Analisi del voto delle Europee. L'Italia è ferma sulle posizioni di fondo, ma vivacissima all'interno degli schieramenti
Berlusconi non ha sfondato. Il Pd cala. Bene l'Udc, ancora meglio Idv e Lega. I giornali, i rappresentanti dei partiti e i grandi politologi concordano a tal punto che oggi le prime pagine dei giornali sono tutte uguali. Da questo punto di vista prettamente numerico siamo tutti daccordo. Il Pd esce ridimensionato (Franceschini evita per ora la morte del partito, ma non si sa per quanto) ma non travolto, Berlusconi mentiva (come sempre) quando affermava di puntare al 42-45% perché sperava di far salire quanta più gente possibile sul carro dei (comunque) vincitori. La Lega, come nel resto d'Europa, viene premiata dall'elettorato xenofobo, razzista ed euroscettico evidenziando un chiaro spostamento a destra all'interno dell'U.E. Italia dei Valori è in crescita notevole per la coerenza dimostrata nell'ultimo anno di opposizione e perché è il partito del web, quello che sta crescendo in maniera più evidente nella sua influenza elettorale. L'Udc piace all'elettorato moderato e cattolico e fagocita qualche voto dei delusi dai comportamenti extrapolitici del premier (ma che fa finta di non vedere l'impressionante numero di condannati - anche per associazione mafiosa - presenti nel partito del belloccio Casini).
Ecco la sintesi di quello che si può leggere in tutte le più svariate forme sui giornali di oggi.
Ma la vera verità, la notizia più importante, nonché quella che dovrebbe far riflettere un po' di più (a parte l'altissima astensione nelle Isole e al Sud Italia) è che - raffrontando i dati con le ultime politiche del 2008 - si scopre che l'elettorato è praticamente immobile tra i due schieramenti principali. Cristallizzato.
E' all'interno dei due raggruppamenti che (sempre più impropriamente) chiamiamo-centro sinistra e centro-destra le acque si agitano in maniera evidente e pesante. Ecco i dati.
Centro-destra.
Alle ultime politiche il Pdl+Lega Nord+Movimento per le Autonomie è arrivato complessivamente al 46,8%. Il dato era così rispettivamente ripartito: 37,4%, 8,3%, 1,1%.
Se andiamo ad analizzare il dato 14 mesi dopo, scopriamo che: Pdl+Lega Nord (Movimento per le Autonomie assente) ottengono un 45,5% che con l'1,1% del partito di Lombardo farebbe arrivare l'ipotetica alleanza di centrodestra ESATTAMENTE (-0,2% per la precisione) al punto dell'anno scorso. Incredibile. Berlusconi perde di credibilità (circa il 2%) e questa viene fagocitata dalla Lega. Punto. Ecco allora che una scossa al Governo non può e non potrà mai venire dall'opposizione p dal popolo, ma solo la Lega potrà far pesare il voto popolare in Parlamento. E siamo certi che il Carroccio non perderà l'occasione. Se il Pdl si rivelerà ancora compatto, tutto proseguirà come è sempre andato: la Lega fa le leggi e Berlusconi si accontenta di fare le leggi che interessano a lui e ai suoi processi (lodo Alfano, legge sulla giustizia, salva rete4, legge contro le intercettazioni e così via). Se il Cavaliere però dovresse essere tradito da alcuni dei suoi gerarchi, delusi dal risultato del Pdl (10% sotto alle aspettative) allora potrebbero esserci alcune sorprese.
Centro-sinistra.
Alle ultime politiche il Pd+Idv (con i Radicali) hanno raccolto il 37,6%. I due partiti hanno rispettivamente avuto il 33,2% e il 4,4%.
In questa tornata per le europee, i Radicali hanno strappato un discreto 2,4% cui dovremmo sommare il 26,1% del Pd e il sorprendente (per i non informati) 8% dei dipietristi. Totale: 36,5%. Anche in questo caso siamo a verificare che ci troviamo di fronte a una coalizione che sommata ha praticamente lo stesso identico (in)successo dell'anno scorso. Incredibile.
L'Italia, ora sì, è spaccata in due. In un modo più sano del previsto: non semplicemente in berlusconiani e antiberlusconiani. Bensì in progressisti-riformisti-legalisti-cattocomunisti opposti conservatori-xenofobi-razzisti-clericofascisti.
In ogni caso, un dato è certo. Con il metodo proporzionale puro il bipartitismo si rivela completamente estraneo alla cultura politica italiana. Il "fallimento" dei grandi comitati d'affari (spesso illeciti) Pd e Pdl ne è la testimonianza.