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Marion Michele

Il farmacista informa

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26/08/2011 - Le prugne secche rinforzano le ossa Mangiare prugne secche fa bene alle ossa, specie dopo la menopausa.

La notizia arriva da uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition e coordinato da Bahram Arjmandi. Per un anno i ricercatori hanno misurato la densità minerale ossea in donne che dopo la menopausa hanno quotidianamente consumato 100 grammi di prugne secche. Passati i 12 mesi, le ossa di queste donne si sono mostrate più resistenti. “Tutti i frutti e i vegetali – ha commentato Arjmandi – hanno un effetto positivo sulla nutrizione, ma in termini di salute ossea è questo frutto in particolare ad essere eccezionale”. 26/08/2011 - In coppia la donna parla dei problemi, l’uomo spesso tace Le donne parlerebbero per ore dei loro problemi di coppia, gli uomini starebbero volentieri in silenzio. A dare la conferma i risultati di una ricerca americana che ha messo a confronto i due sessi. Secondo i ricercatori dell’Università del Missouri (Usa), le ragazze hanno la capacità di parlare all’infinito dei loro problemi pensando che questo le faccia sentire meglio, i ragazzi invece sono convinti che il dialogo sia una perdita di tempo. Lo studio, divulgato sulla rivista Child Development, ha testato che questo tipo di atteggiamento opposto nei due generi maschili e femminili è innato e può determinare spesso la rottura. “Per anni – spiega Amanda Rose, autrice della ricerca – gli psicologi hanno insistito sul fatto che i ragazzi o gli uomini vorrebbero parlare dei loro problemi, ma sono frenati dal timore dell’imbarazzo o di apparire deboli. Tuttavia, quando abbiamo chiesto ai giovani come li avrebbe fatti sentire parlare dei loro problemi, i ragazzi, rispetto alle coetanee femmine, non hanno espresso più angoscia o disagio nell’aprirsi. Piuttosto, le risposte hanno suggerito che semplicemente per loro parlare di problemi sentimentali non è un’attività particolarmente utile”. La ricerca ha inoltre evidenziato che gli uomini tacciono perché, per natura, pensano che più si parli dei problemi di coppia, più questi vengano ingranditi. 26/08/2011 - Prevenire il mal di schiena dormendo a pancia all’aria Dormire a pancia in su fa bene alla salute. E questo perché la schiena mantiene una postura più naturale rispetto a quella fetale, quella laterale o quella che ci vede stesi sulla pancia, abbracciati al cuscino. Così dormendo è più difficile essere colpiti al mattino da mal di schiena, dolori al collo o cervicali. A darne notizia uno studio della Covenant Health System negli Usa. Una posizione, quella supina, che riduce al minimo le contratture e che gioverebbe anche alle persone con reflusso di acido gastrico. Inoltre, evitando di dormire con il viso schiacciato sul cuscino, si possono prevenire le rughe. La posizione che presenta più controindicazioni è quella a pancia in giù: comprimendo lo stomaco si favorisce il reflusso gastroesofageo e per di più si causa infiammazione ai nervi e formicolio e intorpidimento degli arti. Attenzione! La posizione laterale è quella ideale in gravidanza e per chi russa, aiutandoli a prevenire dolori alla schiena e al collo, pur comprimendo i muscoli di spalle e collo a causa del braccio. 02/09/2011 - Chi è spesso arrabbiato è più soggetto ad un infarto Sorridere di più fa bene al cuore, arrabbiarsi invece aumenta il pericolo di infarto. Soffocare le proprie emozioni addirittura raddoppia le possibilità di un attacco cardiaco in soggetti che già ne hanno avuto uno. La notizia arriva da uno studio italiano presentato al recente congresso della Società europea di cardiologia (Esc) di Parigi. La ricerca è firmata da Franco Bonaguidi dell’Istituto di psicologia clinica dell’Università di Pisa, che ha lavorato con un gruppo composto da cardiologi ed epidemiologi. Per lo studio sono stati esaminati 228 pazienti ricoverati dal 1990 al 1995 in 13 ospedali tra Nord e Centro Italia, che prima delle dimissioni sono stati sottoposti a test psicologici e poi sono entrati a far parte di un programma di monitoraggio lungo 10 anni. Nel periodo di monitoraggio ci sono state 51 persone che hanno avuto un secondo infarto. Analizzando le caratteristiche dei re-infartuati, Bonaguidi e colleghi hanno notato che il rischio relativo di ricaduta era circa il doppio per le persone inclini a rabbia e stress trattenuto. “La buona notizia – afferma l’autore – è che attraverso un’opportuna terapia comportamentale questi pazienti possono correggere i tratti negativi del proprio carattere”. 02/09/2011 - Obesità infantile in crescita, colpa anche delle bibite Le bibite dolci sono un’insana abitudine che rischia di mettere in pericolo la salute dei piccoli. Un’abitudine quotidiana per 2 bimbi italiani su 5, troppo spesso sottovalutata dai genitori. Per Giuseppe Morino, pediatra nutrizionista e responsabile di Dietologia clinica all’ospedale Bambino Gesù di Roma, “la relazione tra consumo di bevande dolci da parte dei bambini e sviluppo dell’obesità da grandi è un elemento ormai accertato”. L’obesità infantile è un fenomeno che in Italia continua a crescere: il 36% dei bambini italiani è in sovrappeso o obeso, numeri che ci fanno guadagnare il primato in Europa per obesità infantile. L’età in cui viene raggiunto il picco sono gli otto anni. I dati emergono dal settimo rapporto dell’Istituto Auxologico di Milano sull’obesità. “I danni provocati dall’eccesso di peso – precisa Michele Carruba, esperto di obesità e farmacologo all’Università di Milano – si presentano dopo un certo periodo di tempo e, se si diventa obesi da bambini, le complicazioni arriveranno prima e ridurranno le aspettative di vita di una persona”. “Il problema dell’obesità – conclude l’esperto – può essere arginato con l’educazione alimentare (e non tassando le bibite come ha deciso di fare il governo francese): i figli di persone poco istruite, secondo un’indagine condotta a Milano, hanno il doppio di probabilità di essere obesi rispetto ai figli di persone con titoli di studio”. 02/09/2011 - Cioccolato: delizia per il palato e toccasana per il cuore È confermato: il cioccolato, fondente, al latte, in barretta a cubetti, di qualsiasi formato, riduce di un terzo il pericolo di infarto ed ictus. Non bisogna esagerare con le dosi perché l’effetto positivo si ottiene consumandone 7,5 grammi al giorno, ovvero l’equivalente di un cioccolatino. Ad esaltare le virtù dell’alimento è stato una corposa ricerca, coordinata da Oscar Franco dell’Università di Cambridge in Gran Bretagna, pubblicata sull’edizione on line del British Medical Journal. Per il maxi-studio sono stati analizzati sette lavori per un totale di oltre 100mila persone coinvolte, sia sane che cardiopatiche. Per ogni studio, i ricercatori hanno comparato tra loro i gruppi che mangiavano le quantità più alte e più basse di cioccolato. In cinque studi è stato dimostrato che chi consumava più cioccolato aveva un pericolo cardiovascolare inferiore. In totale e al netto di possibili fattori confondenti, il rischio di attacchi cardiaci diminuiva del 37% e quello di ictus del 29%. Nessuna associazione positiva è stata invece rilevata fra consumo di cioccolato e prevenzione dello scompenso cardiaco. Secondo gli autori è importante fare ulteriori studi che possano appurare se sia davvero il cioccolato il responsabile di questi benefici, inoltre invitano anche a stare attenti alle calorie: le diverse varianti di cioccolato in commercio regalano circa 500 calorie ogni 100 grammi, quindi esagerare significa perdere ogni possibile vantaggio sotto i colpi di chili di troppo, diabete e cardiopatie. Da qui l’appello degli scienziati al mondo dell’industria: “Bisogna trovare il modo di ridurre l’apporto di grassi e zuccheri fornito dai prodotti a base di cioccolato oggi sul mercato”. 02/09/2011 - Uomini, più sono intelligenti meno sesso fanno Per la sociologa Rosemary Hopcroft gli uomini piuttosto intelligenti non sono anche super-amanti. Nella sua ricerca condotta presso l’Università del North Carolina sostiene che “l’intelligenza è legata alla frequenza dell’attività sessuale, in pratica più gli uomini sono intelligenti meno sono propensi a fare sesso”. E questo è riscontrabile già durante l’adolescenza. I ragazzi infatti con quoziente intellettivo più elevato fanno sesso più tardi. Ma l’associazione tra intelligenza e poco sesso non è da attribuire all’aspetto fisico da secchione che spesso hanno questi adolescenti. “Per di più – conclude la Hopcroft – più elevato è il livello di istruzione degli uomini meno partner hanno”. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Psychology Today. 23/09/2011 - Ictus: più protetti mangiando una mela al giorno Una mela al giorno, di grandezza media, riduce il rischio di ictus tra il 36% e il 45%. A sostenerlo un gruppo di ricercatori della Wageningen University in uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association. Se poi alla mela si aggiungono altri 25 grammi di frutta e verdura a polpa bianca (per esempio, pere e cavoli) il rischio si riduce di un ulteriore 9%. Sotto osservazione dei ricercatori per dieci anni 20.069 uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 65 anni. Quattro i gruppi di colore in cui sono state classificate frutta e verdura: bianco, verde, arancione/giallo e rosso/viola. Quelli a polpa bianca sono risultati essere i più protettivi contro l’ictus. I vegetali di altro colore proteggono però da altre malattie croniche, “quindi – sostiene Linda Oude Griep, prima autrice dello studio – è sempre importante consumare molta frutta e verdura”. 23/09/2011 - Lo sbadiglio serve a raffreddare il cervello Noi siamo abituati a pensare che lo sbadiglio sia causato dalla noia, dalla fame o dal sonno. In realtà quando si sbadiglia è perché l’organismo avverte l’esigenza di raffreddare il cervello. A sostenerlo è uno studio condotto dai ricercatori di Andrew Gallup della Princeton University e della University of Arizona (Usa) pubblicato su Frontiers in Evolutionary Neuroscience. Questa ricerca, effettuata osservando 160 persone in Arizona, ha dimostrato che lo sbadiglio serve per abbassare la temperatura della testa grazie allo scambio termico con l’aria inspirata. Si è visto che la frequenza degli sbadigli diminuiva col caldo per accentuarsi con l’arrivo dei primi freddi. Questo perché a temperature molto elevate lo sbadiglio non fornisce alcun sollievo per il cervello surriscaldato perché l’aria inspirata è comunque troppo calda e non serve per dar freschezza alla testa. Tale ricerca potrà essere molto utile per meglio comprendere malattie, come la sclerosi multipla o l’epilessia, che sono accompagnate da frequenti sbadigli e disfunzioni della termoregolazione.


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