Fenomenologia di Matteo "il Bomba" Renzi
Il mainstream se n'è occupato poco per ovvi motivi (altrimenti non saremmo un paese semilibero secondo Freedom House quanto a libertà di informazione), ma a nostro giudizio avrebbe meritato un approfondimento più complessivo il soprannome che al liceo si è guadagnato Matteo Renzi detto "il bomba".
Perché i suoi compagni di classe lo chiamavano così? "Perché le sparava grosse" dichiarò un suo ex compagno a una radio fiorentina (Lady Radio). Non era molto amato da suoi compagni che però lo elessero capoclasse e lui discettava su qualsiasi argomento guadagnangosi gli appellativi di "tuttologo" e "Mat-teoria".
Col tempo, in età adulta, diventò "il bugia". Ma già a 17 anni scrivendo sul "Divino", giornalino del liceo Dante, scrisse una prima invettiva rottamatrice contro l'ex segretario dell DC: "Forlani ha perso il 5% ha fatto molti errori se ne deve andare a casa, così Gava, i Prandini, chi si oppone al rinnovamento".
A Roma l'avrebbero chiamato "er cazzaro", in Veneto "el balonàro" ma il senso non cambia.
Il suo padre politico putativo fin dai tempi della Ruota della Fortuna è Berlusconi, un altro che sulle bugie ha fatto una fortuna. Ma non è solo lo spirito di spararle grosse ad unirli.
Anche la strategia per imporre i loro obiettivi è molto simile: Berlusconi voleva 10, chiedeva 100 e alla fine otteneva 50. Renzi ora inizia a svelarci una tecnica simile: a lui o chi per lui interessa soprattutto poter nominare i senatori per avere sotto controllo Camera e Senato per non avere alcun tipo di contrappeso nelle decisioni legislative. Per ottenere l'obiettivo mette parallelamente in campo una proposta di legge elettorale assolutamente incostituzionale e impresentabile dicendo per mesi che le cose sarebbero andate avanti parallelamente (anzi in maggio doveva già essere tutto approvato).
Ora mette sul piatto della bilancia una versione quasi costituzionale dell'Italicum ma in cambio pretende la fine dell'ostruzionismo dei partitini sul Senato dei nominati che altrimenti sarebbero rimasti tagliati fuori dalla versione originale.
Naturalmente è un piano già calcolato in perfetto stile berlusconiano che sul fronte Sel, Lega, Ncd, FdI potrebbe anche trovare delle sponde. Almeno però ci è chiara una cosa: l'Italicum è solo il cavallo di Troia per ottenere l'obiettivo principale ovvero lo squartamento della Costituzione Repubblicana nata dalla lotta antifascista. Anche perché Berlusconi, precipitato nettamente al di sotto del 20% di Italicum non vuole più sentir parlare.
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