C’era una volta la cucina con i suoi pensili appesi ai muri…
Eppure è proprio la cucina (insieme al bagno) ad essere l’ambiente che più di tutti ha vissuto un’evoluzione. Radicale. Sia in termini di materiali (vedi il vetro della signora Madonna Ciccone), sia in termini di complementi di arredo. Ma va da sé che nulla capita per caso e che tutto ha un senso. Per saperne di più e cogliere quali sono le tendenze più attuali, ci siamo avvalsi della preziosa consulenza dell’interior designer Sergio Marassi de La Gabbia di Trieste.
Oggi, di fatto, nelle nuove abitazioni va sparendo la “stanza” cucina e questo per due ordini di motivi: da un lato le abitazioni sono sempre più piccole e, dall’altro, quando lo spazio c’è, si tende a far sì che la zona più importante dell’abitazione sia quella denominata living, per dirla all’inglese, o soggiorno, per rifarci ad una terminologia nostrana. È proprio questo ambiente a essere il luogo dell’accoglimento e del raccoglimento familiare, è qui che si vive, si conversa e si mangia.
Ma senza cucina, ovviamente, non si può stare: si deve pur mangiare! Ecco allora che dal concetto tradizionale di cucina si è passati a quello più innovativo di una zona che deve essere per necessità funzionale ma che, al contempo, deve essere armonicamente inglobata in quella dove è ormai d’uso sedersi a tavola. Per rispondere a queste esigenze i progettisti hanno iniziato a sperimentare materiali nuovi, ma soprattutto a proporre soluzioni d’arredo che rispondano sia a un’esigenza funzionale (in cucina necessariamente si lavora per preparare i pasti), sia a un’esigenza estetica.
Via dunque i tavoli, via dunque i pensili… e al loro posto ecco arrivare le isole e le penisole, alle cui spalle sono poste le pareti attrezzate, costituite spesso da mobili contenitori a parete, assimilabili a quelli che sono i più noti armadi a muro, e che fanno tutt’uno con il muro al quale sono addossati. All’interno di questi trovano il loro posto il forno, il microonde, il frigorifero: ovvero gli elettrodomestici tradizionali vengono inseriti con discrezione ed eleganza.
Ma soffermiamoci sui materiali. Essi rappresentano una componente importante nella fase di progettazione di un ambiente perché è proprio da essi che si ottiene il colore, la luce ed è su di essi che si deve contare per la funzionalità. Il vetro, ormai già più volte citato, offre attualmente interessanti possibilità: per esempio il piano cottura in vetro, sotto al quale sono collocati i fuochi, oltre ad essere esteticamente gradevole, consente e garantisce un’igiene notevole e facile da ottenere. Basta un panno umido da passare velocemente ed ecco che il vetro del piano cottura risplende come nuovo, anche dopo anni di utilizzo.
Rimanendo in zona fornelli, uno degli elementi che ha subito una delle più consistenti innovazioni è la cappa. Dapprima considerata solo in termini di utilità, oggi è assurta anch’essa al ruolo più nobile di complemento d’arredo che, oltre a servire, decora. Ecco perché sempre più spesso la cappa viene rivestita con lo stesso materiale di cui è fatto un altro pezzo d’arredo, come il tavolo, quindi in legno, oppure addirittura in vetro. Attenzione però, quando oggi, anno di grazia 2007, parliamo di questo antico materiale, non ci riferiamo a quello classico e neppure a quello che fino a pochi mesi fa era usato nelle realizzazioni di mobili, come il tradizionale tavolino posto di fronte al divano. Quel vetro implicava, inevitabilmente, che, con l’ispessirsi della superficie vitrea, la trasparenza cedesse il posto a una colorazione verdastra. Ebbene è di questi ultimi tempi la scoperta che è possibile ottenere vetri extra light che conservano un’uguale trasparenza, indipendentemente dallo spessore, a tutto vantaggio della luminosità e dell’effetto scenografico.
Isola, penisola su cui porre i fornelli, lavello e piano lavoro non sono però l’unica soluzione à la page per le cucine del XXI secolo. Si accennava all’inizio al fatto che gli appartamenti di oggi sono più piccoli e allora, posto che è ormai un fatto accettato che è bene investire lo spazio che si ha più sulla zona living che sulle altre (anche le camere da letto sono più piccole ed essenziali di un tempo), i designer hanno realizzato vere e proprie cucine a scomparsa. Un mobile che arreda il soggiorno, infatti, può essere in realtà una cucina in piena regola. Un modello, già sul mercato, per esempio, è infatti costituito da una superficie scorrevole che, una volta fatta scivolare, lascia apparire il piano cottura, con tanto di cappa, il lavello, con il miscelatore che, quando nascosto, resta ripiegato ma che poi al momento dell’utilizzo viene tirato su. Ed ecco: la cucina è servita! E il tavolo? C’è, ed è proprio quel piano che abbiamo fatto scorrere.
Si è parlato di sostanziali cambiamenti in termini di gusti, in realtà le modifiche portano ad un progresso anche nella funzionalità. Per fare un esempio, è ormai assodato che lavorare sull’isola della cucina è molto più pratico che lavorare e cucinare con la testa ad altezza pensili o poco via, il che significa possedere una maggior libertà nei movimenti. Anche la scelta del materiale con cui vengono realizzati i top delle cucine si è ampliata notevolmente e, per fare un esempio, uno di quelli che va per la maggiore oggi è quello in pietra: una pietra quasi grezza, non perfettamente liscia, in particolare i bordi non sono levigati ma sembrano spaccati e lasciano intravedere la naturalezza del materiale. Va da sé che al di là dell’apparenza, questi top sono trattati in modo tale da non rovinarsi: sono infatti molto resistenti e, al contempo, si possono pulire con facilità. Una proposta, questa, fatta dai designer più aggiornati, che plaude all’innovazione e che al contempo strizza l’occhio alle vecchie cucine delle nonne.
Tiziana Benedetti