Chiedilo all'amministratore: le deleghe
“In questo preciso momento storico – spiega Daniele Dolce, titolare dello studio di amministrazione stabili Samaritan – non esiste una legge che lo vieti chiaramente, anche se esiste un disegno di legge, il 622 del 2001, dormiente da troppo tempo in Parlamento che, una volta entrato in vigore, dovrebbe proibire questa usanza”. Questo disegno di legge, infatti, in modo chiaro e definitivo afferma che l’amministratore non potrà mai essere delegato da assemblee da lui stesso tenute. “Stanti così le cose – aggiunge Dolce – e cioè fintanto che questo disegno di legge non sarà convertito in legge, l’unica possibilità che si ha per vietare la delega dei proprietari all’amministratore è quella che esista (o sia inserita, ndr) una precisa indicazione in merito all’interno del regolamento del condominio”. La presenza di questo articolo ad hoc nei regolamenti di condominio è comunque abbastanza rara.
Dal punto di vista della morale professionale, sarebbe più corretto che un amministratore non abbia alcuna delega, perché per esempio nei casi di ricandidatura, alla scadenza del mandato, potrebbe votare impunemente a suo favore. Tuttavia, bisogna anche ricordare che, se un condomino delega senza indicazioni il suo amministratore, è molto probabile che sia sempre e comunque d’accordo con le sue scelte. Insomma, una fiducia cieca nei suoi confronti.
“La soluzione ideale – propone in conclusione Dolce – è quella che vede il condomino che delega l’amministratore esprimersi per iscritto su tutti i punti all’ordine del giorno”. In questo caso, l’amministratore assumerebbe le funzioni di un semplice ed inattaccabile portavoce del volere del condomino delegante, scansando ogni eventuale malignità e sospetto nei suoi confronti da parte degli altri proprietari.
G.M.