Soffri d’insonnia? Rischio infarto maggiore
- Soffri d’insonnia? Rischio infarto maggiore Le persone che soffrono d’insonnia corrono più rischi di essere colpiti da infarto.
Ad affermarlo un gruppo di ricercatori della Norwegian University of Science and Technology di Trondheim (Norvegia), guidati da Lars Erik Laugsand. Un rischio d’infarto addirittura superiore del 45% rispetto alle persone che non sono colpite da insonnia o che ne soffrono solo occasionalmente. Per la ricerca, pubblicata su Circulation, la rivista dell’American Heart Association, sono stati presi in esame 52.610 cittadini norvegesi adulti, a cui sono stati somministrati questionari specifici tra il 1995 e il 1997. Ad essere analizzati nel corso dell’esperimento tre dei più diffusi tipi di insonnia. “È importante – ha chiarito Laugsand – essere consapevoli dell’esistenza di questa correlazione perché i disturbi del sonno sono comuni e piuttosto facili da trattare”.- Cioccolato fondente delizia e salute per le donne Il cioccolato fondente, delizia per il palato, riduce anche il rischio di ictus nel gentil sesso. Secondo i ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, i flavonoidi contenuti nel cioccolato fondente sarebbero in grado di proteggere le donne dal rischio di ictus, in quanto hanno un alto potere antiossidante. La ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology è stata svolta su 33mila donne tra i 49 e gli 83 anni monitorate dal 1997 al 2007 ed ha rilevato che le donne che consumavano più di 45 grammi di cioccolato a settimana, hanno fatto registrare ogni anno 2,5 ictus ogni 1.000 donne, mentre tra quelle che non superavano i 9 grammi a settimana il tasso di ictus annuo rilevato è stato di 7,8 casi ogni 1.000 donne. Ovviamente però questa ricerca non deve essere una scusa per le donne golose: mangiare tanto cioccolato può nuocere alla salute per l’alto contenuto di calorie, grassi e zuccheri. Di certo è consigliabile preferire quello fondente perché più ricco di cacao e quindi di antiossidanti.- Lo stress aiuta a diventare mamme A dare la notizia uno specialista in medicina della riproduzione, Michael Jemec, che dichiara: “Anche nei momenti più difficili, le donne concepiscono ugualmente”. Secondo Jemec il corpo risponde cercando di far continuare la specie e in questo caso facilita la riproduzione. Lo stress produce cortisone nel corpo e così viene agevolato l’impianto dell’embrione e le donne restano incinte più facilmente. A dare la conferma anche uno studio inglese pubblicato sul British Medical Journal realizzato su più di 3.500 donne con problemi di fertilità. Lo stress emotivo della procreazione assistita non ha inciso sul risultato.- Tubercolosi, un aiuto nella lotta arriva dalla vitamina D Secondo una recente ricerca la vitamina D rappresenta un’arma fondamentale nella lotta alla tubercolosi. Per gli studiosi infatti i linfociti T, cellule immunitarie deputate ad attivare il meccanismo che permette di eliminare l’infezione, necessitano di vitamina D per produrre una forte risposta immunitaria. Dall’attività di sperimentazione è emerso che il siero di pazienti con scarsi livelli di vitamina D non riesce a scatenare questa reazione, mentre in presenza di vitamina D la crescita del batterio è calata dell’85%. “I risultati – ha affermato Mario Fabri, primo autore dello studio pubblicato su Science Translational Medicine – suggeriscono che l’aumento della vitamina D tramite l’uso di integratori potrebbe migliorare la risposta immunitaria a infezioni come la tubercolosi”. - Con un piatto di broccoli aumenti le tue difese immunitarie Per rinforzare il tuo sistema immunitario fai il pieno di broccoli e rape. La notizia è apparsa su Cell e la ricerca è stata svolta dai ricercatori del Babraham Institute di Cambridge (Regno Unito) coordinati da Marc Veldhoen. Si tratterebbe infatti di vegetali (appartenenti alla famiglia delle Crucifere) contenenti una molecola in grado di garantire il perfetto funzionamento dei linfociti intraepiteliali, una classe di cellule del sistema immunitario situati nell’intestino e nella pelle, deputate alla difesa dell’organismo e che intervengono nella riparazione delle ferite. La ricerca è arrivata alla conclusione che consumare broccoli e vegetali similari fa bene alle persone in salute ma ha un’efficacia protettiva anche nelle persone con malattie infiammatorie a carico dell’intestino.- A rischio infezioni la pedicure fatta con la tecnica dei pesciolini L’ultima moda in fatto di cure di bellezza, la pedicure con i pesci, è a rischio infezioni. A lanciare l’allarme i medici della Health Protection Agency (HPA) in Gran Bretagna, in seguito ad un’indagine durata sei mesi. La tecnica importata dall’Oriente si è diffusa rapidamente in Europa e, in Gran Bretagna, sono circa 300 i centri di bellezza che offrono questo servizio. Si tratta di minuscoli pesciolini che mangiano la pelle morta dei piedi a bagno. Infezioni e batteri potrebbero diffondersi facilmente nei casi in cui non venissero seguite le corrette misure igieniche. In alcune zone degli Usa e del Canada la tecnica è già stata vietata perché non è possibile sterilizzare completamente l’acqua e la vasca in cui si trovano i pesci senza danneggiarli. L’HPA consiglia nel proprio rapporto che “i saloni che offrono questo tipo di pedicure cambino l’acqua dopo ciascun cliente e controllino che nessuno abbia ferite ai piedi”.- Arriva anche l’ora esatta dei peccati di gola Per non cadere in tentazione e buttarvi su torte, cioccolato o patatine, alle 15.23 alzatevi, lasciate perdere quello che stavate facendo e uscite per una passeggiata, telefonate ad un amico, tuffatevi nello shopping o nella lettura di un libro. Sarebbe questa infatti, secondo gli esperti di melarossa.it, l’ora delle tentazioni che vi fa correre il rischio di buttare all’aria giorni o settimane di sacrifici. Sotto osservazione dei ricercatori 1.500 persone a dieta: a tutte è stato chiesto di ricordare il momento della giornata in cui durante il periodo di durata della dieta hanno ceduto alla tentazione, vanificando la dieta. Ebbene, il 62% ha indicato la fascia pomeridiana tra le 15 e le 15.30, il 22% è caduto in tentazione la notte, il 16% al mattino. Dopo aver fatto una media tra le risposte, gli esperti hanno così calcolato l’ora che fa dire addio a tutti i buoni propositi della dieta, e cioè le 15.23 appunto.- Anche la fertilità maschile diminuisce con gli anni Dopo i 41 anni e ogni anno che passa, per gli uomini diventa più difficile diventare papà. Secondo i ricercatori dell’Huntingdon Reproductive Medicine Centre, in Brasile gli uomini tra i 41 e i 45 anni riducono del 7% la possibilità di riuscire a mettere incinta una donna, percentuale che aumenta velocemente nel tempo, ma non solo: si deteriora la qualità dello sperma. Lo studio, condotto in una clinica per la cura dell’infertilità, è stato presentato nel corso della conferenza annuale dell’American Society for Reproductive Medicine in Florida. Sotto osservazione l’esito di 570 fertilizzazioni in vitro realizzate nella clinica tra il marzo 2008 e l’aprile del 2011. Per evitare che sui risultati influisse l’età della donna, sono stati presi in considerazione solo quei casi in cui l’ovulo era stato donato da giovani donne. Ebbene, più gli uomini erano avanti con gli anni, più non riuscivano a concepire. I numeri emersi: se l’uomo ha 41 anni la coppia ha il 60% di possibilità di successo, se ha 45 anni la percentuale cala e arriva al 35%. - Lo sciroppo d’acero mantiene il fegato in buona salute Lo sciroppo d’acero puro fa bene al fegato. Questo il risultato di uno studio realizzato da Keiko Abe dell’Università di Tokio, in Giappone, secondo cui il fegato trae maggiori benefici se una parte dei carboidrati quotidiani vengono sostituiti da questo sciroppo piuttosto che se vengono scambiati con una miscela di zuccheri simili. Melissa Palmer, coautrice della ricerca, fa sapere che questi risultati “incoraggiano e sottolineano l’importanza di scegliere una dieta sana per contrastare stili di vita e fattori ambientali che potrebbero influenzare le funzioni epatiche, inclusa la scelta del dolcificante”. La notizia è stata pubblicata dalla rivista Bioscience, Biotechnology and Biochemistry. - Uomini: rischio mortalità ridotto se la vita è meno stressante Ci sono eventi stressanti (come la perdita del coniuge) che se vissuti in età matura possono aumentare del 50% il rischio di morte. La notizia arriva da uno studio coordinato da Carolyn Aldwin, condotto all’Oregon State University di Corvallis (Stati Uniti) e pubblicato sul Journal of Aging Research. Sotto osservazione dei ricercatori per 18 anni circa 1.000 uomini, di cui è stato monitorato il loro stato di salute. Dallo studio è emerso che bastano appena due eventi stressanti all’anno per ridurre drasticamente le aspettative di vita, nel tempo quindi lo stress (anche se limitato) può rivelarsi fatale. La dottoressa Aldwin fornisce il segreto per una vita lunga: “Essere sposati, cercare di mantenere gli eventi stressanti a un livello minimo e concedersi un bicchiere di vino ogni sera”.- Gli antiossidanti per il benessere della psiche Nutrizionisti e psichiatri concordano sul fatto che l’alimentazione gioca un ruolo importante sul benessere della nostra psiche. Tanto che l’Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari - Area integratori alimentari) in collaborazione con Giovanni Scapagnini, biochimico clinico dell’Università del Molise, facendo il punto della situazione sulla “dieta della felicità”, ha confermato il ruolo chiave degli antiossidanti: preziose sostanze presenti in frutta e verdura. Scapagnini ricorda che “sono stati pubblicati studi scientifici che dimostrano la capacità di vitamine antiossidanti, quali la vitamina C e la E, di diminuire i sintomi depressivi”. Inoltre, altre ricerche, dimostrano che i polifenoli vegetali come la curcumina e le catechine del tè hanno la capacità di ridurre i disturbi del comportamento, azione riconducibile alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie di questi composti. “Da tutte queste ricerche – conclude Scapagnini – risulta evidente che la dieta della felicità dovrebbe includere sostanze capaci di ridurre stress ossidativo e infiammazione a livello cerebrale, e quindi, in primo luogo, sufficienti quantità di frutta e verdura”.