Sarti per caso… e necessità
Tra le numerose storie di vita, una delle più simpatiche riguarda una signora di una bell’età: ottant’anni. “Da sempre appassionata di cucito – racconta Maier – questa signora, quando scopre che i nuovi modelli di macchine possono dare risultati entusiasmanti con l’ausilio del computer, non si perde d’animo. Anzi. Decide che deve imparare a usare il supporto informatico. Così, oltre a diventare un’abile navigatrice in Internet, sviluppa la sua creatività di sarta partendo proprio dal monitor del suo Macintosh”. Ogni volta che arriva un nuovo modello di macchina per cucire, inoltre, questa signora vuole essere la prima ad acquistarlo ed è sempre pronta ad aggiornarsi in tecnica e tecnologia, competenze che sfrutta, tra l’altro, per i tessuti di arredo della barca del figlio.
“Un giorno – prosegue Maier – si presentò una ragazza in negozio confessando di non avere mai usato una macchina per cucire. Era una giovane mamma con una bambina piccola e con il marito assente per motivi di lavoro per lunghi periodi. Era insomma alla ricerca di un’attività gratificante per riempire le interminabili giornate casalinghe”. Senza saperlo, quel giorno quella giovane madre diede una svolta alla sua vita. La bambina iniziava la scuola materna, cosicché il primo lavoro che venne in mente all’intraprendente signora fu quello di ricamare il grembiulino, l’asciugamano e il tovagliolo della figlia. “Le mamme dei compagni di scuola della bimba – continua Maier – quando videro il risultato chiesero alla novella ricamatrice se poteva fare altrettanto per grembiulini e allegati dei loro bambini, a fronte di un rimborso spese per il materiale”. Ebbene oggi questa passione, nata più per caso che per scelta, è diventata una vera e propria attività professionale, tant’è che attualmente la signora lavora a tempo pieno, creando disegni originali che poi applica su magliette o altro e che poi rivende anche con soddisfacenti risultati economici.
Ma il mondo delle macchine per cucire non affascina solo le donne: anche l’universo maschile ha scoperto quanto può essere utile dilettarsi con ago e filo. Utile, sì, perché, per esempio, gli appassionati di barca sanno quanto spesso capita di dover riparare strappi a vele o alle coperte delle loro imbarcazioni e sanno anche quanto costa rivolgersi ai professionisti per questi interventi. “Un mio amico – riferisce ancora Maier – un giorno venne da me per dirmi quanto gli era stato chiesto per una riparazione, di fatto, non particolarmente complicata. Appena sentii la cifra gli promisi che in tre giorni avrebbe imparato lui stesso come fare e che in più, spendendo meno della metà di quanto chiesto dai rammendatori ufficiali, avrebbe avuto una macchina per cucire anche per le eventuali e analoghe necessità future”. E così è stato. Ma gli uomini si dimostrano anche abili collaboratori: sono, infatti, molto spesso i mariti a realizzare sul computer i disegni che poi le mogli trasferiscono su stoffa con l’ausilio delle macchine per cucire più moderne.
“Ad avvicinarsi al mondo del cucito – conclude Maier – sono anche quelle persone che desiderano avere abiti di buona qualità ma che non possono permettersi di andare in boutique costose. Imparano così, seguendo corsi di taglio e cucito, a realizzare capi che altrimenti potrebbero solo guardare nelle vetrine dei negozi”.
Ancora un’annotazione. Capita sempre più spesso che la ragazzina di quattordici anni si faccia accompagnare dalla nonna per acquistare la sua prima macchina per cucire. E se il cucito fosse anche un pretesto efficace per far avvicinare generazioni lontane? Chissà.
Tiziana Benedetti