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La scelta (in)conscia del tatuaggio

 |  Redazione Sconfini

Le origini del tatuaggio si perdono nella notte dei tempi e pochi sono a conoscenza del fatto che già nel 1585 a Loreto lavoravano i primi “marcatori”, intenti a tatuare i pellegrini ed i viandanti con i simboli dei diversi ordini religiosi. Tra i loro clienti figuravano anche i mercanti, i quali si facevano tatuare il simbolo della propria professione.


La prima testimonianza, finora pervenuta, del tatuaggio consiste in un punteruolo acuminatissimo ricavato da un osso di renna ritrovato in Francia nella grotta di Aurignac e risalente al Paleolitico Superiore.


I tatuaggi presso le diverse popolazioni avevano i significati più disparati, ma la funzione principale era quella di messaggio sociale: facendosi tatuare si voleva comunicare un preciso messaggio agli altri membri della società. Nelle società tribali i tatuaggi erano appannaggio quasi esclusivo dei nobili, gli unici a poterseli permettere, ed i professionisti del campo godevano di grandi onori e rispetto. Gli Egizi usavano tatuarsi gli emblemi di Iside e Osiride durante le cerimonie funebri. La pratica del tatuaggio in Europa ha subito una forte flessione a seguito della bolla papale del 787, ma ha ripreso vigore quando, nel 1774, il Capitano James Cook riportò da uno dei suoi viaggi Omai, un indigeno il cui corpo era interamente cosparso di tatuaggi: la sua apparizione fece molto scalpore soprattutto tra i membri dell’aristocrazia. Nel giro di pochi anni i tattoo (dal termine tahitiano “tatau”, il rumore prodotto dalle bacchette di legno utilizzate dagli indigeni per tatuare) shop si diffusero a macchia d’olio in tutti i porti e non c’era marinaio che non ne volesse uno.


Nel corso degli anni i tatuatori hanno affinato la loro arte e oggi le possibilità offerte ai clienti sono quasi infinite; partendo dai disegni classici, ancora molto richiesti, si può arrivare a veri e propri dipinti, opere di autentici maestri.


Recentemente i media nazionali hanno riportato con grande interesse il resoconto di una grande manifestazione nella quale sono convenuti i principali esperti del settore, segno che il tatuaggio fa ancora molta notizia. Non possiamo dimenticare le polemiche delle associazioni dei genitori e della loro richiesta di maggiori controlli. I titolari degli esercizi sono infatti tenuti ad informarsi sull’età del richiedente (è necessario aver raggiunto la maggiore età) e sulle sue condizioni di salute, in particolare sulla presenza di casi di emofilia, sieropositività, disturbi cardiaci, epatite ed epilessia. Inoltre, va accertato che il cliente in questione non sia sotto l’influenza di alcool e droghe.


Di certo la scelta del tatuaggio non va affrontata a cuor leggero, ma va ponderata con attenzione: le metodiche per la totale cancellazione, infatti, sono piuttosto costose e non sempre garantiscono un risultato ottimale. Bisogna poi valutare con attenzione il luogo in cui farsi tatuare: i locali devono essere puliti e gli operatori devono utilizzare materiali monouso, da scartare possibilmente davanti a voi prima di iniziare le operazioni.


Con i tatuaggi non si scherza: un disegno fatto male, magari da una persona poco esperta o poco seria, vi resterebbe impresso per tutta la vita, a meno che non decidiate di coprirlo con un altro disegno, inevitabilmente più esteso del precedente, o scegliate di provare uno dei nuovi rimedi di cancellazione che si avvalgono dell’ausilio del laser.


La scelta di un tatuatore professionista, inoltre, vi metterà al riparo dal rischio di spiacevoli malattie quali l’HIV o l’epatite. È molto meglio spendere in qualità e sicurezza piuttosto che rischiare la propria salute in un’ottica volta al risparmio. Non si può certamente pensare di pagare a buon mercato il lavoro di un professionista, e se si vuole un bel tatuaggio bisogna vagliare con attenzione le proposte commerciali presenti sulla piazza.


Se è possibile, chiedete di vedere alcuni lavori precedentemente eseguiti, possibilmente a distanza di tempo, ma fate molta attenzione ai book fotografici: le foto sono sempre selezionate e non sono una sufficiente garanzia di affidabilità. Una volta effettuato il tatuaggio bisogna seguire i consigli del professionista per favorire nell’arco di cinque, massimo otto giorni, la cicatrizzazione.


Una forma di tatuaggio molto richiesta negli ultimi tempi è il trucco semi permanente. Cambiano le attrezzature ed i prodotti, appositamente studiati allo scopo, ed i tempi di esecuzione sono più lunghi, anche a causa della delicatezza delle zone da trattare. Si possono “truccare” le labbra, le sopracciglia, l’aureola mammaria e le zone coperte da vitiligine. La durata di questo tipo di tatuaggio è soggettiva, mediamente si aggira sui due anni ma in alcuni casi può durare tutta la vita; quindi, come nel caso del tatuaggio tradizionale, la scelta va ponderata con molta attenzione valutando i pro e i contro della situazione.

G.D.

 


In collaborazione con Help!

 


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