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Ma quale solidarietà! Ecco perché la Germania ha aperto le porte ai migranti siriani

 |  Giuseppe Morea

In pochi sono rimasti effettivamente sorpresi dal repentino scatto di moralità della Germania nei confronti dei profughi Siriani, in fuga da quella che attualmente è la peggior zona di guerra al mondo.

Negli ultimi anni abbiamo ormai conosciuto un volto della politica tedesca, che certamente ha sempre guardato all'esterno con protervia e prepotenza, con scarsissimo senso comunitario e infimo livello di equità: basti pensare ai due pesi e due misure applicate a Ucraina (20% del debito ristrutturato) e Grecia (costretta a svendere quasi tutti suoi asset strategici pubblici) oppure ai silenzi sulla violazione sistematica da parte della Germania in tema di bilancia commerciale e nel contempo alla rigidità con cui si intromette sul vituperato 3% nelle faccende interne italiane (mentre i francesi hanno mano più libera).

Ma in questi giorni siamo repentinamente passati da "controlli al Brennero" a "i siriani li accogliamo tutti noi". Come è possibile una giravolta del genere nello spazio di poche ore?

I motivi sono diversi e come sempre quando si parla di Germania non riguardano accoglienza, solidarietà, fratellanza, comunità, ma solo ed esclusivamente interessi tedeschi, prospettive strategiche, obiettivi economici di lungo termine. Vediamo di valutare quelli principali.

1) In Ungheria il premier Orban (quello famoso ai più solo per il muro che vuole costruire al confine con la Serbia) ha alzato la voce ottenendo quello che i belati renziani non hanno ottenuto da chi decide sul nostro destino, i tedeschi. Scaricando le colpe sulla Germania cattiva, nazista, chiusa e intollerante, Orban ha obbligato la Merkel a rivedere il suo posizionamento sul tema, almeno per rifarsi una verginità mediatica dopo la pessima immagine offerta con la Grecia. Inoltre, la Germania ha da tenersi molto amico Orban, perché lui, applicando le ricette opposte a quelle della Troika, ha risollevato l'Ungheria che era quasi in default ripagando il debito con gli interessi di 20 miliardi di euro all'FMI in anticipo. Come? Ha rimesso la Banca Centrale in orbita governativa, rendendola indipendente da logiche di mercato extranazionali, ha tassato le multinazionali e il grande capitale, ha aumentato l'iva al 27% ma ha ridotto le tasse (flat tax al 15%, mentre prima erano al 44%) ai cittadini rilanciando i consumi e di conseguenza le entrate, ha finanziato le PMI locali e ridotto i tassi di interesse dal 7,5% all'1,35% convertendo nel contempo finanziamenti in valuta estera in fiorini, ha nazionalizzato parte del sistema bancario e dei fondi pensionistici, ha ridotto le bollette e le tariffe sui servizi. Risultato: PIL a +3,6%, debito sceso dall'81 al 77%, aumento delle riserve valutarie. Uno così meglio tenerselo buono specie perché l'Ungheria è un partner commerciale molto prezioso per la Germania

2) L'area Schengen è stata messa in crisi più volte da chi non ne fa parte (Regno Unito) e da chi ne fa parte, come Ungheria, Francia (Ventimiglia) e la stessa Germania (Brennero). Il collasso dell'area Schengen sarebbe stato un colpo durissimo all'UE a guida tedesca e forse anche preludio alla fine dell'Euro, vero talismano di ricchezza per i tedeschi a spese del Sud Europa.

3) Ormai è constatato che lo scellerato trattato di Dublino firmato per conto dell'Italia dal governo Berlusconi-Lega Nord non regge il peso degli eventi. Così, la Germania ha giocato d'anticipo dichiarando di accogliere illimitatamente i profughi siriani prima di dover barcamenarsi in lunghe trattative sulle quote. Perché proprio i siriani? Innanzitutto perché rappresentano un numero limitato all'interno della massa di centinaia di milioni di profughi che arriveranno nei prossimi anni da Medio Oriente, Nord Africa e Africa subsahariana. E poi perché a differenza di altri migranti che fuggono dalla povertà, loro richiedono asilo perché fuggono dalla guerra. Molti di loro in Siria stavano bene: è una popolazione mediamente più ricca e avanzata di quelle nordafricane e mediorientali, con molti medici, avvocati, ingegneri e laureati in generale. La loro attitudine all'integrazione dovrebbe essere più facile rispetto a quella dei "low-skilled" immigrati africani (senza generalizzazioni ovviamente) che abbondano in Italia, mediamente meno preparati culturalmente, con meno chance lavorative dignitose e di conseguenza con possibilità più alta di dedicarsi alla criminalità. Insomma il ragionamento della Germania è elementare quanto "nazista": se dobbiamo per forza prenderci dei migranti prendiamoci i migliori.

4) Fattore gepolitico. Nel caso in cui l'ISIS venga sconfitto altrove come in Siria, secondo voi i futuri governanti del Paese con chi intavoleranno rapporti diplomatici e commerciali più favorevoli? Ovviamente con chi ha ospitato i connazionali nel momento di massimo bisogno. In un colpo solo, la Germania diverrebbe fulcro delle relazioni politiche internazionali anche nel Mediterraneo, laddove neppure il Terzo Reich si era spinto, considerandolo terreno geopoliticamente affine alle nazioni che si affacciano sul Mare Nostrum e agli Inglesi, da sempre molto influenti nella zona mediorientale più che su quella Nordafricana.

5) Il sistema pensionistico europeo è praticamente al collasso. Tra pochi lustri il numero delle persone occupate sarà così basso da non riuscire a sostenere il peso degli assegni ai pensionati. Secondo gli economisti servono decine di milioni di lavoratori in parte di alto livello in parte di bassissimo profilo per rendere sostenibile il sistema. Quelli che danno maggior valore aggiunto favoriscono la tenuta e la crescita del Pil oltre che il mantenimento di standard di vita diffusamente buoni nelle città, mentre i lavoratori a basso costo sono perfetti per le multinazionali, i caporali e la grande industria che ha bisogno di forza lavoro poco qualificata, giovane (e gli immigrati sono perfetti perché arrivano spesso con bambini al seguito) e ricattabile in grado di accettare contratti al ribasso in termini di remunerazione economica e di diritti. La quadratura del cerchio. Basti pensare che in Italia, al netto delle farneticazioni razziste di Salvini e co, l'immigrazione rende 4 miliardi di euro l'anno. Significa che l'apporto dei cittadini stranieri rispetto ai costi per le casse pubbliche è nettamente favorevole per il Paese ospitante.

E noi? Noi stiamo a guardare, blaterando di tasse sulla casa da togliere e rimettere e pensioni da avvicinare e poi allontanare.


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