La nuova composizione del prezzo della benzina
Dimostrando ancora una volta il coraggio del coniglio e la trasparenza del catrame, il "geniale" Tremonti nel marasma della manovra e delle decine di provvedimenti annunciati, smentiti, ridimensionati e riproposti ha trovato il modo di far cassa, come sempre, sulla pelle dei cittadini.
Come spesso accade, per sottrarre altri soldi ai contribuenti, ci si appoggia alle cosiddette accise sui carburanti diventate ormai una tassa occulta che vale centinaia di milioni di euro ogni anno. La nuova raffica di rialzi, iniziata a fine giugno 2011, non è stata annunciata in nessun comunicato ufficiale forse perché il ministro dell'economia pensava di farla franca: i prezzi del petrolio sul mercato mondiale sono in ribasso e quindi aveva scommesso in un calo dei prezzi alla pompa in modo da mascherare gli aumenti che a breve analizzeremo. Naturalmente gli è andata male e come un bambino sorpreso con il dito nella marmellata, è stato scoperto dagli automobilisti che hanno fatto rifornimento.
Le due nuove accise sui carburanti riguardano il già previsto "Fus" (Fondo Unico per lo Spettacolo) e "L'emergenza umanitaria nel territorio nazionale". Propagandisticamente quindi la colpa è da attribuire alla cultura e ai clandestini. In realtà sono balzelli assolutamente ingiustificati perché il fondo per la cultura esisteva da molti anni ed è stato cancellato da questo governo, mentre poche migliaia di immigrati provenienti da zone di guerra non hanno mai, nella storia dell'umanità, imposto accise sui carburanti in nessun altro paese del mondo.
Ed ora un po' di numeri: l'accisa del Fus pesa per ben 0,19 centesimi di euro; l'accisa per lemergenza umanitaria per 0,04 centesimi di euro.
Il tutto, al netto dell'IVA (altro 20%) e l'ovvio aumento del margine di guadagno garantito alle compagnie petrolifere (31,33% del prezzo complessivo). In pratica, un bell'aumento secco di circa 5 centesimi al litro, che per un pieno di 50 litri significano 2,5 euro in più.
Ma giusto per toglierci lo sfizio e per completezza di informazione è bene ricordare anche le altre simpatiche (e realistiche) accise che compongono il prezzo di un litro di carburante. Sono accise storiche, che vi potranno sembrare assurde e invece non sono mai state eliminate (naturalmente a queste cifre bisgna sommare sempre il 20% di iva).
Ecco le accise storiche:
* la guerra in Abissinia del 1935 (1,90 lire - 0,001 euro circa);
* la crisi di Suez del 1956 (14 lire - 0,05 euro circa);
* il disastro del Vajont del 1963 (10 lire - 0,005 euro circa);
* l’alluvione di Firenze del 1966 (10 lire - 0,005 euro circa);
* il terremoto del Belice del 1968 (10 lire - 0,005 euro circa);
* il terremoto del Friuli del 1976 (99 lire - 0,05 euro circa);
* il terremoto in Irpinia del 1980 (75 lire - 0,04 euro circa);
* la missione in Libano del 1983 (205 lire - 0,11 euro circa);
* la missione in Bosnia del 1996 (22 lire - 0,01 euro circa);
* il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 (0,02 euro).
E dal 2011:
* Fondo Unico per lo Spettacolo (0,019 euro)
* Emergenza umanitaria (0,004 euro)
Sarete lieti di sapere quindi che pagate per ogni litro di benzina 0,324 euro per finanziare (anche) una guerra iniziata (e finita) quasi 80 anni fa, una serie di terremoti e disastri di 30-50 anni fa, missioni "di pace" finite da un pezzo. In attesa che il ministro della guerra Larussa ci aggiorni sulle recenti operazioni militari che quel fascista di suo nonno sta eroicamente ancora compiendo ancora in Abissinia, il calcolo di quanto ammonti la nuova tassa occulta è presto fatto. Ogni giorno in Italia vengono erogati circa 110 milioni di benzina, quindi ogni giorno entreranno nelle casse dello Stato 2,75 milioni in più rispetto all'altro ieri, ovvero oltre 1 miliardo di euro in un anno. Senza contare gli ulteriori 200 milioni di IVA, perché bisogna pagare le imposte anche sulle imposte.
Il tutto "senza mettere le mani nella tasche degli italiani" e "senza aumentare le tasse". Of course.
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