Il libro di Lanaro è uscito nel ’92. È una delle prime conchiglie, e fra le più preziose, lasciate sulla spiaggia da quell’ondata di studi sulla Repubblica, che si è levata in Italia subito dopo il 1989. Dopo, cioè, che una serie di eventi internazionali produsse lo sblocco del quadro politico locale.
Il settore dell’arte moderna e contemporanea subisce un periodo di leggera inattività nel periodo estivo e ciò crea ancora più aspettativa per l’autunno quando tra fiere di mercato, aste e mostre ci si può divertire alla ricerca dell’opera opportuna, dell’artista giusto, possibilmente ad un prezzo coerente (onesto).
Com’è naturale, più aumenta la distanza temporale e più il Novecento – per noi, posteri o superstiti che ne siamo – acquista maneggevolezza intellettuale. Più vengono incoraggiate le interpretazioni di insieme, i tentativi di inquadrarlo e di soppesarlo in un bilancio complessivo.
Si apre, questo libro, con una magistrale lezione di storia. Nella Prefazione, con la chiarezza che accompagna la lucidità e il rigore intellettuale più sicuri, Giovanni Miccoli ricorda, sulla scorta dell’insegnamento immortale di Marc Bloch, che il compito della storia, come disciplina, dev’esse...
“L’Istria e le memorie divise d’Europa”, reca come sottotitolo quest’ultimo, piccolo-grande libro di Guido Crainz: lo storico friulano già autore di studi appassionati, e rigorosi a un tempo, sull’Italia repubblicana.
Nel dibattito politico-culturale italiano, negli ultimi anni, è emerso un termine nuovo: «terzismo», che ha goduto e continua a godere di larga fortuna. Lo si usa, per lo più, in chiave polemica: come sostitutivo edulcorato di «cerchiobottismo».
Gli Helianos sono una coppia benestante di mezza età, nell’Atene degli anni centrali di guerra, la seconda mondiale. Lui, Nikolas, già redattore e socio di una nota casa editrice, poi andata in rovina con la guerra; lei, discendente da una famiglia di mercanti facoltosi.
James aveva ventidue anni, l’età di Stephen in Dedalus, quando vi arrivò; ne aveva trentotto, l’età di Bloom in Ulysses, quando per sempre l’abbandonò.