Essenza di donna, di Lori Gambassini e Filippo Nicolini
Donne. Amate, tradite. Donne capaci d’ammaliare e donne che riscuotono solo indifferenza. Madri, amanti, figlie. Amori vissuti e amori sognati. In un incessante gioco di rimando tra realtà e
desiderio. Ecco l’Essenza di donna, raccontata da Lori Gambassini e da Filippo Nicolini. Sedici storie raccolte da una donna e commentate da un uomo. Sottotitolato “Immagini riflesse”, il libro offre un panorama ampio dell’universo femminile. Storie vere, vissute da Alessandra, Patrizia, Nimue, Frida. Nomi comuni e nomi inconsueti. Come comuni e insieme, costituendo un ossimoro, inconsuete sono le nostre vite. Quelle di tutti. Ecco perché leggere questi racconti, al di là delle collocazioni storiche e geografiche, consente a tutti noi di recuperare e riflettere sui meccanismi che regolano l’esistenza umana.
Nel volume Essenza di donna (Edizioni Italo Svevo, Trieste, pagg. 207, 15 euro) troviamo la storia di Renata, la cui vita è scandita dal percorso casa-ufficio, ufficio-casa. Fino al giorno in cui il tragitto viene interrotto dall’incontro con l’amore. La guerra sconvolge e il figlio legittimo del padre al fronte ha un fratello, frutto di un amore fatto di passione irresistibile, racconta Silvia. In un mondo in cui non c’era solo la guerra ma anche l’indignazione dei benpensanti. Dalia madre ancora bambina e moglie di un uomo che la isola dal mondo e dagli affetti. Un marito che se ne va e che, lasciandola, le regala, involontariamente, l’occasione per stabilire un primo vero rapporto affettivo: quello con se stessa. La trasgressione sottilmente legata all’eversione. Ecco la storia di Leda: la vita del gruppo la sostiene ed è così che può un giorno abbandonare simboli esteriori di rifiuto della femminilità per vivere appieno il suo essere donna. E poi c’è quell’altro amore. Quello che ancora in molti non accettano. L’amore di Luna per un’altra donna. In lotta con se stessa prima ancora che con gli altri. La vita mondana, fatta di soldi, successo, bellezza. In un attimo tutto svanisce. L’ictus ferma il vorticoso relazionarsi di Giada. Relazioni di superficie, che le impedivano di conoscere se stessa. Ed è solo nella malattia che Giada scopre la sua voglia di essenzialità e la verità del suo essere, che poco ha a che fare con ciò che è transitorio.
Filippo Nicolini, psicoterapeuta e sessuologo, analizzando la storia particolare di ognuna delle donne raccontate, ci regala riflessioni valide universalmente, tese ad aiutare ciascuno di noi a comprendere qualcosa in più della nostra vita. Le relazioni vengono spiegate e illuminate da un senso, cui segue spesso l’indicazione di una strada che è possibile percorrere. Ne esce così una guida utile nel naufragar di questo mare. Uno strumento che non ci garantisce acque tranquille, ma che, grazie al dono della consapevolezza, ci permette di nuotare con minor affanno.
Leggere è come vivere, un’incessante ricerca. Lori Gambassini ha viaggiato per noi raccogliendo le storie di altre donne, lei che per più di trent’anni ha presieduto l’associazione di volontariato Movimento donne Trieste per i problemi sociali, cercando di comprendere la complessità dell’essere femminile. Nel libro gli autori altro non fanno che mettere di fronte allo specchio ogni protagonista. Lo specchio è da sempre metafora. Esso è quell’acqua in cui Narciso si ammira e quindi annega. Lo specchio è lo psicanalista che ci restituisce i nostri vissuti, per permetterci di guardarli da altre angolazioni. Lo specchio è anche colui che amiamo e che ci regala un’immagine di noi che può amplificare o distruggere la nostra autostima, se non siamo dotati di una forte solidità.
In queste pagine lo specchio è rappresentazione di un processo di conoscenza di noi stessi. È quello spazio in cui osservarci come fossimo altro da noi. Specchiandoci possiamo vedere le nostre parti buone e quelle che di noi non riusciamo ad accettare: necessariamente, però, per procedere nel cammino della vita con una maggior consapevolezza, dovremo fare i conti con entrambe. Ma il riflesso in questo libro può essere anche quello del racconto di donna, raccolto da una donna, e poi interpretato e commentato da un uomo. In un continuo e pregnante gioco di rimando.
Tiziana Benedetti