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Red Sticco: un mare di vita

 |  Redazione Sconfini

 

“Tutta ‘sta roba c’è qua sotto?” – ha chiesto Paolo Salviato, perfino lui stupito dopo aver visto le fotografie scattate sotto il pelo dell’acqua dello stabilimento balneare diretto da lui dal 1997: il “Bagno Miramare-Castello”.

Si chiama così da quando è stato aperto nel 1955, ma è noto ai triestini come “Sticco”, dal reale cognome di Antonio che l’ha costruito. Il logo del “bagno” è la riproduzione dell’insegna che si trova all’ingresso. altHo visto il “signorpaolo” (fermo, direttore di Help!, non correggermi: lo chiamiamo così, tutt’attaccato) ballare con esperienza e disinvoltura, ma mai l’ho visto scendere in acqua: in realtà, i piedi in acqua ce li mette, ma a notte fonda, quando la marea è la più bassa possibile, per ripulire i gradini dalle alghe scivolose; un lavoraccio. Ma quello che si può ammirare sotto il suo mare, quello di uno stabilimento apparentemente come gli altri, glielo abbiamo mostrato noi di GAMMA SUB.

 Ci ha sempre aperto il suo caltancello, anche a gennaio quando si lascia catturare dalla nostalgia dei trascorsi mesi estivi e vuole venire a vederci mentre ci prepariamo per immergerci e godere di quello che, con l’acqua fredda, è impedito ai più. Tutte le iniziative che portano la vita al Bagno Miramare-Castello gli sono gradite: il ballo o la paella delle sere estive, la scuola di nuoto, o le mattinate marine per i bimbi; ed anche la nostra scuola subacquea. E d’inverno ci siamo solo noi. E l’acqua è limpida ed invitante, d’inverno come d’estate, tranne quando soffia quel vento di libeccio che muove impietosamente il fondo del mare, solleva la sabbia ed annulla la visibilità, quello stesso che è stato anche causa di mareggiate violente che hanno imposto ingenti danni, ma dai quali il signorpaolo non si è lasciato vincere pur quando lo sconforto della distruzione è stato grande. Da Sticco la vita c’è sopra il mare, ma anche sotto il mare. Da Sticco la vita è il mare.

 

A gennaio il pesce è scarso, l’acqua è fredda anche per i pesci. Dove si rifugiano d’inverno? Ma gli spirogaltrafi (Spirographis spallanzani) ci sono sempre: sembrano fiori, ma sono animali, vermi marini che formano un tubo flessibile in cui il corpo si rifugia e dal quale fuoriescono grandi tentacoli variopinti, che si retraggono nel tubo se ti avvicini o li tocchi, coi quali si nutrono di sostanze organiche in sospensione e di piccoli organismi. Ce ne sono tantissimi, isolati e abbarbicati sui sassi, o in gruppi di più individui, piccoli e grandi. Destano sempre una grande meraviglia in chi li vede per la prima volta. Ed esercitano ancora il loro fascino in chi li conosce e non sa smettere di stupirsi.

 

Anche le grancevole (Maja squinado) non mancano d’inverno: sono crostacei decapodi con scudo spinoso e rossiccio – il carapace – dal quale si dipartono le chele – zampe trasformate in organo di presa, offesa e difesa – e le zampe locomotrici; se sono immobili, con zampe e chele retratte, si mimetizzano perfettamente tra i sassi; se si sentono minacciate fuggono a cercare un rifugio più sicuro tra i sassi, ed aaltllora se ne può ammirare il movimento tutt’altro che goffo. Probabilmente hanno imparato che le loro carni, nascoste all’interno del carapace, sono molto apprezzate; ma non sanno ancora che i subacquei dal mare non prendono nulla ed in mare lasciano solo le bolle.

 

Il fondale sabbioso pullula poi, inverno ed estate, di paguri, anche questi crostacei decapodi, con addome molle, che occupano conchiglie vuote di molluschi, cambiandole spesso; certo non sono grandi come quelli di Sardegna, che possono giungere anche ai dieci centimetri, ma ce ne sono di molto belli e tutti appaiono buffi e timorosi a chi si ferma sulla sabbia per ammirarli.

 

Non mancano nemmeno gli anemoni di mare, il nome comune con cui sono conosciute le attinie, e che sono una classe dei celenterati, quelli sessili, che vivono cioè fissati ad unaalt roccia: sono animali marini a simmetria raggiata, col corpo a forma di canale che racchiude la cavità digerente – il celenterio – e che comunica con l’esterno attraverso un’unica apertura orale che funge da bocca e da ano, circondata da tentacoli urticanti, lunghi e di colore variabile dal giallo-bruno al verde e al bianco; spesso le estremità dei tentacoli sono violette. Ammirateli, vivono su bassi fondali, se ne possono vedere tantissimi anche solo con la maschera già nei primi metri vicino alle scalette; ma non toccateli e, se vi capita accidentalmente di toccarli, anche attraverso guanti protettivi, non portatevi le mani agli occhi.

 

Sono molto più rari, ma talora e con un po’ di fortuna si possono vedere anche i pinna nobilis: sono molluschi, cioè animali invertebrati con corpo molle che secerne una conchiglia bivalve che può arrivare anche a 90 cm di lunghezza, o di altezza se si preferisce: infatti, si ergono verticali dalla sabbia nella quale infiggono il loro piede muscoloso atto alla deambulazione; e sarà poco probabile ritrovarli nello stesso posto dove li avete lasciati. Appartenenti anch’essi ai molluschi gasteropodi, non è difficile vedere i nudibranchi, così chiamati perché sprovvisti di conchiglia, cioè nudi.alt

 

Quando l’acqua si riscalda un po’, aumenta anche la vita nel mare. E compaiono le meduse: anch’esse appartenenti ai celenterati, sono di una classe diversa da quella delle attinie perché sono organismi marini liberamente natanti, in cui il corpo è foggiato ad ombrello o a campana, trasparente e spesso luminescente, e da cui si dipartono filamenti pensili e spesso urticanti. Sono di una magnificenza e di un’eleganza nel movimento stupefacenti: stareste ore a guardarle. Niente paura se incontrate la grande botte o polmone di mare (Rhizostoma pulmo): questa non è urticante, nonostante le sue impressionanti dimensioni che possono raggiungere i 60 cm di diametro.

 

E se vi acquattate sul fondo, magari un po’ coperti dai massi e cercando di fare poco “rumore”, l’invidiabile trasparenza del mare vi permette di osservare i gruppi di pesci che popoaltlano questa zona e che nuotano perfettamente sospesi nell’acqua: riconoscerete i saraghi, sia “pizzuti” che “fasciati”, le salpe che si aggregano in gruppi di decine d’individui e che brucano sempre le alghe del fondo o delle rocce, o i tordi che attirano l’attenzione per i loro colori molteplici.

 

Ma guardate un po’ bene e lasciatevi intenerire dal cavalluccio marino: non si vede spesso, ma c’è, talora abbarbicato sul tubo dello spirografo con la coda prensile. Sembra fidarsi di voi perché si lascia prendere, toccare ed accarezzare; la realtà è che non è veloce, ma, se potesse, scapperebbe volentieri: sbatte rapidamente le sue alucce perché ha paura e vorrebbe andarsene. La femmina deposita le uova in una tasca ventrale del maschio per l’incubazione.

 

Poi arriva la stagione balneare. Allora, sotto il mare prossimo alla costa, è più facile osservare le rotondità immerse dei bagnanti, ed i variopinti tegumenti che li ricoprono, che non il pesce. Ci spostiamo più al largo e arriviamo alle boe che delimitano lo speccalthio marino del Bagno Miramare. Sembrano corpi estranei che guastano la natura del meraviglioso Golfo di Trieste, ma le cime che le ancorano al fondo, che là ha una profondità di 4-5 metri a seconda della marea, possono diventare centri di vita: quelle propaggini vellutate e bianche, che ricordano la stola di ermellino di un noioso e tramontato magistrato, e che si vedono abbarbicate sulle cime, non sono che uova di calamaro. Ma se poi volete vedere i calamari, così come le seppie, la notte è indubbiamente più propizia.

 

Certo, non è il Mar Rosso. “La più grande risorsa dell’oceano non è la sostanza, ma l’immensa fonte d’ispirazione e di benessere che ne ricaviamo”. Ma, se alla parola “oceano” sostituiamo per un attimo, col permesso di Jacques-Yves Cousteau, “Bagno Miramare”, abbiamo anche noi il nostro “Red Sticco”, un mare di vita. Quella vita che ci dà anche Tina, la moglie del signorpaolo, con la sua allegria ottimista quando ci offre il caffè. Buona estate a tutti, dunque. E arrivederci da Sticco.

 

Francesco Morosetti, istruttore PADI

 

Fotografie di Francesco Morosetti. Consulenza per la Biologia Marina di Consuelo Baglio e Lorenzo Cercego, istruttori PADI (Gamma Sub – Trieste). Immersioni al Bagno Miramare-Castello di Trieste del 29 gennaio, 9 e 25 aprile 2006.

 


In collaborazione con Help!

 

 


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