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Quando la vista si annebbia: la cataratta

 |  Redazione Sconfini

 

La cataratta è un problema che affligge milioni di persone e proprio per questo è uno degli interventi più diffusi. Nonostante si presenti come un’operazione rapida ed

indolore non bisogna sottovalutarla e banalizzarla dal momento che si tratta pur sempre d’alta chirurgia. La cataratta è la causa più comune di ipovisione. Nei paesi in via di sviluppo almeno 20 milioni di persone sono cieche a causa della cataratta e potrebbero riacquistare la vista se avessero la possibilità di farsi operare. A parte la sua insorgenza associata a numerose malattie non solo dell’occhio, è patrimonio assai caratteristico della senescenza ricorrendo nel 65% della popolazione nella sesta decade di vita e nel 90% dei soggetti d’età superiore a 70 anni. Senza voler creare allarmismi, bisogna però ricordare che in seguito all’intervento possono sorgere anche delle complicanze, come ad esempio delle infezioni interne all’occhio: queste, in casi estremi e rari, possono anche portare alla perdita anatomica dell’occhio. Bisogna evidenziare ancora che ogni anno migliaia di persone vengono operate di cataratta. Tutto ciò ci ha indotto a sentire un esperto in questo settore. L’intervista che segue è stata realizzata al dottor Fabio Baccara, responsabile del servizio di chirurgia ambulatoriale della cataratta presso la Casa di Cura Salus di Trieste. Baccara, attivo dal 1987, è anche autore di numerosi articoli in diverse riviste scientifiche internazionali.

altCos’è la cataratta?

"Per cataratta s’intende un opacamento del cristallino naturale, che è una lente situata all’interno dell’occhio. Questa perdita di trasparenza impedisce alla luce di penetrare all’interno dell’occhio e da questo fenomeno deriva il progressivo annebbiamento della vista".

 

Perché si forma la cataratta?

"Solitamente la cataratta insorge come conseguenza del processo d’invecchiamento dell’occhio, ma può svilupparsi anche in età giovanile, sia spontaneamente che in seguito a traumi, all’uso di farmaci come il cortisone, in pazienti affetti da diabete o da miopia elevata".

 

Quali sono gli effetti della cataratta?

"La cataratta causa un annebbiamento lentamente progressivo della vista, rendendo difficile vedere in ambienti poco illuminati od espletare le normali attività quotidiane: guidare, distinguere i numeri dell’autobus, riconoscere cose e persone ad una certa distanza. I colori appaiono sbiaditi mentre, se sottoposti a luce intensa, si può avere abbagliamento. Durante le fasi iniziali di una cataratta una variazione delle lenti correttive può migliorare la vista. Se invece la cataratta progredisce, occhiali più forti non aiutano ed anzi possono essere mal tollerati. Spesso, mentre la vista da lontano peggiora, è possibile che da vicino si riesca a leggere senza gli occhiali che fino a prima dell’insorgenza della cataratta erano indispensabili".

 

Come si diagnostica?

"La diagnosi può essere fatta solo dal medico oculista mediante un esame completo dell’occhio che consente di valutare se i disturbi riferiti siano effettivamente dovuti all’opacità del cristallino, piuttosto che ad altre malattie dell’occhio che, chiaramente, non potranno essere eliminate con il solo intervento di cataratta".

 

Qual è il trattamento?

"L’unico trattamento possibile è di tipo chirurgico: non esistono infatti farmaci, esercizi, diete od occhiali che possano far regredire una cataratta già formata. Generalmente, negli stadi iniziali, può essere ottenuto un miglioramento soggettivo, di solito temporaneo, modificando gli occhiali; quando, invece, l’opacità diventa tale da infastidire il paziente e rendergli difficoltose le normali attività quotidiane, è più indicata la chirurgia".

 

Come avviene l’intervento?

"Innanzitutto, è importante chiarire che la cataratta non può essere rimossa con un raggio laser, ma attraverso un’incisione molto piccola nel globo oculare. L’intervento prevede l’asportazione del cristallino opaco e l’introduzione, al suo posto, di una lente intraoculare. Al giorno d’oggi, con le nuove tecniche chirurgiche, l’intervento di cataratta può essere eseguito in strutture ambulatoriali, in quanto l’anestesia viene effettuata mediante l’instillazione di gocce di collirio o praticando un’iniezione di anestetico vicino all’occhio, con notevoli vantaggi in termini di una più rapida riabilitazione nonché dal punto di vista psicologico. L’intervento di cataratta viene oggi effettuato, nella quasi totalità dei casi, con la tecnica della facoemulsificazione. Questo intervento consiste nella frantumazione ed aspirazione con una sonda ad ultrasuoni del cristallino affetto da cataratta. Segue l’impianto di una lentina pieghevole, che viene introdotta per sostituire la lente naturale opaca".

Che cosa avviene prima dell’intervento?

"Le indicazioni devono essere discusse con l’oculista: se la cataratta è l’unico problema dell’occhio, le probabilità di ottenere un miglioramento della vista sono superiori al 97%. È necessario in tutti i casi controllare lo stato di salute generale eseguendo alcuni esami del sangue e l’elettrocardiogramma. Il paziente deve avvisare lo specialista delle eventuali terapie cui ci si sta sottoponendo perché alcuni farmaci possono essere fonte di rischio aggiuntivo, specialmente gli anticoagulanti. In preparazione all’intervento vengono di solito praticate alcune misurazioni del bulbo oculare mediante ultrasuoni per calcolare il potere della lente intraoculare da impiantare in ciascun paziente".

E dopo l’intervento?

"Devono essere eseguiti con cura accorgimenti quali usare le gocce come prescritto e non sfregare o schiacciare l’occhio operato. Le normali attività quotidiane possono essere riprese nei primissimi giorni dopo l’intervento, limitando per un paio di settimane le attività fisiche più impegnative. Nel complesso l’intervento è poco traumatico e le precauzioni richieste sono modeste, anche se va esercitato soprattutto il proprio buon senso".

 

Perché in qualche caso la vista non migliora o addirittura peggiora dopo l’intervento?

"Le complicanze intraoperatorie sono rare ma non assenti, anche se l’intervento è condotto perfettamente; esse sono l’infezione, un aumento della pressione intraoculare, problemi retinici o corneali. È importante ricordare che l’intervento di cataratta è un intervento ambulatoriale, che si svolge in una quindicina di minuti e che generalmente consente un ripristino rapido della visione, ma non per questo è un intervento banale e privo di rischi. È importante che chi è affetto da cataratta si affidi ad uno specialista con una grand’esperienza chirurgica per ridurre il rischio di complicanze, discuta con il chirurgo l’opportunità o meno di eseguire l’intervento, e segua le poche ma importanti indicazioni che vengono fornite".

Silvia Stern

 

 


In collaborazione con Help!

 

 


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