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Innovazione: la creatività come motore dell’impresa eccellente

 |  Redazione Sconfini

L’innovazione è la risposta alla domanda, ma non la soluzione definitiva, è principalmente un’attività di pensiero che, elevando il livello di conoscenza attuale, perfeziona un processo migliorandone il funzionamento e l’applicazione per le presenti necessità, fino al momento in cui si rende indispensabile una “re-innovazione”. Si tratta del cambiamento che genera progresso con lo scopo di raggiungere valori e risultati positivi, mai negativi. Secondo l’Istituto per le Politiche dell’innovazione, «l’innovazione è un processo culturale prima che tecnologico e, quindi, prima di innovare occorre individuare, tracciare e delineare le linee dell’innovazione».


Bisogna fare perciò attenzione a non confondere innovazione con invenzione. Il primo termine si riferisce ad un processo d’implementazione di un pensiero, processo o attività già esistenti; il secondo, invece, indica una nuova idea, una nuova scoperta scientifica o novità tecnologica che non è stata ancora realizzata tecnicamente e materialmente, né su larga scala. L’innovazione può anche essere progettazione e realizzazione fisica o commercializzazione dell’invenzione, ma non tutte le innovazioni derivano da invenzioaltni. Anzi molto più spesso si parla di innovazione come ricombinazione intelligente di conoscenza esistente, che vede l’ambito aziendale come uno dei fondamentali e più ampi campi d’applicazione. Pertanto si parla di nuove forme di organizzazione aziendale, applicazione di prodotti esistenti ad una nuova domanda, apertura di nuovi mercati.


L’innovazione influisce sul modo di agire, crescere, competere o cooperare delle imprese e degli attori economici. Una delle teorie più famose sull’argomento è quella dell’economista e sociologo americano Richard Florida, autore de “The Rise of the Creative Class” e teorico della classe creativa. Secondo Florida, ciò che più conta oggi nella competizione globale non è tanto la disponibilità di materie prime, quanto la disponibilità di capitale umano, di idee e di capacità innovativa. Questa capacità è sempre stata importante ma negli ultimi anni è letteralmente esplosa, tanto che la creatività umana viene considerata la fonte del vantaggio competitivo. Tre sono gli aspetti fondamentali considerati dall’autore: tecnologia, talento e tolleranza. Solo dove questi tre fattori si fondono insieme c’è la creatività per innovare. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, alla domanda “Parlare di creativi e creatività in questo momento non è un lusso? Ce lo possiamo permettere?”, così ha risposto il professor Florida: “Dobbiamo farlo, perché finora abbiamo assistito a un grande spreco, quello del talento umano. Le organizzazioni che, soprattutto in questo momento, ragionano a breve o brevissimo termine, non lo riconoscono e non lo ricompensano. L’idea che non possiamo permetterci di valorizzare il talento perché c’è la crisi è il frutto di un equivoco. Non è vero che il progresso sia solo tecnologia, in Europa ci sono anche l’arte e la cultura che possono spingere la crescita economica. Ogni crisi si è accompagnata a un momento di creatività, di apertura nella produzione artistica, pensiamo alla Germania prima della Seconda Guerra mondiale”.


Come già menzionato, quando si parla di innovazione in azienda si intende una qualche forma di cambiamento che produca non soltanto miglioramenti, ottimizzazione di costi, di fatturato e di performance, ma che sviluppi anche competitività. Ogni cambiamento è di per se stesso innovativo, ma in azienda il cambiamento diventa innovazione quando aumenta la capacità di competere sui mercati; introdurre modifiche fini a se stesse, o solo per seguire mode e tendenze non significa innovare. Spesso, inoltre, si associa l’innovazione con la tecnologia, in realtà l’innovazione parte dalle risorse umane. I rapporti umani non possono assolutamente essere saltostituiti, poiché nei momenti decisivi, in cui le imprese si incontrano cercando di costruire un progetto comune, occorre ancora e occorrerà sempre una capacità di progettare, contrattare, sviluppare relazioni e comunicazione.


L’innovazione richiede attenzione sia alle tecnologie che alle strategie, ed è perciò indispensabile che un’azienda, che vuole essere innovativa, possieda le capacità di interpretare le tecnologie ed immetterle al suo interno, di capire gli scenari in cui si muove e di rapportarsi al cliente. Solo attraverso capacità umane interpersonali elevate è possibile cogliere la necessità di un cambiamento e miglioramento. Non esiste quindi tecnologia che non abbia bisogno di un supporto fatto di motivazione, impegno, capacità e volontà delle persone; nessuna tecnologia può sviluppare competitività quando manca uno di questi presupposti, che risiedono unicamente nelle risorse umane. Per questo motivo si tratta di un processo graduale e continuo, basato su di un piano di sviluppo, che permetta all’impresa di usufruire progressivamente dei vantaggi offerti dalle tecnologie, avvicinandosi così alle proprie mete. L’impresa realmente innovativa non produce enormi trasformazioni, non realizza progetti faraonici una tantum per poi rimanere per anni immobile e statica. L’impresa realmente innovativa attua innovazioni giorno dopo giorno, processo dopo processo, con un divenire continuo e dinamico.


Per valorizzare e sostenere le migliori capacità innovative e creative di aziende, università, amministrazioni pubbliche, enti o singoli ideatori, anche al fine di favorire la crescita della cultura dell’innovazione nel nostro Paese, viene assegnato il “Premio nazionale per l’innovazione”. Questa è un’iniziativa del Governo italiano promossa con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 aprile 2008 che ha previsto la Giornata nazionale dell’innovazione. Il premio, assegnato per la prima volta nel 2009, è istituito su concessione del Presidente della Repubblica Italiana, presso la Fondazione nazionale per l’innovazione tecnologica COTEC ed è riconosciuto alle migliori esperienze d’innovazione. Nell’edizione di quest’anno, tenutasi lo scorso 8 giugno al Quirinale, 28 sono stati i premiati. L’assegnazione è sempre accompagnata da una motivazione, che in maniera sintetica ben spiega cosa vuol dire innovare a livello aziendale. Ad esempio, nel caso della premiata Iveco Spa (categoria: industria e servizi - grandi imprese) è stata la seguente: «grazie all’innovazione, ha saputo contenere meglio della concorrenza gli effetti della contrazione del mercato, migliorando nel contempo la propria posizione competitiva». Al Gruppo Loccioni (piccola e media impresa), invece, è stata riconosciuta la capacità di «aver fatto della creatività e dell’innovazione l’elemento portante del proprio successo nel rispetto di valori fondamentali quali la gestione dei rapporti umani e il rispetto dell’ambiente».


Per l’occasione, e per sottolineare quante aziende si stanno orientando verso il concetto di innovazione, è intervenuto il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, dicendo che questa tendenza “è il segno di quanto si sia consapevoli dell’importanza dell’innovazione intesa non solo come introduzione di nuovi prodotti, materiali, processi o tecnologie ma anche come capacità di gestire la conoscenza al fine di generare vantaggi competitivi, come riorganizzazione sociale e cambiamento nei rapporti tra capitale e lavoro, come trasformazione che modifichi in maniera radicale lo stato delle cose e, più in generale, come rinnovamento del modo di fare comunità e impresa”.

 

Martina Pluda



In collaborazione con Help!


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