Radio Trevisan: lo Stato non paga i suoi debiti. In 18 rischiano il posto
Il vento della crisi soffia ovunque, ma quello che accade a Trieste è davvero atipico e ha aspetti inquietanti. Nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia opera da molti anni Radio Trevisan, azienda leader nel settore della fornitura di apparecchi e sistemi di sorveglianza e intercettazione telefonica. Ovviamente, in virtù di una lunga serie di appalti vinti, il principale cliente della ditta è lo Stato (Polizia, Carabinieri, Magistratura ecc.), che per motivi di sicurezza, controllo del territorio e prevenzione della criminalità ha accresciuto negli anni gli investimenti nel settore.
E dove sta il problema si potrà obiettare? Il problema è che lo Stato italiano da nientemeno che da due anni non rispetta il pagamento di quanto pattuito e fatturato da Radio Trevisan. Totale del debito? 40 milioni di euro. Una goccia nel mare del debito pubblico italiano, ormai completamente fuori controllo, ma un'enormità per un'azienda di relativamente piccole dimensioni che da lavoro a decine di persone.
Per colpa di questo debitore eccellente, l'azienda ha fatto sapere di dover mandare in cassa integrazione 18 dipendenti nei prossimi mesi.
Il punto è allora questo: se lo Stato deve così tanti soldi a Radio Trevisan quante altre situazioni simili esisteranno in tutto il Paese? Ma dove vanno a finire tutte le tasse che vengono con regolarità (pena salate multe e cospicui interessi) dalle imprese private e dai lavoratori?
Ma soprattutto la domanda è: riuscirà mai lo Stato ad onorare i suoi debiti? Se così non fosse decine di altre "Radio Trevisan" saranno costrette a fallire o chiudere i battenti perché non riceveranno mai i soldi per coprire le spese e così (come un gatto che si morde la coda), come sta già succedendo, lo Stato incasserà sempre meno imposte e la spirale continuerà. Fino a quando? Fino alla bancarotta?