Skip to main content

Pedagogia clinica, scienza in aiuto alla persona

 |  Redazione Sconfini

La pedagogia clinica è una scienza indirizzata al vasto panorama dei bisogni della persona, e intende soddisfarli con modalità educative volte al ripristino di nuovi equilibri e abilità nel vincere gli ostacoli, i disagi psicofisici e socio-relazionali. Questa disciplina, presente in Italia già da oltre trent’anni, nasce a Firenze presso l’ISFAR (Istituto Superiore Formazione Aggiornamento Ricerca) e gode di un ampio riscontro sia in ambito nazionale che internazionale. Considerare il paziente come una persona nella sua globalità, tener conto dei suoi vissuti, dei suoi affetti, della sua storia personale, e prendere atto del suo disagio: sono gli elementi principali su cui si basa la relazione d’aiuto offerta dalla pedagogia clinica.

 

Generalmente, quando si parla di pedagogia, la parola viene associata alla prima infanzia e al lavoro con i bambini. In realtà la pedagogia clinica si occupa di persone di ogni età: bambini, adulti ed anziani. Il termine “pedagogia” sta ad indicare la volontà di formare, educare ed aiutare a comprendere. Si tratta di una pedagogia del concretoalt, applicata, pratica, autentica, capace di incidere realmente nel vissuto delle persone. Essa ha una duplice finalità: da un lato, consiste nella comprensione dei processi individuali facenti parte della complessità dell’individuo, compresi gli stati d’animo, gli stili di vita e i relativi comportamenti; dall’altro, è di aiuto educativo alla persona. Il termine clinica, invece, indica il prendersi cura di una persona.

 

Possiamo quindi dire che i due termini “pedagogia” e “clinica” indicano in modo chiaro la concretezza dell’approccio di tale scienza: conoscere l’altro per potersi prendere cura di lui. Da qui l’importanza di un’attenzione che si rivolga alla globalità della persona, prendendo in considerazione il suo mondo emozionale ed affettivo, le sue aspettative, i suoi sentimenti.

 

Il pedagogista clinico è il professionista che dopo una formazione triennale post-laurea presso l’ISFAR viene riconosciuto ed iscritto nell’albo professionale dei pedagogisti clinici dell’ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) iscritta nella banca dati del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro). Il pedagogista clinico è abilitato all’esercizio della pedagogia clinica nell’ambito della prevenzione e della diagnosi.

 

Presso il suo studio privato, svolge interventi di aiuto a favore del singolo, della coppia e della famiglia. Per quanto riguarda i soggetti in età evolutiva, affronta le difficoltà di linguaggio, di apprendimento, di relazione e di comportamento. Con gli adulti, le difficoltà di relazione, quelle emozionali e di comunicazione, le insicurezze e gli stati tensionali. La solitudine, le difficoltà affettivo-relazionali, di memoria e di accettazione di sé, sono invece alcuni dei disagi che vengono affrontati nel periodo della terza età.

 

Il pedagogista clinico conduce anche atelier educativi per i gruppi. I percorsi educativi hanno diverse finalità e si rivolgono a bambini, adolescenti, adulti, anziani, donne in gravidanza, neogenitori, insegnanti… Svolge inoltre consulenze per enti pubblici e privati, organismi sociali e istituzioni scolastiche, giuridiche e ricreative. Il pedagogista clinico basa le sue competenze sulle tecniche e sulle metodologie proprie della pedagogia clinica, le quali sono in gran parte protette da marchio registrato e da brevetto.

 

I pedagogisti clinici hanno aperto studi professionali e operano in tutta Italia. In ogni regione c’è un corpo direttivo ANPEC che fa capo alla sede di Firenze. Nel Friuli Venezia Giulia la direzione regionale dell’ANPEC si trova a Trieste in via Cicerone 8. Insieme al dirigente regionale, la dottoressa Francesca Simoni, coordinano il lavoro sul territorio delle quattro direzioni provinciali.

 

Nel maggio 2006 si è svolto a Trieste, presso la Stazione Marittima, il primo convegno regionale dal titolo “Il pedagogista clinico in aiuto alla persona”, il quale è stato patrocinato dalla Regione FVG, dalla Provincia di Trieste, dalla provincia di Udine, dai Comuni di Trieste e Udine, dal Centro servizi amministrativi di Trieste e dall’Azienda sanitaria n° 4 del Medio Friuli.

 

dott.ssa Francesca Simoni, dirigente regionale ANPEC

 

 

In collaborazione con Help!

 

 


Altri contenuti in Costume e società

Creatività alla velocità della luce

Vitalità ed entusiasmo allo stato puro. Fra gli artisti e negli ambienti culturali triestini è conosciuta per l’inesauribile carica d’energia profusa nell’affrontare quasi contemporaneamente attivi...

Abiti unici: una passione irresistibile

  Ecco come definire ciò che ha animato per tutta la vita Onorina Seganti. Triestina, studia per cinque anni, come si faceva una volta, l’arte del taglio e cucito presso una scuola di sarti. Ma, si...

Blog, chat, social network: oggi si comunica solo così?

Secondo dati forniti dall’Unione Europea, sono sempre più le imprese ed i nuclei familiari che, in tutta l’Unione, si collegano al World Wide Web. Nel 2006, il 90% delle aziende ed il 49% delle fam...

La televisione. Un divertimento o un problema per i più giovani?

Da sempre la televisione funge da svago e/o divertimento sia per i più grandi che per i più piccoli, diventando in certi casi anche un problema per l’uso smodato che se ne fa. Spesso, infatti, i ge...

Infanzia e televisione nel contesto quotidiano

Da numerose ricerche emerge che in Italia i bambini già in età prescolare guardano la televisione in media due ore e mezza al giorno, con punte fino a cinque ore. Tale dato appare ancora più preocc...