La follia di affievolire il conflitto generazionale con 500 euro
Ad ogni tornata elettorale, i governanti di turno, provvedono a elargire qualche mancia a effetto per il bene supremo cui ambiscono: tenere il culo sulla poltrona.
Paraculaggini di vario tipo sono il sale della propaganda politica e un po' ovunque se ne sono viste di tutti i colori. Il nuovo re indiscusso in questo settore è però Matteo Renzi che ha sdoganato la compravendita del voto con i famosi "80 euro" alle Europee 2014. In vista di importanti tornate amministrative è il turno di blandire un altro elettorato, quello dei giovanissimi che, numeri alla mano è ampiamente favorevole al Movimento 5 Stelle.
In aprile 2015, al momento dell'inizio della risalita nei sondaggi (all'epoca era dato al 21,4% mentre ora viaggia ampiamente sopra il 25%), il Movimento 5 Stelle era - secondo EMG per LA7 - il partito più votato in Italia nella fascia d'età 18-54 con il 29,4%. Tenendo conto che tra gli over 55 in consenso scendeva fino a un misero 12,6% era chiaro che il M5S aveva già ipotecato il futuro al netto di strappi o rivoluzioni politiche che non si vedono all'orizzonte.
Il perché di questo voto giovanile prepotentemente spostato sui pentastellati è nelle cronache di questi giorni: precariato mascherato da tutele crescenti, redditi dei giovani risibili rispetto ai lavoratori più anziani, impossibilità di accendere un mutuo, difficoltà nella pianificazione del proprio futuro, drammatici proiezioni sulle future pensioni (circa 400 euro al mese dopo aver lavorato fino ai 75 anni) ecc.
Il quadro è nero, tragico. Naturale quindi che, più che in passato quando un certo grado di conformismo era più comprensibile, il voto giovanile si rivolga a chi si ripromette di rovesciare il sistema (per di più democraticamente e con il mainstream avverso).
L'idea di Renzi è quindi quella di riprodurre il successo degli 80 euro: regalare 500 euro ai diciottenni in cambio del voto. La mossa, che segue i 500 euro regalati agli insegnanti per l'acquisto di pc o formazione, potrebbe sortire senz'altro qualche effetto ma ha delle implicazioni tremende dal punto di vista sociale e morale. Prima di tutto perché sperare che un elettore cambi il suo voto in cambio di soldi è semplicemente criminale. Poi perché cerca in tutti i modi di perpetrare un sistema oggettivamente dannoso per le giovani generazioni, chiedendo un harakiri strategico ai diciottenni, ovvero quello di votare contro loro stessi e, ancora una volta, a favore dei loro padri e nonni.
Se comprare i lavoratori dipendenti è stato facile ed economico, stavolta i risultati potrebbero essere diversi e negativi. Sia per le casse dello Stato, sia per la moralità del Paese. Una follia che sarebbe meglio risparmiarci per questa volta.