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Raccolta oli usati, un bel risparmio per le nostre tasche

 |  Redazione Sconfini

Chi si occupa di smaltire gli oli usati o esausti? Sicuramente non la rete fognaria o gli impianti di depurazione… Esistono, a supporto di cittadini e imprese, due consorzi che si occupano entrambi di recupero degli oli: il Conoe e il Coou.


Il Conoe è di recente costituzione, infatti è stato creato per effetto dell’art. 47, comma 9, lettera d del D.Lgs. n° 22/97, il cosiddetto Decreto Ronchi per l’ambiente: la sigla sta per Consorzio obbligatorio nazionale raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti. A differenza dell’altro consorzio, questo fa fatica a decollare pur interessando la stragrande maggioranza dei cittadini (200.000 tonnellate di oli esausti all’anno) poiché non si riesce a stabilire con precisione da chi debbano arrivare i fondi per il mantenimento e lo sviluppo dell’attività. Tra l’altro il prodotto finale è un ottimo componente per il biodiesel!

Per il momento per avere informazioni è opportuno rivolgersi allo sportello URP del proprio Comune di residenza, o per la provincia di Trieste contattare i seguenti centri di raccolta (non solo di olio usato ma anche di rifiuti ingombranti): via Carbonara n° 3, 040/772688, lunedì-sabato 7.00-19.00 e dom 9.00-12.00; via Valmartinaga n° 10, 040/4526337, lunedì-sabato 7.00-19.00; strada per Vienna n° 84/a, 040/212368, lunedì-sabato 7.00-19.00; via Giulio Cesare n° 10, lunedì-sabato 06.00-18-00.


Spazio maggiore per il momento occupa nel panorama italiano il Coou (Consorzio obbligatorio degli oli usati, sede centrale via Virgilio Maroso n° 50 – 00142 Roma, tel. 06.596931 e fax 06.59693216) con i suoi 25 anni di attività e quasi 4 tonnellate di olio lubrificante usato, facendo risparmiare oltre 1 miliardo di euro nella bolletta energetica degli italiani. Ma come si arriva ad un risultato così importante per il risparmio di tutti? La filiera è molto breve e snella, e prevede 4 attori principali: le aziende consorziate (imprese private autorizzate e provviste di sistemi di qualità ISO 9000 e ambientale ISO 14000, per un totale di 72 centri), il consorzio, la rete di raccolta e gli addetti ai processi di eliminazione.

Il servizio è completamente gratuito per i proprietari di lubrificanti non inquinanti perché ne permette il riutilizzo attraverso quattro fasi: raccolta, stoccaggio (in 5 depositi del Coou: Real a Milano, Viscolube a Lodi, Monticelli a Pavia, Viscolube a Frosinone e Ramoli Service a Napoli), analisi e classificazione (per determinare le caratteristiche qualitative e quindi il corretto canale di eliminazione), smaltimento (rigenerazione, combustione, trattamento e termodistruzione). Per quanto riguarda la nostra regione, ci si può rivolgere all’azienda concessionaria Carboncoke F.V.G. Srl, via Gorizia n° 7, Fraz. Privano (Bagnaria Arsa), tel. 0432/923317 e fax 0432/924636. Tra tutti questi processi di smaltimento il prediletto è la rigenerazione perché permette di ottenere nuove basi lubrificanti con le stesse peculiarità delle basi ricavate dalla raffinazione del petrolio (oltre che gasolio, olio combustibile e bitume).


L’Italia stavolta si trova in cima alla classifica del rendimento europeo nella rigenerazione dell’olio lubrificante usato con un 88%, contro il 56% della Germania e un 46% della Francia: la media europea si attesta intorno al 41%, mentre la Gran Bretagna non lo rigenera nemmeno. Il dato più recente, relativo al 2008, ha registrato una raccolta del potenziale raccoglibile del 93%, pari a 212.970 tonnellate trasformate in 117.000 tonnellate di basi lubrificanti e 35.000 tonnellate di altri prodotti petroliferi (bitume e gasoli).

foto: Roberta Sorge


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