Di Pietro lancia una raccolta di firme per far dimettere i due giudici della "cena segreta"
La cena segreta tenutasi a Roma, a casa del giudice della Corte Costituzionale Luigi Mazzella, e che ha visto protagonisti oltre al padrone di casa, il collega Paolo Maria Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, il ministro Angelino Alfano, Gianni Letta e Carlo Vizzini rappresenta forse un momento centrale nella storia politica italiana.
Il 6 ottobre 2009 non sarà una data come le altre, sarà La Data, in cui sapremo se l'Italia è ancora una Repubblica Democratica fondata su una delle Costituzioni più complete, ricche, equilibrate e perfette del mondo, o se il Belpaese si sarà definitivamente diventato Berlusconistan.
Quel giorno la Consulta dovrà decidere se dichiarare incostituzionale il lodo Alfano e di fatto far riprendere, tra gli altri forse in procinto di aprirsi, il processo Berlusconi-Mills anche per Berlusconi, dopo che Mills è stato già condannato in primo grado per essere stato corrotto da Berlusconi (improcessabile proprio grazie al lodo Alfano) e mentire ai giudici di Milano in vari processi a carico dell'attuale premier.
I sospetti di una cena ad personam sono forti, troppo forti, per non destare paure e preoccupazioni sulle decisioni che saranno prese tra gli altri, proprio da Mazzella e Napolitano. Checché se ne dica è in pericolo non solo l'equilibrio dei poteri, ma ci sono sospetti più che fondati dati i precedenti, di una possibile manipolazione del voto dei due giudici da parte di Berlusconi e dei suoi.
Questa cena, che è una delle notizie più importanti della storia eversiva di matrice piduista d'Italia, definita da una importante costituzionalista, come Lorenza Carlassare, un attacco allo stato di diritto, non è praticamente conosciuta alla gran parte dei cittadini ma non per questo può passare inosservata. Per questo motivo e per non permettere ai più sospettosi di avere motivi per protesta di fronte ad un'eventuale via libera al lodo Alfano, Antonio Di Pietro ha lanciato un appello a Francesco Almirante, presidente della Corte Costituzionale per costringere i due giudici a dimettersi dalla Consulta entro il 6 ottobre prossimo.
Cliccando su questo link si può inviare la richiesta ad Almirante.