Buone notizie per lo Stato, pessime per i risparmiatori. Bot e Ctz a ruba
Chi si accontenta gode, ma sempre di meno. Complice il crollo senza fine delle Borse di tutto il mondo i risparmiatori si orientano sempre più verso la "sicurezza" offerta dai titoli di Stato. Il Ministero del Tesoro ha messo all'asta 10 miliardi di euro in Bot semestrali (a fronte di una richiesta di 13,15 miliardi) che sono stati assegnati con un prezzo medio ponderato di 99,369, mentre il prezzo di esclusione è stato 98,867.
La conseguenza principale di questa domanda preponderante sull'offerta è stata quella di portare ad un nuovo minimo storico, battendo il record di poche settimane fa, i buoni semestrali che sono stati collocati con un rendimento lordo semplice dell'1,236%, in calo di 0,243 punti.
Per i Bot flessibili scadenza 30/11/2009, offerti per 3,5 miliardi di euro e richiesto per 6,138 miliardi, il prezzo medio ponderato è stato di 99,039 mentre il prezzo di esclusione si è fermato al 98,298.
Per i Ctz, la domanda è stata pari a 4,498 miliardi a fronte dei 2,5 miliardi offerti e interamente assegnati dal Tesoro. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 97,155 mentre il prezzo di esclusione si è attestato a 95,241.
Nuovi minimi, di conseguenza, anche per il rendimento del Ctz con scadenza 30/09/2010 offerto in undicesima tranche: il tasso lordo semplice si è attestato all'1,833%, in calo di 0,514 punti rispetto al precedente collocamento, aggiornando un minimo storico tra i più longevi tra i titoli di stato e che risaliva al giugno 2003 (1,85%).
L'appeal dei titoli di Stato è al massimo, nonostante, conti alla mano, non consenta neppure di ripagarsi l'inflazione. In pratica se metto in Bot 100 euro oggi, tra sei mesi, attualizzando il valore della moneta all'inflazione, mi ritroverò con meno di 99 euro.
Ma come dar torto al risparmiatore? Per chi non ha grandi cifre da investire in immobili (forse l'investimento migliore in questo momento, seppur ancora esposto a piccole turbolenze), la Borsa in questo momento rappresenta il luogo peggiore nel quale investire.
Chi ha veramente da guadagnarci da questa situazione è lo Stato, che grazie ai titoli di Stato paga i debiti pregressi e una buona parte di stipendi statali e pensioni, perché ottiene a costo praticamente zero ingenti quantità di denaro.