Elezioni Centro Servizi Volontariato FVG 2010: pronti a cambiare
Venerdì 21 maggio a Palmanova si vota. Le associazioni di volontariato socie del Centro Servizi del Friuli Venezia Giulia sono chiamate ad eleggere i loro rappresentanti territoriali nel Consiglio direttivo. Uno per provincia i quali, assieme al rappresentante di Tolmezzo, del Comune e della Provincia di Pordenone, della Provincia di Udine e al rappresentante del Comitato di Gestione, guideranno il volontariato regionale per i prossimi tre anni.
Un’impresa non facile perché il Centro Servizi del Volontariato (CSV) svolge un ruolo importante per le associazioni no profit e, vedremo più avanti, indirettamente anche per i cittadini. Alle organizzazioni senza scopo di lucro il CSV offre gratuitamente innumerevoli prestazioni: dalle sale per conferenze alle autovetture, dalle attrezzature alle consulenze, dai servizi fiscali ai contributi per la progettualità, oltre a rappresentare un collegamento tra il Terzo settore e la Regione, i Comuni e le Province. Questi servizi sono erogati dall’ente grazie ai fondi messi a disposizione dalle Fondazioni bancarie presenti nel Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato istituito con la Legge 266 del ’91. Solo a Trieste, per dare l’idea della quantità di beneficiari delle prestazioni, sono state censite 600 organizzazioni no profit ma si ipotizza un numero ben maggiore.
Si diceva un’impresa non facile. Da un lato perché i fondi a disposizione sono decisamente minori rispetto agli anni passati ed il trend negativo probabilmente proseguirà anche per il futuro a causa della crisi economica, dall’altro perché il Centro Servizi necessita di essere riorganizzato. Rispetto ai minori fondi sarà necessaria una maggiore cautela nelle spese e la ricerca di un’ottimizzazione delle risorse senza che ciò appesantisca la struttura. Diventa improrogabile, ad esempio, il riassetto in regione delle cinque sedi centrali, dei sette sportelli territoriali e dei due CSV-point, come pure la semplificazione del servizio di consulenze per le associazioni. Ristrutturare i capitoli di spesa, inoltre, produce come conseguenza la formazione di maggiori disponibilità economiche che possono essere impiegate per sostenere con determinazione la progettualità delle associazioni di volontariato.
Per progettualità si intende l’attività che l’organizzazione benefica esercita sul territorio compatibilmente con i suoi indirizzi statutari. Facciamo degli esempi puramente indicativi: un’organizzazione di volontariato che si rivolge ai giovani farà domanda di sostegno economico al CSV per progetti rivolti alle scuole o ai ricreatori e che magari siano finalizzati alla promozione del volontariato tra gli adolescenti; un’associazione che ha invece tra le sue corde la vocazione dell’assistenza alle persone disabili proporrà un’attività rivolta alla sensibilizzazione della cittadinanza verso la presenza di innumerevoli barriere architettoniche. Progetti che, se opportunamente sostenuti, possono avere un maggiore impatto sulla comunità. Non bisogna dimenticare, infatti, che le organizzazioni senza scopo di lucro forniscono servizi importanti a supporto dell’attività delle Istituzioni nella piena applicazione del principio di sussidiarietà. Attività e servizi che il no profit svolge, per citarne alcuni, nel comparto della ricerca medica, della sanità, del sociale, della promozione della cultura, dello sport, della tutela dei diritti civili e della cooperazione internazionale. Più le organizzazioni benefiche sono messe in condizione di esprimere le potenzialità, maggiori e positive ricadute avrà la loro azione sul territorio. Ed ecco spiegato il motivo della necessità di incrementare i fondi messi a disposizione per i progetti delle associazioni di volontariato e di determinare nuovi e più efficaci criteri per la loro valutazione. Da qui l’importanza di riorganizzare il Centro Servizi del Volontariato del Friuli Venezia Giulia.
Innanzitutto, e questa volta per Trieste, sono necessari volti nuovi in plancia e con un ambito di vedute molto più ampio e moderno. Persone in grado di consolidare i rapporti con gli stakeholders e gettare le basi per un’informatizzazione dei servizi utile a rendere più efficace ed efficiente il rapporto con le organizzazioni di volontariato, ed aperte alla collaborazione interprovinciale. E oramai evidente che anche il volontariato è globale e che il campanilismo estremo alla fine penalizza tutti. Nuovi consiglieri disponibili a rimboccarsi le maniche e a lavorare per obiettivi, per valorizzare e motivare il personale del CSV riconoscendo il principio del merito, audaci a tal punto da aprire nuove frontiere e incoscienti a sufficienza per attraversarle. Ma che allo stesso tempo abbiano stampato in mente a chiare lettere il profondo significato della parola Volontariato e che siano consapevoli della sua storia e delle sue tradizioni. E qui entra in gioco l’esperienza dei “saggi”. Il capoluogo giuliano è ricco di storiche associazioni di volontariato e di presidenti di rilevante spessore morale che hanno lasciato un’indelebile e positiva impronta nel mondo del no profit regionale e nazionale. Questo patrimonio di competenze deve essere trasferito per poter voltare pagina senza perdere il filo della storia.
Pierpaolo Gregori