Risparmio: perle di saggezza
Cercare di anticipare le tendenze dei mercati, magari seguendo le numerose e contrastanti previsioni che quotidianamente si hanno a disposizione, può nuocere al portafoglio e peggiorare la situazione. È certamente corretto rimanere coerenti con le scelte di asset iniziali, ma è anche salutare tenere a mente alcuni principi fondamentali che dovrebbero ispirare le scelte in termini di finanza comportamentale. Sto pensando alle “dieci massime” di Sir John Marks Templeton.
Sir John Templeton, fondatore dell’omonima casa d’investimento, è ora un arzillo vecchietto che si gode la pensione a Nassau, nelle Bahamas. È stato considerato uno dei più saggi e rispettati investitori al mondo. Il settimanale statunitense Forbes lo ha descritto come “il decano dell’investimento globale” e “uno dei gestori con più successo della storia”. Il gruppo che tutt’oggi porta il suo nome ha più di 16 milioni di clienti in tutto il mondo e con oltre 550 miliardi di dollari di patrimonio gestito è uno tra i leader mondiali nelle gestioni di patrimoni. Credo valga quindi la pena analizzare quali sono i principi che egli considera essere sempre validi per gli investitori.
Stravolgendo l’ordine delle sue massime – di questo chiedo scusa, ma ciò è finalizzato a riallacciare l’argomento iniziale relativamente alla situazione attuale delle Borse internazionali – inizierò dalla numero sette: “Compra durante i periodi di pessimismo”. L’analisi dell’evoluzione che Sir Templeton fa dei mercati è disarmante: «I mercati “toro” nascono dal pessimismo, crescono con lo scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono nell’euforia. Il periodo di massimo pessimismo è il migliore per comperare, e il periodo di massimo ottimismo è il migliore per vendere». Sono corsi e ricorsi di storie già viste e che eppure ci colgono quasi sempre impreparati. Si ha spesso la sensazione che al peggio non ci sia mai fine o al contrario che gli entusiasmi irrefrenabili possano far scalare le vette più impensabili.
La massima numero quattro mette nitidamente a fuoco anche questa problematica: “Tutto cambia”. «I mercati non sono sempre in discesa, né in salita. I prezzi dei titoli tornano a salire da 1 a 12 mesi dopo aver raggiunto il loro punto minimo e viceversa. Se un settore industriale o un tipo di titolo diventa popolare tra gli investitori, questa popolarità si dimostrerà sempre temporanea e quando passa può non tornare per molti anni». Ricordate i titoli Internet e telefonici del 2000? Abbaglio collettivo!
Bisognerebbe nella fattispecie avere sempre a mente la massima numero tre: “Non seguire la folla”. «Se compri gli stessi titoli degli altri anche i tuoi rendimenti saranno i medesimi. È impossibile guadagnare di più non differenziandosi dalla maggioranza. Se sei così coraggioso da comperare quando gli altri sono disposti a vendere e vendere quando gli altri sono ansiosi di comperare otterrai la migliore gratificazione». Considerazione quest’ultima che a prima vista può sembrare addirittura banale, ma che, a guardare certi dati, si rivela profonda e veritiera. La raccolta dei fondi comuni azionari ad esempio è direttamente correlata all’andamento degli indici borsistici. Più questi ultimi salgono, maggiormente essa si incrementa, per diventare infine negativa in presenza di considerevoli correzioni. Come non bastasse i flussi di denaro sembrano dirigersi contemporaneamente verso gli stessi strumenti, che, vuoi per moda, vuoi perché spinti dalle direzioni commerciali dei distributori, assumono la portata di fenomeni di massa.
Invece la massima numero cinque di Sir Templeton ammonisce decisamente: “Evita le mode”. «Quando un metodo di selezione di titoli diventa popolare cambia con metodi non utilizzati dagli altri. Troppi investitori che comprano gli stessi titoli possono erodere i margini anche del miglior metodo di selezione o della migliore formula di market timing». Tale concetto è ribadito anche nella massima numero due, unitamente all’invito di cercare di essere selettivi nelle proprie scelte: “Tieni la mente aperta”. «Non investire sempre nella stessa tipologia di strumenti o con la stessa strategia. Cerca di essere flessibile, aperto di mente e critico nella scelta. I migliori risultati di lungo periodo si ottengono solo favorendo quei titoli o quegli strumenti che gli altri non sono in grado di apprezzare, e affinando sempre i criteri di scelta degli stessi».
A proposito della tentazione di movimentare il proprio investimento sulla scorta delle varie congetture sul futuro, vale la massima numero otto: “Vai a caccia di valore e affari”. «Troppi investitori si concentrano sulle previsioni e sui trend. Tuttavia si guadagna di più ricercando il valore. Nei mercati finanziari, l’unico modo di fare un affare è comperare quello che la maggioranza degli investitori sta vendendo».
Ripensando al rapporto prezzo/utili esageratamente elevato dei titoli Internet e di quelli telefonici – per riprendere l’esempio precedente – sui massimi del 2000 (viaggiava almeno un 50% al di sopra della media storica), è inevitabile apprezzare la validità della massima numero sei: “Impara dai tuoi errori”. «Perché le quattro parole più costose della storia dei mercati sono: questa volta è diverso». Ed è proprio ciò che la maggior parte degli analisti diceva allora. Si sosteneva che tale indicatore era ormai obsoleto, che bisognava tener d’occhio il traffico, il numero di abbonati, gli accessi e i click. I pochi che avvertivano la scelleratezza e richiamavano al buon senso (Buffet, Mobius, Modigliani ecc.) venivano tacciati di anacronismo e accusati di non saper stare al passo con i tempi. Furono invece buoni profeti!
Un altro insegnamento di cui bisognerebbe tener doverosamente conto, visto il sovrappeso del mercato domestico che normalmente si riscontra nel portafoglio degli investitori e tenuto conto che la Borsa italiana pesa invece circa soltanto il 2% del mercato mondiale, è la massima numero nove: “Ricerca in tutto il mondo”. «Se ampli i tuoi orizzonti e guardi in tutto il mondo, troverai più e migliori occasioni e, diversificando, diminuirai i tuoi rischi».
La massima numero dieci è l’ultima perla di saggezza che chiude questa preziosa raccolta. Predica l’umiltà che ogni risparmiatore dovrebbe professare nei confronti della straripante e incontenibile forza del mercato: “Nessuno sa tutto”. «L’investitore che ha tutte le risposte, magari non capisce nemmeno le domande».
Grazie Sir John Marks Templeton, auguriamoci che le sue massime possano ancora essere utili. Ah, dimenticavo la numero uno: “Investi per guadagnare!”.
Furio Impellizzeri, vicepresidente Copernico Sim