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La guerra civile continua, di Gianfranco Gambassini

 |  Redazione Sconfini

Nel libro “Una pagina di vita in una pagina di storia”, edito dalla Settimo Sigillo di Roma, ripercorrendo la vicende storiche e l’esperienza da me vissuta nella Repubblica Sociale Italiana, della quale vado orgoglioso, ho sostenuto la tesi che la guerra civile in Italia non è mai finita e che il popolo italiano ne è tutt’oggi vittima. È stato quel fatidico 8 settembre che ha obbligato ciascuno ad un’inevitabile “scelta di campo”, fatta anche e soprattutto di “valori morali”, che ha diviso in due un’Italia mai più riunitasi e mai piùalt riconciliatasi. Solo così si spiega il contenzioso permanente tra due fazioni e tra due schieramenti contrapposti praticamente su tutto, che dovrebbero governare il nostro Paese e invece ne hanno fatto, e tanto più ne fanno oggi, un caso unico in Europa per la sua “ingovernabilità”.

 

Questo passato è stato causa di posizioni mentali e di stati d’animo che hanno coinvolto tutte le generazioni degli italiani che hanno vissuto “in corpore vili”, da una parte o dall’altra, quei fatti e quegli avvenimenti e hanno dovuto fare le proprie scelte durante la guerra civile. Si sarebbe potuto sperare che, man mano che quella generazione, per questione di età, fosse passata a miglior vita come sta facendo, questo contenzioso, se non esaurirsi, potesse almeno attenuarsi: sembra invece di dover constatare che anche la seconda e la terza generazione, cioè i figli e persino i figli dei figli, abbiano ricevuto dai padri quell’eredità della guerra civile a cui pare che nessuno voglia rinunciare.

 

L’esito delle recenti elezioni politiche ha confermato in pieno la tesi del mio libro. Come tutti hanno dovuto ammettere in base all’evidenza, l’Italia ne è uscita esattamente spaccata in due e tutti gli italiani ne sono usciti con le ossa rotte. Infatti, a prescindere dalle minime percentuali di cui dispone la maggioranza di centrosinistra nelle due Camere, non potrà risultare in nessun modo governabile un Paese nel quale ciascuna classe politica, che dovrebbe rappresentare la metà dei suoi cittadini, è in totale disaccordo con l’altra sulla diversa visione e concezione, non solo della politica, dell’economia, del sociale, degli aspetti etici e culturali, ma anche e soprattutto su quei famosi “valori morali” che  sono e saranno sempre “inconciliabili”.

 

Quale sarà, dunque, la sorte di questo Paese? Il tentativo del centrosinistra di governarlo in condizioni così incredibilmente difficili, non potrà che accelerare le contraddizioni interne già insite in quella coalizione, dove i comunisti, veri o mascherati che siano, e le sinistre estremiste nel loro complesso hanno totalizzato un 12% che, come da loro stessi già preannunciato, non mancherà di esercitare una fortissima, quanto nefasta influenza, su tutte le decisioni che il centrosinistra si troverà a dover assumere.

 

Con l’opposizione di centrodestra ovviamente è chiaro che non c’è e non ci sarà nessuna possibilità di compromesso ed essa non potrà che assolvere in pieno il suo compito di contrastare questa esigua maggioranza di centrosinistra, per tornare prima possibile a nuove elezioni. Altro che “grossa coalizione” o altri espedienti di tecnologia politica! Tra l’altro, fare l’opposizione in Italia è sempre stata la cosa più facile e producente, come anche questa volta è stato dimostrato, per ottenere l’alternanza e tornare al potere. Ricordiamoci d’altronde l’aurea sentenza di Benito Mussolini che cercare di governare gli italiani, non solo è difficile, è inutile.

 

Le preoccupazioni dunque, per tutto e per tutti, sono grandi. Il futuro non è mai stato incerto come oggi. Perfino la fiducia riposta nella presunta saggezza del popolo italiano, che, se non fosse stato sempre oppresso dai deteriori lacci e laccioli della politica e della burocrazia, si è sempre detto che sarebbe il più grande popolo del mondo, può essere stata messa in dubbio dopo queste elezioni.

 

In definitiva, le ideologie saranno anche cadute, come si dice, ma lo scontro fra le due opposte fazioni non è mai stato aspro come ora, la guerra civile fra gli italiani continua ed è più accesa che mai, e per il prossimo futuro di questo nostro povero Paese non resta che sperare nel risorgere di quel lontano e miracoloso “stellone d’Italia” che da troppo sembra irrimediabilmente tramontato, forse proprio per colpa degli italiani.

Gianfranco Gambassini

 


In collaborazione con Help!

 

 


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