Scuole senza soldi. A rischio i corsi di recupero
Le scuole superiori italiane hanno l'obbligo di provvedere al "recupero" delle insufficienze dei loro studenti attraverso corsi pomeridiani con la presenza dei docenti, cui devono ovviamente essere corrisposti gli straordinari. Fin qui nulla di nuovo. L'usanza - sulla cui efficacia si può certamente opinare - è in vigore da pochissimi anni e ha dato risultati in alcuni casi buoni, mentre in altri si è rivelata inutile. Le scuole tuttavia non hanno avuto mai da ridire e hanno sempre tenuto i corsi di recupero per i loro studenti. Gli insegnanti si sono infilati in tasca altri 50 euro lordi circa per ogni ora di recupero e tutti sono stati appagati. Nell'Italia del 2009, però, le cose sono estremamente diverse dal passato
Tra le "falle" del decreto Gelmini sulla scuola, nonostante le promesse ("Non ci sarà nessun taglio alla scuola pubblica") viene a galla in questi giorni il problema relativo al taglio dei finanziamenti per i corsi di recupero. A sintetizzare la situazione un dichiarazione di Roberto Tripodi, presidente dell'Associazione delle scuole autonome della Sicilia : "La legge sui corsi di recupero è rimasta - ha dichiarato a Repubblica.it - ma quest'anno non è stata finanziata". Insomma, le scuole, dopo gli scrutini del primo quadrimestre, hanno l'obbligo di organizzare corsi di recupero per tutti i ragazzi che hanno riportato insufficienze in una o più materie ma i fondi scarseggiano. "Per evitare ricorsi da parte delle famiglie - ha rincarato Tripodi - ci sono due alternative: utilizzare i finanziamenti Idei, cioè quelli degli Interventi didattici educativi ed integrativi, che sono insufficienti, o interrompere le normali attività didattiche. Ma in questo caso cosa fanno i ragazzi che non hanno materie da recuperare?".
Oggi è previsto un tavolo tecnico al Ministero proprio per dipanare il dilemma. Molte scuole infatti hanno già cominciato a prepararsi a sospendere le attività del mattino per evitare di pagare gli straordinari ai professori, ma nel contempo è obbligatorio garantire i 200 giorni di insegnamento nel corso dell'anno scolastico. Soglia questa già resa difficile da raggiungere dai tanti giorni di occupazione e le decine di manifestazioni dello scorso autunno. Insomma in ogni caso sarà necessario cambiare le regole in corsa: o finanziamenti extra alla scuola (opzione quasi impossibile viste le esangui casse dello Stato) oppure abbassamento degli obblighi di giorni di insegnamento. Il tempo stringe e, come al solito, il sistema Italia, si è ridotto all'ultimo secondo per risolvere un problema che era ben chiaro a molti già a ottobre scorso.
Il consiglio di alcuni dirigenti scolastici? Cari studenti, pagatevi le ripetizioni private (in nero) per recuperare i debiti.
Una soluzione davvero di alto profilo e soprattutto molto rispettosa dei ragazzi delle famiglie meno abbienti, che non possono permettersi ripetizioni private. Alla faccia delle pari opportunità.
Il prossimo 12 febbraio la Flc Cgil organizzerà un sit-in davanti la sede del ministero.