Il microcosmo di Re Silvio verso lo sfaldamento. Anche le ragazze che lo chiamavano Papi iniziano ad abbandonarlo
Alcuni mesi fa fece bonariamente sorridere in molti il comitato "Silvio ci manchi", messo in piedi in quel di Napoli da un gruppo di ragazze invaghite "politicamente" del loro Papi. A quel tempo Noemi non si sapeva chi fosse, le liason amorose&pericolose del premier Berlusconi erano davvero solo pettegolezzi, e alla fine il tutto si risolse in una fumosa e pittoresca breve notiziuola sui giornali e sul web.
Oggi si scopre che dietro quel partito dal nome così naif c'erano tre ragazze partenopee, tutte legate a doppio filo al Cavaliere e alle sue allegre festicciole di villa Certosa. Tutte e tre le giovani e avvenenti fanciulle, grazie a quella mossa dimostratasi più intelligente del previsto, entrarono nelle grazie del loro idolo e per meriti politici furono loro promesse importanti poltrone.
La prima, Virna Bello, che si è definita in una delle prime interviste pubbliche "braciolona", perché anche con il linguaggio ci si può avvicinare ai giovani" in questo momento è assessore comunale all'Istruzione, nel comune di Torre del Greco per il Pdl.
La seconda, Francesca Pascale, è stata appena eletta consigliere della Provincia di Napoli (ed è una delle sole quattro donne elette). In poco tempo è passata dagli 88 voti raggranellati alla municipalità Posillipo di Napoli ai 7600 consensi di oggi. Moltiplicare quasi per 100 il proprio bacino elettorale è un vero "miracolo italiano".
La terza, Emanuela Romano frequenta un master in Publitalia come manager in gestione delle "risorse umane". Lei puntava più in alto, ad un seggio all'Europarlamento, ma la promessa di candidatura è stata stracciata all'ultimo secondo dallo stesso staff di Berlusconi dopo la celeberrima lettera di fuoco di Veronica Lario (che parlava di ciarpame senza pudore nelle liste del Pdl per le europee). Il padre della fanciulla ci rimase malissimo, al punto che tentò di darsi fuoco davanti a Palazzo Grazioli il giorno della presentazioni delle liste, il 28 aprile scorso.
Proprio Emanuela rappresenta uno spaccato di quel microcosmo berlusconiano composto fino a poche settimane fa da procaci e disponibili ragazze e ragazzine, stuoli di leccapiedi e di professionisti della difesa a oltranza del Cavaliere e traffichini paracadutati in parlamento dal capo. Un tempo queste figure erano monoliticamente unite ad osannare e difendere Berlusconi. Oggi non è più così: Emanuela nega di essere andata alle feste di villa Certosa e rinnega l'amicizia con Silvio, anche se le altre fondatrici del comitato Silvio ci manchi la inchiodano con i loro ricordi e proseguono nella loro adorazione nei confronti di Papi.
Ma la situazione è semplice. Il premier è stato tradito dall'interno stesso di quel microcosmo irreale e simbolico che aveva plasmato secondo le sue onnipotenti volontà: la moglie che gli rifila il due di picche e affila le armi per portargli via il patrimonio, Fiorello che lo abbandona per andare a Sky, la Repubblica che inizia a indagare sui misfatti peccaminosi di Papi Silvio e scopre Noemi, le prostitute che venivano pagate per interposta persona per soddisfare i piaceri sessuali del sultano ecc. A quando il primo abbandono di un politico eccellente? I difensori del Re Silvio sono sempre più marginalizzati dalla maggioranza, la Lega attende lo sviluppo degli eventi, Fini si è smarcato ampiamente e molti ex An si mangiano le mani per aver disciolto il loro storico partito in questa melma maleodorante e dalla vita breve che si chiama Pdl.
Quella lettera di Veronica ha fatto saltare i precari equilibri. Troppi patti segreti e troppe promesse personali sono dovuti saltare e le conseguenze non tarderanno ad arrivare.