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Rottura nel Pdl. Ecco perché Berlusconi ha stravinto

 |  Redazione Sconfini

Si è consumato ieri sera con tanto di marchetta minzoliniana al Tg1 la rottura definitiva tra i due "co-fondatori" del Popolo della Libertà (di uno solo di uno dei due cofondatori).

 

Una sceneggiata patetica se non fosse stato imbastito questo teatrino squallido sulla testa dell'Italia intera, che ormai non ricorda più un provvedimento governativo o una legge parlamentare che non fosse una legge ad personam, un lodo per salvare qualcuno, una leggina farlocca e inutile per fare un po' di propaganda. Da un lato Fini, che dopo tantissimi anni da bagascia (politica) nel corso dei quali ha condiviso il letto (politico) con finimignotte, mafiosi, camorristi, corrotti, corruttori, piduisti, massoni e millantatori, tenta sfidando il senso del ridicolo di rifarsi una verginità dopo essersi accorto che Berlusconi e i suoi bracci destri stanno affondando sotto il peso di coinvolgimenti con le stragi di mafia, della corruzione dilagante, delle logge massoniche più o meno segrete.

Dall'altro il vecchio leader, amico di mafiosi e delle belle ragazze, generoso con chi (gliela) dà e staliniano con chi gli mette i bastoni tra le ruote. Pur essendo il leader del Popolo delle Libertà ritiene che in Italia "c'è fin troppa libertà di stampa" e afferma di non essere più "disposto ad accettare il dissenso". Così con un bel calcio nel sedere rispedisce un porzione della vecchia Alleanza Nazionale fuori dal contenitore che l'aveva accolta.

Quando Alleanza Nazionale si è sciolta, come la diarrea, nel Pdl (Forza Italia) è apparso presto chiaro che la composizione chimica di quella diarrea ex-fascista era in parte simile a quella forzaitaliota, mentre una parte non era compatibile e come l'olio con l'acqua, per quanto uno rimesti nel barile, a un certo punto tende a venire a galla.

Ma numeri alla mano chi ha vinto questo scontro? Senza ombra di dubbio Berlusconi. Ed ecco perché.

Nel 2001 Alleanza Nazionale (nella coalizione vincente e quindi godendo il premio di maggioranza) contava a inizio legislatura 99 deputati e 45 senatori.

Nel 2006 Alleanza Nazionale (uscita sconfitta dalle elezioni e quindi senza premio di maggioranza) contava a inizio legislatura 72 deputati e 41 senatori. Se il centrodestra avesse vinto le elezioni (come accadde nel 2008) in virtù del premio di maggioranza Fini avrebbe potuto contare su circa 100/105 deputati e 55/60 senatori.

Dopo lo "scioglimento" nel Pdl, Berlusconi ha fatto incetta di uomini provenienti da An al punto da conquistare anche esponenti di spicco come La Russa e Gasparri. Cosa resta quindi a Fini?

Secondo le ipotesi più accreditate i deputati che seguiranno il Presidente della Camera nell'avventura fuori dal Pdl saranno circa 35, mentre i senatori saranno circa 14. Una perdita netta del 60-70% della forza parlamentare che si rifaceva ad Alleanza Nazionale, inglobata da Berlusconi, che si gode i nuovi acquisti post-fascisti e inizia il mercato di riparazione iniziando dai sempre disponibili centristi pronti a riempire le poltrone che i finiani dovranno abbandonare.

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