Che l'Italia sia un Paese forte con i deboli e debole, anzi debolissima, con i forti non è una novità. Così come non è una novità la totale inosservanza di importanti leggi ambientali quando in ballo ci sono interessi milionari, lobbies e affari per le numerose organizzazioni criminali che infestano lo Stivale.
Il Ministero della Salute ha diramato una mappa che riporta 44 aree d'Italia inquinate oltre ogni limite di legge: ci sono città piccole, medie e grandi ma si sono anche molte località poco conosciute nelle quali però vi sono insediate industrie altamente inquinanti che ammorbano l'aria, inquinano il sottosuolo e le falde acquifere rendendo i territori circostanti decisamente inospitali. E pericolosi.
Queste aree infatti sono quelle in cui il rischio di ammalarsi di tumori è più elevato rispetto alle altre. Si calcola che in quelle più inquinate, in particolare, i tumori sono aumentati del 90% in soli 10 anni e questo espone 6 milioni di cittadini italiani (circa 1 su 10) in modo particolare al cancro della tiroide e al tumore alla mammella che possono essere "attivati" proprio dai metalli pesanti e dagli ioni radioattivi frutto dell'industria pesante o delle enormi zone del Paese già inquinate e mai bonificate.
Dando uno sguardo alla mappa le zone più pericolose d'Italia si concentrano nel Nord Ovest (in particolare in Piemonte, con 5 aree ad altissimo rischio), nella parte di Toscana che si affaccia sul Tirreno (4 zone a rischio), in Campania (5 zone a rischio quasi tutte attorno Napoli), un po' in tutta la Puglia (4 zone a rischio) nella Sicilia Orientale (4 zone a rischio). Anche la Lombardia, il Lazio e la Sardegna si "difendono" bene con 2 zone a rischio ciascuna. La Val d'Aosta, la Liguria (che però sconta la vicinanza con l'inquinatissimo basso Piemonte e la Toscana tirrenica) il Veneto, il Friuli Venezia Giulia (col suo capoluogo Trieste che ha un'elevatissima densità di abitanti), le Marche, il Molise, l'Umbria e la Calabria hanno un'area a rischio, mentre le altre regioni sono "immacolate".
Tra le città capoluogo di provincia a rischio sono da menzionare: Massa, Livorno, Mantova, Trieste, Bari, Brindisi, Napoli, Taranto e Crotone.