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Gli esami delle urine

 |  Redazione Sconfini

L’urina è il liquido prodotto dai reni che filtrano il sangue per depurarlo dalle scorie prodotte dalle reazioni metaboliche dell’organismo. Con l’urina si eliminano dall’organismo i prodotti di scarto, l’eccesso di acqua o di sostanze che vi sono disciolte. L’analisi dell’urina è conosciuta sin dai tempi antichi, quando i soli caratteri che potevano essere rivelati erano il colore, la trasparenza, il tipo di schiuma, l’odore e il sapore. Già gli Assiri s’erano accorti che, assaggiando l’urina del diabetico, questa risultava “dolce come il miele” e da qui il nome di diabete “mellito”.


L’esame dell’urina permette di valutare molti parametri che possono essere indicativi di anomalie e patologie in corso. Il campo d’indagine è vasto e complesso, e molte delle analisi eseguite danno indicazioni non solo sulle disfunzioni renali, ma anche su altre quali il diabete, alcune patologie del fegato, infezioni o infiammazioni. Dobbiamo però tener conto che i parametri urinari sono solitamente grossolani e orientativi mentre per una miglior definizione di diverse patologie esistono esami ematochimici più fini e precisi.


Per il cosiddetto esame standard che comprende sia l’esame macroscopico o chimico-fisico (aspetto, pH, peso specifico, ricerca di glucosio, proteine, sangue, chetoni, urobilinogeno e bilirubina) sia l’esame microscopico del sedimento urinario, è sufficiente in genere un campione di 10 millilitri raccolto alla prima minzione del mattino. La raccolta va fatta servendosi di un contenitore, non necessariamente sterile, a bocca larga fornito dal laboratorio o dalla farmacia. Il contenitore sterile serve invece per l’esame colturale dell’urina (urinocoltura) da “getto intermedio” (il secondo getto urinario va nel contenitore sterile, mentre il primo getto serve all’esame standard o va buttato via), il tutto dopo un’accurata pulizia dei genitali. Se non si è in grado di portare tempestivamente il campione in laboratorio questo deve essere conservato per qualche ora in frigorifero.


Per valutare il volume urinario (la media normale è di 1.200 ml nelle 24 ore, i limiti vanno da 600 a 2.500 ml; le urine notturne, dalle ore 20 alle ore 8, devono essere 2-4 volte in meno delle urine diurne) si può effettuare la raccolta delle urine nell’arco delle 24 ore. In alcuni esami è obbligatoria la raccolta nelle 24 ore (esempio: clearance della creatinina). Le donne devono tener conto se questo esame è eseguito in fase mestruale e riferirlo al medico.


Se in particolari condizioni (ad esempio ritenzione urinaria) il paziente non riesce ad urinare, l’urina deve essere prelevata mediante catetere (strumento medico in materiale sintetico, morbido, che, introdotto in vescica, permette la fuoriuscita dell’urina). Tale prelievo va effettuato da personale qualificato che, dopo avere disinfettato i genitali esterni, procede ad un’anestesia superficiale e all’introduzione del catetere stesso in uretra. Una volta raccolta, l’urina va conservata in recipienti di vetro o di plastica sterilizzati e va mantenuta al fresco, fino al momento dell’esame.


Quelli riportati nella tabella in basso, sono i parametri più spesso ricercati; si sono inoltre indicate le quantità considerate “normali” di alcune sostanze presenti nell’urina. Non sempre, però, i risultati discordanti da quelli considerati “normali” indicano malattie o infezioni: il problema è molto più complesso e solo un medico può dare una risposta adeguata dopo un’attenta valutazione dei dati e delle attuali condizioni del paziente.

I.Z.

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In collaborazione con Help!

 


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