "pesa" di meno. Teoricamente, perché se esso continua a gonfiarsi allora la riduzione degli interessi sui Bot sarà inutile.
Se però nel prossimo futuro nessuno comprerà più questi Bot, proprio perché gli interessi promessi sono troppo bassi, si correrà il rischio che il Paese non sia in grado di pagare neppure le scadenze di quelli più vecchi, palesando così il rischio default, preludio ad un vero dramma collettivo: la bancarotta dell'Italia, in modo molto simile all'Argentina del 2001.
Per stare più tranquilli bisognerebbe fare ciò di cui da anni si parla: ridurre drasticamente la spesa strutturale dello Stato.
Ma in fondo il vero allarme per l'Italia è la riforma della giustizia...