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Parlamentarie Pd: Grillo ha già vinto

 |  Redazione Sconfini

Lunedì, dicono, i big del PD si ritroveranno per stilare il regolamento delle parlamentarie del partito.

I cittadini avranno così la possibilità di stabilire le gerarchie delle liste bloccate che il maledettissimo porcellum prevede.

Al netto delle battute sui 2 euro che probabilmente i cittadini dovranno pagare alla faccia dei "rimborsi elettorali" milionari immotivatamente percepiti dai partiti e dalle regole che sicuramente cercheranno in tutti i modi di bloccare le liste in modo da far eleggere i big e i nominati della segreteria, la notizia è dirompente nella sua positività.

Innanzitutto c'è una positiva svolta in animi democratici come quelli di Rosy Bindi che il 23 novembre, quando ancora la vittoria nelle primarie di Bersani non era sicura e il rischio che vincesse Renzi non era impalpabile disse: "Io sono il presidente dell'assemblea e Bersani il segretario, le liste le facciamo noi".

Insomma, se Renzi avesse vinto la Bindi se ne sarebbe altamente sbattuta della volontà dei suoi elettori.

Per intenderci: parole infinitamente peggiori di quelle di Grillo, ora attaccato a destra e a manca per le sue parlamentarie (prima non usava Liquidfeedback, poi ha imposto regole stringenti per evitare infiltrati, poi che hanno votato in pochi, poi con la falsità che Casaleggio si sarebbe tenuto i soldi dedicati ai gruppi comunicazioni alla Camera e al Senato in un fastidioso crescendo di puntigliosità gratuita da parte di chi nell'occhio ha una trave larga quanto la Colonna Traiana) e per il fatto di mettere alla porta i cosiddetti dissidenti, che poi non sono altro che persone che non accettano i regolamenti previsti, controfirmati e sottoscritti illo tempore (soprattutto quello sul massimo di due mandati, vero nodo dei novelli politicanti carrieristi).

Ad ogni modo, il fatto che il Pd faccia le parlamentarie è il segnale che hanno capito come fare a vincere (nettamente) le elezioni: un colpo a Grillo con la stampa amica che non vuol perdere i rimborsi elettorali, un colpo all'orgoglio dell'elettore con la chiamata alle urne dei gazebo.

Piaccia o non piaccia, le parlamentarie del Pd sono già una vittoria del Movimento 5 Stelle. Senza il loro impetuoso aumento nei sondaggi di quest'anno la truppa di Bersani se ne sarebbe ben guardata dal farle, così come in Sicilia non avrebbero candidato un vero capofila dell'antimafia come Crocetta.

La verità è che il Pd è costretto dall'iperdemocrazia del M5S a inseguire, a fare il follower. E questo porta a risultati positivi come questa chiamata alle urne sicuramente mal digerita dall'establishment del partito, eppure l'unico spunto possibile per smarcarsi almeno superficialmente dal vecchio modo di fare politica e sembrare agli ingenui occhi dell'elettore medio degli innovatori pur poggiando il culo sulla stessa sedia da 10, 20, 30 o 40 anni.

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