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Vivere nel tempo con il sole negli occhi

 |  Maria Rizzi

Gli occhi scuri, vivissimi e sorridenti della scrittrice esordiente Daniela De Prato paiono essere il fulcro di un mondo, quello stesso contenuto nel suo romanzo: “Il sole negli occhi”.

La protagonista si chiama Ariele e incarna un tema che spesso l’uomo sottovaluta: il tempo, o meglio, il “vivere nel tempo”. Inizialmente Ariele non pare essere conscia di dove la porterà il suo intimo dialogo. Esso giace, apparentemente, racchiuso entro una preziosa dimensione, quella degli affetti, ed “attende” di non schiudersi mai. Attende il ritorno della figlia Viola che ha generato con amore, attende il tempo con crescente angoscia perché Viola non rientra a casa, e lo rivive tutto a ritroso, percorrendo il tempo “che fu” e dialogando ora con persone, ora attraverso ricordi, ora rileggendo lettere.


Quante gioie e quanti dolori nella vita trascorsa come le tessere del bellissimo quadro a mosaico, illustrato all’interno del romanzo. Realizzato con le lettere, ritagliate da foto, del nome della figlia Viola, lettere tutte verniciate di spray, color viola, appunto. Un’apposita sovrapposizione di luoghi, colori, simboli. Ogni lettera è particolare e assume il ruolo del tempo: quello che è, di fatto, l’oggetto del soggetto. Ma tutto ciò la protagonista Ariele lo altattraversa nello spazio di una notte per ignorare la luce del giorno? Lo chiediamo all’autrice del romanzo Daniela De Prato: “Ariele ripercorre la sua esistenza, vivendo in un intimo spazio narrato e guidato dalla propria voce. Il lettore è partecipe poiché seguendo la voce narrante, riflette e scopre, unitamente alla protagonista, le tappe della sua vita sino al finale che colmerà in un colpo di scena. “Il sole negli occhi” indica che la troppa luce a volte abbaglia e impedisce, per paradossale che possa apparire, di vedere. La luce rappresenta motivo di rimozione in un susseguirsi di immagini abbracciate dalla luminosità. La luce diviene mezzo per giustificare il trascorso della sua esistenza e, pertanto, il suo non voler vedere la realtà”.


La scrittrice Daniela De Prato è dotata di un acuto senso artistico, infatti la radice delle sue parole affonda e, contemporaneamente, coglie ed accoglie lo spunto dalle emozioni che l’essere umano sperimenta in un determinato contesto. Ma come ha avvertito la De Prato il richiamo alla scrittura? “Durante l’adolescenza – risponde – scrivevo per capire la vita. Ora scrivo per capire cosa sta accadendo attorno a me. Ho cominciato scrivendo racconti brevi. Prima di questo romanzo ne avevo scritto un altro e, grazie all’incoraggiamento di un caro amico che conosceva la mia passione per la scrittura, l’ho spedito ad alcune case editrici. Non è mai stato pubblicato ma questo non è stato importante: espormi mi ha reso consapevole che scrivere non era più un hobby per me. Anzi, mi ha aiutato a capire che avevo voglia di farmi leggere! Non ho mai seguito un corso di scrittura, sono laureata in Lingue e ho studiato letteratura all’università, da cui ho appreso una capacità critica tale da poter leggere un brano ed individuarne subito le figure retoriche, lo stile, il linguaggio. Esattamente come per chi si impegna nella pittura: essa implica infatti lo studio dell’evolversi dell’arte e delle tecniche adoperate. Quando scrivo uso le parole come un “pennello su tela”, vedo le scene e le descrivo costruendo una storia”.


Una volta scritto il libro, però, rimane il problema di farlo pubblicare. “Consiglio – esorta la scrittrice – di farlo leggere prima a una cerchia di amici che siano disponibili a valutarlo con sincerità. Inoltre penso sia bene compiere una scelta oculata, anche navigando in Internet, su quali case editrici possano essere interessate al genere di testo che si è scritto. Alcune richiedono la spedizione via mail, altre in cartaceo. La risposta non giungerà immediata. Vi sono anche agenzie letterarie per esordienti che, a pagamento, offrono un servizio valutativo che può essere un utile approccio per gli scrittori esordienti perché lo sottopongono a migliorie. Se valutano l’autore positivamente, lo propongono alle case editrici”. “La scrittura – conclude Daniela De Prato – è una lente per comprendere la vita, ma per me è anche un mezzo per crescere nella mia personale identità di donna”.

 

Maria Rizzi

 


In collaborazione con Help!


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