Lo striscione della vergogna
Questo vivace e confusionario momento storico-politico porta con sè almeno un dato positivo: la chiarezza. Si stanno infatti velocemente diradando le nebbie dei distinguo e la cortina fumogena che tende amalgamare partiti e schieramenti in una melassa piuttosto indistinta. La prova provata si è registrata sabato scorso quando si sono tenute 3 manifestazioni di piazza di una certa rilevanza mediatica (Pdl) o sociale (manifestazione contro la privatizzazione dell'acqua e la manifestazione antimafia di Libera).
Perché sia chiaro a tutti sono emerse (finalmente) le diverse posizioni in tema di giustizia e onestà. Sul lato Pdl ci si concentra su privacy (libertà di delinquere) e impunità da difendere a tutti i costi. Nelle altre piazze si rivendica l'acqua come bene pubblico e non privatizzabile e si chiede che lo Stato ricacci indietro la criminalità organizzata e la mafia intesa come modus operandi e come presenza di delinquenti nelle istituzioni.Tra gli striscioni anche divertenti per ironia e satira presenti tra i manifestanti del Pdl uno in particolare è sembrato davvero di cattivo gusto. Si intitola Tarocchi d'Italia e raffigura Di Pietro come "il matto" (e ci può stare se l'obiettivo è satirico), la Bonino come "la morte" (idem), Santoro come "il giudizio" (passabile anche se discutibile) e Paolo Borsellino "la giustizia".
Su quest'ultimo "tarocco" la condanna evidentemente deve essere netta, perché non è responsabile far passare per una montatura o un'invenzione l'attività dell'eroe ucciso dalla mafia nella strage di via D'Amelio. Questo striscione è anche la "cifra" della manifestazione, che si configura quindi in prima istanza come antilegalitaria e antistorica. Secondo gli "esperti" dei tarocchi la carta della Giustizia è una carta positiva, quindi deve essere evidenziato il fatto che Borsellino è stato inserito tra i tarocchi "buoni". Il messaggio più forte però è evidentemente un altro...
Altri carichi da novanta sono poi stati calati nelle stesse ore da l'Espresso che scrive di un'intercettazione del 6 marzo 2006 (vigilia delle elezioni politiche vinte di misura dal centrosinistra) nella quale il capomafia Matteo Messina Denaro commenta negativamente il ritorno dei comunisti. I favoreggiatori del latitante (ritenuto attualmente il capo di Cosa Nostra) ripetono spesso che l'eventuale vittoria della sinistra li avrebbe "consumati". Ippolito, arrestato nei giorni scorsi, dopo aver appreso le direttive politiche imposte da Matteo, commenta che "le leggi non sono più come una volta..." e aggiunge che "ora le cose sono cambiate..." e invita gli altri mafiosi a sostenere Berlusconi. L'uomo di cui si fida Messina Denaro insiste sul fatto che "se tornano i comunisti" i mafiosi "possono andar via da Castelvetrano. Anzi ce ne possiamo andare dall'Italia se salgono". E poi conclude: "Prodi, questo babbu! ci consuma a tutti...".
Al nord ci pensa Il Fatto Quotidiano a spiazzare il centrodestra e in particolare La Russa. "Tu devi votare Ignazio e Fidanza...quello sarà il nostro futuro!": così diceva al telefono (intercettato) Michele Iannuzzi, consigliere comunale del Pdl a Trezzano sul Naviglio e procacciatore d’affari per la Kreiamo spa, una società ritenuta il braccio finanziario delle cosche calabresi impiantate nell’hinterland milanese. Iannuzzi è stato poi arrestato nel corso dell’inchiesta "Parco sud", come gli altri uomini della Kreiamo, il presidente Alfredo Iorio e il vicepresidente Andrea Madaffari. Nella primavera del 2009, il loro gruppo aveva deciso di convogliare i voti per le europee su tre candidati: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il consigliere comunale di Milano Carlo Fidanza e Licia Ronzulli, imposta in lista da Silvio Berlusconi in persona.
Il ministro nega con forza un suo coinvolgimento, ma le intercettazioni lasciano poco spazio a dubbi. Insomma, sembra che le tessere si stiano mettendo a posto quasi da sole e che i magistrati debbano solo finire di vuotare la scatola del puzzle. Al resto dovrebbe pensarci il corpo elettorale, ma su quest'ultimo è meglio non fare troppo affidamento. Almeno finché in tv si continua a ripetere che alla manifestazione del Pdl c'erano 1 milione di persone.
---