Pensioni per tutti. Purché facciano parte della Casta
Siete ancora convinti che la Casta, per evitare la bancarotta dell'Italia, taglierà i costi della politica? Magari riducendo del 5% i compensi ai parlamentari (che lavorano 9 ore alla settimana in Senato e poco di più alla Camera)? Poveri illusi!
I grandi statisti Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Condurelli, preoccupati per i tanti politicanti di professione senza arte né parte (figuriamoci un lavoro) che dopo la legislatura da sindaci o da consiglieri comunali si ritrovano senza lavoro e senza soldi, stanno sul serio promuovendo un disegno di legge per garantire anche a loro una pensione.
Una roba da pazzi, che però ha presto trovato sponda nell'alter ego della Casta del Pd, ovviamente il Pdl: "Ne possiamo discutere" aprono all'ipotesi gli esponenti del partito berlusconiano.
La proposta di legge è la numero 2875/09. "Per una ragione di equità", hanno scritto nell'unico articolo del testo che sta per essere licenziato dalla commissione Lavoro. Dare una pensione al sindaco, all'assessore di un paese, al presidente della comunità montana, e anche al presidente della circoscrizione, raggiungerebbe il doppio obiettivo di rendere meno faticoso l'ingresso nella comunità e soprattutto dare ai colleghi che hanno avuto meno fortuna (leggi agganci) in carriera un compenso vitalizio per il lavoro svolto per la comunità.
Il costo dell'operazione? Almeno 40 milioni di euro l'anno dicono i ragionieri che hanno fatto i conti.
Equità o provocazione?
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Aggiornamento: il Pd ha fatto sapere di essere stato "frainteso" e che la legge è stata bloccata. Per ora.